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al testo di Gil
Giovanni
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Io penso a te, Giovanni, alla vita che ci ha attraversati - lasciando segni - come un fiume di parole l'alveo delle nostre solitudini. Capisco solo ora la fatica dei piedi e delle mani o della mente nella tensione di capire, ma ci è sfuggito il senso delle frasi semmai ci avesse sfiorato un segno, mentre invece abbiamo avuto solo ombre che non sappiamo proiezioni di quale luce. Così ora siamo sulla soglia di un ritardo dentro gli ultimi gesti d'un pensiero, voce gridata in un coro di solisti attraversata dai deserti dell'anima.
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Laura Turra
- 21/01/2019 10:08:00
[ leggi altri commenti di Laura Turra » ]
La vita, quando ci attraversa, lascia sempre dei segni. Questi versi, forse (spero di non sbagliare), esprimono il rammarico di un non compiuto, di solitudini rimaste distanti, quel non aver colto la luce dentro/dietro le inevitabili ombre. Questi versi, come spesso i tuoi, ci dicono della tua capacità di guardarti dentro. Sono veri. Un carissimo abbraccio, Gil, con la mia stima.
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