Giuseppe Lonatro
Nasce a Palermo nel 1962, sotto il sole d’agosto e con un ascendente in Acquario che sembra fatto apposta per complicargli la vita. Poliziotto in pensione, con oltre trentacinque anni di servizio, ha attraversato le strade e i quartieri più nascosti della città, conoscendone da vicino la parte più scura e autentica.
Cardiopatico, diabetico e fumatore incallito, tiene a bada il corpo con pillole, mate e una buona dose di autoironia. Corre la mattina presto, suona il pianoforte ogni giorno — il blues e il jazz sono la sua seconda lingua — e da più di quarant’anni scrive racconti, riflessioni e frammenti autobiografici che mescolano lucidità e ossessione, carne e pensiero.
Ama i classici, Bukowski, Dostoevskij e Camus, la fotografia in bianco e nero e in particolare la street photography. Nei suoi testi la memoria personale incontra la filosofia, l’esperienza si sporca con l’immaginazione e il disincanto diventa la forma più onesta di poesia.
Dicono di lui che è introverso, onesto, tagliente, capace di ascoltare più che di parlare.