OMEOMERIE
In fondo restiamo unità imperfette
materia discorde, ibridata. Una biologia minore.
Insieme terra e nuvola, il germoglio
e la sua tenebra. Così di simile
in simile, l'uno nell'altro scissi
a compierci in un tutto disgregato.
Siamo il buio del seme, l'equinozio
di una luce ingenerata. Quel noi
che avrebbero potuto, e che non sono.
Commensura di uno spazio interdetto
a dire l'impossibile del dono,
il suo plagio perfetto.
*
(PLANCK
(A invaderci talvolta
è un bisogno d'ordine, disgregare
il continuo indistinto delle vite,
parcellizzarle per addensarne il senso
rendere il vuoto confutabile.
Forse dobbiamo a questo il nostro perderci,
redimere quel ganglio opaco
tutto il suo corpo nero
ed anche noi scoprirci irradiazione
di un fulcro stabile, luce compatta
cifra di una costante universale.
[...]
SCHRÖDINGER)
Crederla riscrivibile una vita
manipolabile come una formula,
cambiarne le variabili
per darle il risultato che si auspica.
Poterlo confinare tra parentesi
tutto l'errore, regredirlo a termine
trascurabile, devianza
d'origine statistica. E salvarne
un'ipotesi gregaria, pensarla
compiuta nel suo poco o nulla tutta
una vita, in quel solo attimo
di bene che non mente, la regione
di un perdono possibile.
Soltanto l'essenziale. Un padre, un figlio.
L'eresia necessaria,
quella sua luce salda. Tutto il resto
numero. Scoria)
*
COMPLEMENTI DI TEMPO
È come lo specchiarsi in un ritratto
-l'identico di vite differite-
la foto che hai lasciato nel cassetto.
Ritrae la sagoma di te da giovane
viso glabro, divisa militare
quello scompiglio d'anni aquilonari.
E posso credermi sdoppiato, tanto
ti sono simile, tanto da illudermi
di poterti vivere. Anch'io geniere
a costruire sul poco che tiene
un noi ancora indecifrato - e tu
padre e gemello a un figlio riformato.
Complementari di uno stesso intero
in quest'idea di un tempo debellato.
Un gioco a somma zero,
imbelle risiko di ciò che è stato.
[ da Notizie da Patmos, Fabrizio Bregoli, La Vita Felice ]