:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Poesia della settimana

Questa poesia è proposta dal 29/04/2019 12:00:00
Pagina aperta 945 volte, esclusa la tua visita
Ultima visita il Tue Apr 23 15:51:00 UTC+0200 2024

Dal lavorio dei tetti

di Rita Stanzione (Biografia/notizie)

« indietro | versione per la stampa | invia ad un amico »
Invita un utente registrato a leggere la poesia della settimana »
# 3 commenti a questo testo: Leggi | Commenta questo testo »


 

PERDUTI E PROSSIMI

 

A uno a uno in fila

ogni mattina

svolta, pensilina

c’è un ordine a tenere ferme

le tormente, pieni di valeriana

e integratori, carichi di costanza

e umori da tenere alti.

Non passa

una premura per le soglie

l’aria dolce l’aria salata

corrono via nei viali

e noi chiusi in rigide spallette

saliamo cedue rampe di pietà

echi, flash che a sfiorarci

è tutta l’anima smembrata

un po’ illesa un po’

dove s’addensa la nebbia

e le tregue, le tregue

quando arrivano

con la pace selvaggia

gettano iperboli e ossigeno.

Loro forse sanno

che abbiamo un filo al polso

che siamo sempre prossimi

a tornare.

 

 

 

CIFRE INCANCELLABILI

 

Le piccole cose le iniziali

cifre incancellabili

tatuaggi della carne

le diciamo sottovoce

le fissiamo in dormiveglia col sudore

sulla faccia incorrotta delle soglie.

Cogliere, cogliere

cubiti di sguardi andati a sciogliersi

nella stanza delle albe al fuoco puro

dove l’aria ci attraversa

come una mancanza

non come un vuoto e il gesto

migliore per fermarla

è un muro bianco, la sintonia

con la tua fronte

dell’anima del chiodo. Quanto?

se un’arrendevolezza apre la calce

vuoi nascondere l’acqua ma la quiete

prende via le radici, sono sabbia,

si volge a te come il vicino

a un’ora che si spezza

ti chiede un po’ di zucchero

e in cambio ti offre il piatto

di un arcano dolore, sussurra

un grazie -di essermi fedele.

 

 

 

FOSSIMO STATI ALBERI

 

Tutto ci viene dato

come dentro un’immagine

appena appena socchiusa,

perfino le voci s’impastano ai soffioni

gravide esposte appese alle albe

con una lena estrema, di Foucault.

Fossimo stati alberi, in una legge antica

ad insegnarci come si sta

a cielo aperto di ogni tempo

immarcescibili,

l’annodarsi alla luce

e alle sue linee mosse

nonostante i fumi degli ossidi

dissolvenze ferite memorie.

Senza permesso esserci

frutti accordati al sapore

di polpa mitologica e non scienza.

Tutt’un segreto -radice d’aria,

un fruscio di sentieri

dove anche il più bel furore

si scioglie in humus.

 

 

Premio Letterario Il Giardino di Babuk - Proust en Italie, V edizione 2019, Opera terza classificata nella sezione A (Poesia inedita) ]

 


# 3 commenti a questo testo: Leggi | Commenta questo testo »