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al testo di Gil
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A pietre preziose creiamo collane di niente meglio è il pollice umettato di saliva d'un romantico e grasso biscazziere vecchia vigilanza disarmata di parole a bordo orario tra un marciapiede e la strada, istmo di una scommessa contro un destino di cozze e vongole a mezzi chili di linguine in finto oro. Lì della birra le divertite passioni un collo di bottiglia in vetro scuro tenerezze al lume di mancanze e memorie in pizzi di false glorie rovesciate da terrazze di baldorie, qui ciò che resta in forma d'anello lavorato in rotolo d'alluminio promessa di un futuro calzante per le prove della graziosa scarpina tra una cenerentola e l'altra tutte rigorosamente formate in sogno, quelle in legno finto tek. Meglio per noi il sole tra le righe di un passato di sacre scritture ancoraggi d'altri versi, anatroccoli disbaciati dalla dèa orba di spiro in centri storici creati ad arte. Meglio davvero sarebbe partire che restare nei pressi dell'amore. |
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