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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Poesia della settimana

Questa poesia è proposta dal 03/07/2017 12:00:00
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di Hone Tuwhare (Biografia/notizie)

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Do you remember
that wild stretch of land
with the lone tree guarding the point
from the sharp-tongued sea?

 

The fort we built out of branches
wrenched from the tree
is dead wood now.
The air that was thick with the whirr of
toetoe spear succumbs at last to the grey gull's wheel.

 

Oyster-studded roots
of the mangrove yield no finer feast
of silver-bellied eels, and sea-snails
cooked in a rusty can.

 

Allow me to mend the broken ends
of shared days:
but I wanted to say
that the tree we climbed
that gave food and drink
to youthful dreams, is no more.
Pursed to the lips her fine-edged
leaves made whistle - now stamp
no silken tracery on the cracked
clay floor.

 

Friend,
in this drear
dreamless time I clasp
your hand if only to reassure
that all our jewelled fantasies were
real and wore splendid rags.

 

Perhaps the tree
will strike fresh roots again:
give soothing shade to a hurt and
troubled world.

 


Amico

 

Ricordi
quella striscia di terra selvaggia
con l'albero solitario a difendere la punta
dalla lingua affilata del mare?

 

Il fortino che costruimmo con i rami
strappati all'albero è ormai legno morto.
L'aria che era densa del sibilo
di lance di toetoe soccombe infine
al volteggiare del gabbiano grigio.

 

Le radici della mangrovia gremite
di ostriche non offrono più il bel banchetto
di anguille argentate e lumache di mare
cotte in un bidone arrugginito.

 

Permettimi
di riparare i frantumi
dei giorni condivisi:
ma volevo dire
che l'albero su cui ci arrampicavamo
che nutrì e dissetò
i sogni di gioventù, non esiste più.
Premute contro le labbra, le foglie
dall'orlo sottile emettevano un sibilo;
ora non lasciano più scie argentate
sul fondo d'argilla spaccato.

 

Amico,
in questo desolato
temjpo privo di sogni ti stringo
la mano, fosse solo per rassicurarti
che tutte le nostre fantasie tempestate di pietre
preziose erano reali e vestite di splendidi stracci.

 

Forse l'albero
rimetterà la sua ombra a lenire la ferita
di questo mondo tormentato.

 


[ Tratta dalla rivista Poesia n. 298 - novembre 2014, Crocetti Editore: "Un cantastorie dalla fine del mondo", a cura di Marco Sonzogni e Chiara De Luca ]

 


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