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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Poesia della settimana

Questa poesia è proposta dal 28/05/2018 12:00:00
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di Franco Marcoaldi (Biografia/notizie)

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Che ridicole, le pose vanitose
e disperate dei potenti. Quando
sono al centro della scena,
si mostrano sicuri ed arroganti -
cala il sipario e in un istante,
senza pudore, alzano al cielo
guaiti, pianti, penosissimi lamenti.

È universale l'umano affanno
per il tempo che implacabile
trascorre, ma la parabola
dell'uomo di potere disegna un arco
più misero, meschino - ché dietro
all'eroico trionfatore si cela
quasi sempre un querulo bambino.

 


*

 

 

a T. M.


E dimmi, dimmi - tu, cosa ne pensi?
Un tempo, neppure poi troppo lontano,
ci intendevamo, accomunati
dalla lingua della medesima tribù.
Veniva a tutti spontaneo, naturale,
opporsi ad ogni forma di abuso
e prepotenza. Perché poi tanti tra noi
si sono fatti sordi e ciechi,
appagati di appartenere
alla ristretta cerchia dei salvati?

Allora è vero che era solo
la coperta dell'ideologia
a tenerci al caldo, uniti.
Adesso che quella coperta
si è stracciata, ciascuno viaggia nudo
e ciascuno risponde per suo conto.

Il coro tace, si è fatto solitario il canto.

 


*

 

 

Vado cercando un'altra legge,
ma i costi per entrare
in quel regno misterioso
sono alti - li saprò affrontare?

L'altra legge, lo so, promette
meraviglie sconosciute,
ma implica una traversata
lunga, solitaria, dolorosa.
Si seccherà la gola, prima
di incontrare quell'umida fonte
luminosa.

 

 

 

[ da Tutto qui, Franco Marcoaldi, Einaudi ]

 

 


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