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Raccolta di poesie di Valentina Grazia Harè
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Vita bellissima


Mi interessano ancora tanto i colori del mondo
E questo arcobaleno di supermercato
Da attraversare con le lacrime agli occhi…
Mentre prima il mondo non era e non ero io
E tra me e il deserto
-il deserto senza le sue mani
e quello che mi danno;
il deserto senza i miei romanzi,
come castelli costruiti dal dolore-
tra me e il deserto,
-il deserto senza le candeline tenere dei compleanni
spente tutte d’un fiato-
tra me e il deserto
c’era lo spintone dell’amore mancato.
Tra me e il deserto
-Senza sole e senza questo miele, questa grazia
di quest’arte nutritizia, per il cuore-
non c’eri tu
oggi ci sei
e questo mi fa attaccare alla musica
delle giornate che sono fatte solo
di mattinate mai spente
e mi arriva in fondo il loro coro

*

Ritrovarsi

Scoppia la tua risata sul divano
Come scoppia una leggenda
Che porta lontano.

Erano anni che non amavo la tua risata
E l’infanzia di ogni nostro sorriso...
Dove sono stata?
Sono stata là, dove si rinuncia al rischio dei prati
E i prati sono state tutte le giornate
che chiedevano abbandono
Quasi degli errori non ascoltati
E che avremmo dovuto amare.
Ora siamo pronte a cambiare il ricordo
Con il sole di oggi
E con ogni cosa che vive sotto la passione del sole

*

Lontano

E così siamo lontanissime
Come sputate lontano l’una dall’altra
Mi sento sperduta
Senza la via –ancora sconosciuta-
che mi ha sempre portato a te.
Forse è un ventre carico d’amore.

Forse è che posso sognarci tenere foglie
Dove la primavera si è incantata
O posso raccontargli le ombre che non hanno parole.

E torno ancora una volta al mio incurabile amore

Ma tu hai parole più in là del mio sguardo ferito
E più struggenti del mio capo chino
Su qualche amore triste e bambino

E finisce di essere incurabile il mio amore

Aspettano il mio sorriso le farfalle per la loro festa
Per la loro alta conquista

*

A Papà

Rose bianche, giovani sorrisi lievi
Rose brillanti e tu non c’eri.

Ho sentito l’odore acceso della terra
Acceso dentro come una famiglia
Come vedere l’amore fermo sui petali:
era il mio sguardo:
Quello che ti racconta con un po’ di dolore le rose bianche.

E nel tuo ultimo sguardo, il primo
Quello che raccoglie le rose come un cestino.

Sono passata accanto alle rose bianche
E poi non ti ho sentito distante:
eri fermo sui petali baciati per sempre
dal mio sguardo

*

Davanti al buio


C’è sempre un bacio davanti alla solitudine
C’è sempre una corsa che la vecchiaia ricorda e sogna
C’è un pigolio davanti all’ignota campagna
C’è il tuo abbraccio davanti al dolore
Per dimostrare al dolore che non esiste
E dietro a tutto c’è stata l’esperienza del mio amore
messo a morire nel silenzio
e la neve assoluta di lei
E non credere a un bacio, a nessuna corsa e nessun pigolio
Nessuna mattinata di pioggia tra le vette
Dove si avventurano zampette commoventi
Per il primo verde, che si va accendendo come un sorriso
Che risorge dal sogno.

E ora vivere è tutto un bacio davanti al cuore della notte
Nei miei giorni che continuano a nascere furiosamente
Incredibili e bianchi
Come milioni di straordinarie uova
Come avviene nella profondità del mare e della parola.

Così scompongo questo bacio che è il giorno, la vita
E ci trovo case rosse da ricordare e le canzoni e la tua voce
Da mettere davanti al cuore della notte

*

Un solo sguardo (a Gianna)


Mi basta che posi uno sguardo sulla mia giornata
e la mia giornata esiste esulta esagera.
E spuntano le biciclette, i ragazzini….
-sulla strada come fiabesca-
Con il loro piccolo esordio sfrecciando o cadendo,
ma sempre nell’amore.

Mi bastano le tue parole
che fanno spuntare le campane che suonano
così perfette nella mattina tranquilla e immobile
dove ogni fiore ama la vita con una tenerezza quasi triste.


Io nel tuo giorno, lontano dal mio,
tu nel mio giorno, lontano dal tuo
eppure i nostri giorni sono un unico giorno
il nostro, quello che tu vivi con le mie parole
quello che io vivo con le tue.

Noi nella stessa strada fiabesca, sospese nell’amore,
sospese dove siamo solo noi, dove è facile supporre un dio

*

L’Amica del cuore


Mi hai detto che stai male
E la casa è ridotta a uno spigolo
Dove io sbatto i miei pensieri randagi
Vorrei che la mia testa -di rimproveri e vecchi adagi
E sfortuna di madri-
La testa che cospira contro la felicità
Si aprisse e uscisse una cascata
D’acqua unica per barbagli infiniti
Superiori a tutti i poeti
Scendesse giù a lodare tutti i nostri momenti
Io e te recuperiamo il mattino
Perché io e te siamo la più gialla luce del mattino.
Al giorno basta la mia fame?
Dopo aver provato il giorno del tuo affetto
mi rimane nella fame.
Io che mi addormento sapendo che mi vuoi bene
Io che mi sveglio riscoprendo che mi vuoi bene
Torno alla delizia del tuo amore che non può non essere ascoltato

*

I segreti


I segreti sono sempre rauchi
Ma vogliono spogliarsi nello sguardo
Quando incontrano occhi che abbracciano.
Come ignorare quel corpo che per tanti anni fu l’attracco
Della mia fantastica nave
Sembrava libera, invece anche le onde erano schiave
Di tornare a riva, tornare a lui, che ghermì i miei pensieri.
I segreti sono sempre rauchi
Vorrebbero solo dire: “Io sono il desiderio, io sono questo”
Eravamo angeli nell’incosciente incesto
E più è stato trionfo più è sconcia quella gloria
Di attimi idioti. Mai avrei voluto sconfinare nel paradiso
Che rimane negli occhi colpevoli anche se lo scuoti

*

Il sorriso di mio nonno


Antica storia quel tuo sorriso
Mentre le tue mani mi davano da mangiare
Così sicuri, noi, nell’amore.
Ora dalla tua allegria stanno cadendo le foglie
Non riesco più a sgelarti l’autunno dagli occhi
Non ti basta aver saputo la nostra cara estate
Per suscitarne un’altra dal sonno della resa.

Ora sono io a darti da mangiare
E una storia nuova e antica si fa il mio sorriso
Direi che il tuo sorriso ora sorride in me
Per tutti i giorni che siamo stati sicuri nell’amore.

Ti parlo mentre ti do da mangiare:
Il tuo posto è nel profondo dei miei occhi
Dove sopravvive tenera l’estate dei giochi inventati
Tu costruivi il nostro piccolo mondo incantato
da mago esperto nel dare felicità.

Non parlare come se non fossi stato mai nel sole.
Ricorda questo piccolo mondo che hai amato
fragile e forte come l’amore,
antico e nuovo come il tuo sorriso:
non lasciarlo morire sotto la prigione del gelo

*

Arido amore


Il destino che non osasti ti sta rimproverando
in me, nelle lamentele della pelle
ridotta a radure, una spietata somma di radure
è stato l'averti arido amato.

Mi mancano i baci di tutta un'infanzia
per questo la bocca mi schiude poesia

*

Mi amasti

Mi amasti di amore non tradotto
Pestando i tuoi pensieri negli occhi
Pensieri non dati alla luce:
Spelonche offese dal mondo.
Pensarti era come sentire guaire un cane.
I disegni del tuo sentire non avevano bordi
Ma primordi di colore grezzo, cieco.
Di cosa soffre la bellezza
Se non del mio dolore?
Ché della poesia è fratello maggiore.

Mi amasti di una distanza perfetta
Per farmi cadere dentro me
Io che mi partorisco poeta o fiore
Per piangere con più dolcezza numerosi declini
Che preparano il trionfo della parola

*

Io ti resterò accanto...

Ultimi desideri di vita capovolti in delusioni,
ti senti confuso, noi reali siamo visioni
e l’astratto è un patto per vivere.

Neppure un volto amato,
tra la cornice dei visi stanchi
neppure due occhi di cui ci si può fidare.

Tra la cornice della finestra,
romantico un giardino non innocente
reo di chiamare a raccolta ogni cosa che vive.

Ma io resterò con te, così tu resterai con la vita.

Ti struggi dentro l’ora dell’addio
Come se già mi guardassi da un sogno lontano

Da un letto che ora è solo di guai
da dove mondo più non sai.

Io resterò con te, così tu resterai con la vita

perché forse il segreto è rimanere alla vita attaccati
come cuccioli che vengono allattati

A questa pazza vita che spesso si nega
Ma che con la sua parata di emozioni, insensata,
ci strega e ci fa da fata

*

Ragazzini

C'è una bellissima perfezione nell'allegria dei ragazzini
come lo eravamo noi: ridendo d'estate nel buio,
cullati dalla notte: balia d'argento.

Il ricordo di noi mi offre braccia di consolazione
noi in volo sul motorino, nel viaggio dell'incanto senza soste
sporgendoci per respirare le caldarroste.

L'arte di ieri è dipingere la tela di oggi
e ancora mi sorprende l'antica genialità delle battute:
la padrona pazzerella del bivaccare

Nei nostri giorni tutti da ballare
come se la nostra anima fosse una discoteca
le luci i nostri sorrisi e vivere la nostra meta.

Noi abbiamo vissuto di stupore sincero
e ancora ne abbiamo piene le parole
Mi culla il giovane ricordo in cui credo davvero.

Nella vita gli uomini fanno questa e quell'altra impresa
come dei disperati
quando nella vita c'è solo da sperare di essere cullati

*

A Martina

Ascoltarti era come cercarti negli occhi,
Da dove nasceva il fiume della tua tristezza:
Le radici dell’albero infelice di frutti.
Mi gettavi in faccia un pugno di incantamenti
salvati dalla fame del tempo:
Le briciole della vita che si fingeranno monumenti.
Eri scollata per una gioia che non dura
E così truccata che mi veniva da tenerti stretta
Mi dicevi: “sono impegnata a cercare l’eterno
Fra le cose passate più in fretta”

*

Come resta l’animo

Come resta l’animo –è tenue sapere-
quando si staccano dal bacio gli amanti.

Come restano gli occhi orfani
quando si staccano dai campi gialli
Delle vecchie stagioni che ancora ti bussano forte
Chiedono se è possibile
farle rivivere come la prima magia o il primo vento
che ti ha colto sorpreso e unito alla vita.

Come resta il corpo
quando si stacca dall’alba scarlatta
E rimane piegato nell’ombra di una gioia sfatta.

Come resti tu quando ti svezzi
dal calore di una balia- poesia...


Perché se mi stacco dalla piccola maestà
di questo carissimo vivere
Soffrirò e si staccherà dal mio viso
lo sguardo per te,
dolcissimo

*

Ragazza lirica

Amo le persone da ragazza lirica
non mi sveglio dal nostro piccolo mondo emozionato
quando poi mi dici: "non tradire i colori"
e io che non potrei, neanche volendo:
poiché essi sono il paesaggio caro e profondo.

Ma sono felice che tu me lo dica
Ti voglio bene da ragazza lirica

Troviamo la ragione di questo eletto pomeriggio
nell'essere insieme e confidarci i nostri cieli
tra sogni e realtà: l'eterno spareggio
e nell’ascolto: ricovero per chi è amato.

Tu mi dici: "Come stanno le tue principesse senza amore?"
Ed io: "Con altro amore"
Poi dico: "il nostro"
Ed è qui che non tradisco i colori

*

Nino

Nino, tu che brillavi in te stesso
e non avevi bisogno di stelle e altri aiuti umani
eravamo - i tuoi ultimi giorni
(ma non è stata mai una fine)-
un solo sogno di particolare dolcezza sublime
annodato da due mani.

Mi chiedo se ci sarà mai un luogo lontano
dove tutto somigli a quando parlavamo
Ci sentivamo principi e servitori nell'amore,
nella grazia eccelsa di essere una famiglia.

E attraversammo tutti i colori
da quello tenue di me bambina
e tu papà che guardavi i miei primi passi coperti di brina
all'azzurro disteso di lunghe conversazioni
al bianco del silenzio sospeso, nella stanza.

Nino, c'è una finestra che sfolgora bellissima
una stagione emozionata e rara
proprio come i tuoi occhi che mi dicono
che mi hai aspettato una lunga giornata
per raccogliere l'ultima canzone della sera dalla mia voce.

Mi colpisce la tua stanza vuota come una fitta
E la sveglia rotta che suona con impertinenza
come per svegliarti dall’assenza
E ricondurti dove stai bene: nelle mie parole.

Mi hai lasciato nel cuore di una stazione solitaria
dove aspetto che tu torni e,
sono sicura: farai oro del tuo sorriso
Io comunque ti aspetto seduta su una valigia
di enormi abbracci
per raccontarti come le tue parole sono le cose che vivo.

Non smettere mai di brillare in te stesso.
Fallo anche per me.

*

La malinconia è desiderio di primavera

Mi sveglio fra le braccia lentissime del giorno
La pioggia carezza la mia stanza
Come il velo la sua sposa
Che sorride sola nel buio
scopribile di teneri segreti.

Lascio poi il sogno e il letto
con il suo attorno di tepore
Per indossare le vesti di chi ha perso l’aurora

E finisco sempre per spolverare la tua foto
Come sei nullo di musica nella mia vita!

Eppure mi avvio per un viale
con un ritmo di alberi spogli
La cui eco mi raggiunge e suona così:
“Gli alberi spogli sono solo
desideri di primavera”

Sarebbe toccante essere in ascolto del cielo
come un prato
Invece del triste destino
di essere chiusi in una vecchia foto
E non optare per un cielo azzurrissimo
Che assomiglierebbe al meccanismo della felicità.

Solo a volte sogno la pioggia come un velo
e io la sua sposa

*

Papà, tesoro

Papà, mi guardo intorno:
c'è un mondo che continua a ballare,
mentre tu lotti nel silenzio.
Per quanto questa pioggia dovrà insultare
il mio antico e nuovo dolore?

Stamattina mi ha svegliato il tuo discorso sul freddo
Le gocce che scendono non sono carezze
è il pianto che alimenta il lago di Narciso,
una tristezza che vuole stare solo con se stessa

Le gocce che scendono
sono le sbarre della mia prigione ostinata
Io so però che le piante sono impazienti di luce
a ogni sguardo amico riecco il sole

La pioggia ha superato i limiti,
come fa a volte il rancore
coi bimbi lasciati a tremare
la pioggia non fa che acuire aspra
la voglia di vedersi splendere in uno sguardo amato,
come quello che ora le piante,
ansiose di calore,
tengono nascosto nel verde segreto

*

Come un angelo

Lontano nel sogno io ti incontrerò,
quando la notte diventa utero
culla di carezze e cuore della gioia
fuori dalle liti, fuori dalla rabbia e dalle amarezze.

Come un angelo domandavi quasi quasi
permesso di vivere,
con accanita dolcezza crescevi dentro di me.
Ma non ce la facevi, piccolissimo, ad affrontare il mondo.
Ti ha battuto il mondo grande,
non era fatto per te il processo del dolore
troppo sguarnito nelle molte tempeste.

Vivi quindi come una lacrima felice,
nel regalo della nostalgia.
Ora ti vedo sorridere in un posto assolato
un attimo più rarefatto e un attimo più innocente

Tu hai il nome di rimpianto,
i lineamenti scuri delle nuvole
che non ardiscono piangere.

Ma se è vero che in questa vita a volte
non si vive veramente
e a volte non si muore per vero,
ogni giorno ha un bel mistero che nasce
oltre le aguzze montagne che dividono i paesi e la gente
ma che sono commosse dalla primavera.

Mi perderò in simili pensieri per ritrovarti
lontano, lontano nel sogno
così lontano da sentirti dentro

*

Il sogno che tace

Quando mi metto a scrivere, avverto
una vita che si desta solo per danzare,

Il ricordo di un momento che è -potrei osare-
Un fuoco fatuo che mi ha colpito al cuore.

Ma io amo questo stare sola con i miei pensieri
pronti a uscire dalle mani che scolpiscono il vento
che ci è stato così caro... che ci soffiava via i vestiti,
le cose in più, le lacrime,
ci spogliava di bugie, ci levava il sonno,
scoperchiava le case e le abbandonava al cielo infinito
sradicava la malerba delle incertezze
e ci lasciava in balia del nostro respiro.

Il vento che ora riposa nel mio grembo
come chi ha la pretesa -ora- di volerlo solo scolpire

*

Il viale

Sul viale papà mi leggeva le storie

durante la luce delle fiabe io stavo bene



Lo faceva indicandomi con gli occhi il sogno:

re sfuggente del mio tempo interiore.



Il viale per un attimo è stato solo

poi le fiabe hanno imparato a esserci.



Ora mio padre con poca voce mi dice

che la mia scrittura è bellissima,

è il viaggio che si apre con la bocca:



"Papà, queste sono le fiabe che ti restituisco."



La vita gli gira attorno ora dolce ora cattiva

e il perno di dolore è il letto

e lui non sa più le strade, e i visi della gente



Io però indosso il suo amore per la vita

indosso la sua stella smessa

che non mi chiede altro che brillare.



Come tutte le stelle la luce è data per darsi

e io gliela dedico con dolore nudo,

a lui che mi ha insegnato le fiabe, un giorno, sul viale


*

Melodia lieve

Incompresi fiori col vento che li taglia in due
Io non rido quando definiscono questo giardino musicale
il margine della strada non principale.

I problemi che danno le cose belle quando sono nell'ombra.

Un angolo gentile che è già sorpassato prima di amarlo.
Un sogno da intravedere con la coda dell'occhio.


Mi duole l'oblio che insulta questo dipinto non lodato
senza pubblico e senza il giusto palco,

Se potesse sentire, questo giardino, esagerare il mio pianto
forse tornerebbe a cantare con me la sua dura melodia

*

Sentirsi così




Piango la fine del prato verde vissuto con te
Con una cicatrice e un grosso sorriso come regali
Soltanto il tempo di dire: “salvami! Io so solo amare”
Mi stravolse la parola antica nascosta nel pianto
Mi cambiò il nostro ridere,
Mi accese il volto il tuo amarmi
Mi distrusse poi il nostro amaro silenzio,
la caramella che sconfezionavo trovandoci bugie,
mi bruciarono forte le nostre scuse:
ma sarebbero state poesia ovvero qualcosa che non dimentica.
Ora soltanto mi carezza quello che siamo stati insieme
E voglio tornare a vivere nel corpo quel prato
-dove fu protagonista e donna l'estate-
gioire della sua gioia al vento
sentirlo fresco come le lenzuola d'inesperto incanto

*

Addio al sorriso delle bambole di pezza

"Hai più ascoltato i nostri baci nel ricordo?"

Mi disse invitandomi al grande giorno della nostra storia.

Gli antichi baci che furono così giovani.

"Sai", dissi io, "i giorni brillano un po' meno
senza le nostre pazze trovate in cui ci ritrovavamo”.


Il sogno è un terreno neutro di colpe in cui vederci.

E non voglio dialogare col destino per riaverti
c'è un uomo che mi fa vedere lontano
una terra così materna di luci

Ma forse devo dire addio alla cara ragazza
in un mondo di bambole di pezza…

Poi il canto divenne meno allegro di come lo cantavamo

Tutto bello, tutto carino: la collana e il cappellino
…vittima che non aveva niente da lamentarsi al telefono

E che invece taceva respirando la tua distanza-ghiacciaio.

La diva delle inquietudini con un'anima di silenzio.

Con te alla fine ero sola in uno strano formicaio

Dove mi sembrava che poi la sera avesse pareti d’acciaio.

E ora voglio sdraiarmi sulla sua mano ferma e buona

e non più sul vento

*

Eri bellissima

Ricordi, piccola margherita,
quando rilucevi sorrisi
a chi ti guardava? La gioia grande dei piccoli
insegnavi all'aria.
Eri tutta aperta e abbracciata alla vita.
Sembravi raccontare di un'interiore festa.

Era toccante il tuo modo di stare al mondo,
tenera e ignara,
rallegrando gli sguardi opachi
di chi da tanto non vedeva
cose così belle e felici
come il tuo occhieggiare speranze di colore
nella vita grigiastra della non- motivazione.

Eri bellissima poiché generosa
con la nostra tristezza.


Sei piegata come a ringraziare tutti
con un inchino
d'aver recitato così bene
la parte di chi dà allegria
seppure nel tuo fugace, raggiante,
denso, fulmineo destino.

Ora tutto impresso nel ricordo
come resta sulle labbra
il bacio del più grande amore.

Ora esisti nel mio sorriso
e ti confidi con le mie lacrime

*

A Franca

Hai rubato gli occhi
alla segreta della mia poesia
hai frugato nelle mie cantanti gioie,
e nelle mute cicatrici
hai detto parole sui tanti amori
lasciati al buio a decantarsi.

Ti sei avvicinata
con il passo lieve- contento dell'amicizia
Varchi sempre le soglie comuni
dove tutti si fermano paurosi
hai l'ardire del volo nelle anime altrui

Hai cullato i miei personaggi
delle favole con bontà materna
piccoli lapilli di risa
sono volati da te nella lettura del mio teatro
e ancora doni per te,
nella persona della vita, io ti darò...

E questo "noi" mi fa credere
che l'eternità è di questo mondo

*

Cinque punti a favore della vita

Noi, a incendiare la pelle di nuovi incanti
nella mia stanza dove ogni cosa così profondamente significa.

In noi la vita balla di un peccato così nobile e alto.

Fra noi transiti di emozioni magnificamente precarie
che volano a stormo nel cielo che abbiamo creato.

Di noi si dirà che eravamo più bravi dei fanali parigini
in bagliore, o che siamo noi stessi il senso di quel bagliore.

Per noi c'è una storia tessuta sul nostro corpo
con dolore di spilli e tenerezza di cotone.
Quasi una consapevolezza: e ci diranno che è l'amore.

*

Il trionfo dell’oggi


Via la sete di quel che siamo stati
inverni in frantumi nei nostri racconti
inverni da bandire, a mai finire
in chilometri e chilometri di vene.

Sete di quel che siamo! Facciamo pace
con le vertigini della nostra sensibilità.

A ogni ora sboccio nuova per te.

Sboccio anche fuori dai vestiti
in modo singolarmente dolce.

Sboccio fuori talvolta dalla nostalgia delle tue labbra
che mi chiamano a vivere, a ritornare in ciò che vale.

Oggi godiamo le risate: le figliolette caduche del tempo.

Sete di noi, se no di cosa vivremo domani?



*

A Mariella


Mi sorprende nei minuti bui che corteggiano la mezzanotte
un'ispirazione dal profondo:
scavata con carezze nelle radici del sentimento
alla sorgente tiepida degli occhi che amiamo.

Devo raccontare, io devo raccontare
quel pomeriggio quando in mezzo a mucchi di parole
banali, verità circostanziali, e pose

Io vidi nell'attimo con lei fiorire commoventi rose.

Lei rivelò senza veli il suo sentire.
Disse: "Mia madre non c'è più, ma so sorridere ancora"

Quel pomeriggio sviato da mille parole alla deriva
Le sue, invece, mi diedero l'effetto di un'isola di candido amore.

Ed è per poche parole come queste
che l'aria si arrossa lontano e denuda le sue vene
nelle eteree azzurrine speranze di non sofferenza

*

L’incontro dolce

Ero sulla costa della sensazione di te e di me
con l'ebbrezza del tuffarsi nell'indicibilità
- incoraggiata dal bisbiglio gioioso e notturno
delle sibille, custodi dei fuochi che speravo-

Soltanto un tempio chiaro di silenzio era il nostro bacio.

E più cresceva il dirupo tra il dire e l'arcano
più era emozione, era un volare fresco di gioventù
dettato dalla tenerezza di sguardi che hanno atteso
e si sono trovati nel nodo di braccia ed esistenze.

La vita mi persuade infinitamente di sapore

*

Al mio Prof -sull’altalena della vita-

Ancora più diamante di tutti gli amori è questa amicizia
La città con i suoi negozi apre i suoi occhi vividi
mentre la sfrecciamo in macchina, ebbri di risate.
Le ore si sono dimenticate.
Viviamo solo di mattina.

Ad un certo punto dell’anima, una domanda:
“Posso scrutare nell'alcol di un ricordo, professore?”
Certe volte sento la sua voce nascere dal malore della sera,
certe volte mi pare che il suo cuore mi faccia bella compagnia
e la vita sia più onesta in questo splendido regalare.

Ma porta luce il passaggio di stelle sulla sua fronte colma
dove c'è una partita a dama
tra verità esistenziali e realtà quotidiana
e vorrei che a vincere la partita fossimo noi
che parliamo da dentro la vita,
da dentro il segreto dei giorni felici: non essere soli,
e sovvertiamo anche se solo per un momento
la condanna al dolore che in due perde il suo bruciare

Piccoli poetici ramoscelli, siamo, ai venti testardi delle sere
Venti che se la prendono sempre coi sogni più belli

*

La musica che mi hai dedicato

M'induci al sogno che sta dentro alla musica che suoni per me,
ogni nota mi porta verso la possibilità di un amore e di una vita

Sento un torrente di cose auree da vivere con te
di giornate da dispiegare al sole come i panni colorati
della signora che li stende pensosa e si capisce che attende
ed è vicina a essere felice pur nel silenzio del pomeriggio
che accarezza -spesso- le sue verità:
la sera significherà lo sguardo di lui:

l'eterno insediarsi di una parola d'amore nell'affanno del giorno.

E, come questa donna che ha una vita bianca e sfiorita, ma bella
davanti all'altare del cuore, così sono anch'io nelle mie parole:
loro si aprono come fiori e sprigionano teneri
l'essenza di ciò che tu senti per me.

Come un'ansa di fiume il mio corpo ti attende sincero
e un'anima di bimbo incantato gli fa da corredo
canta il sogno nella fantasia e lo cerca nella realtà
vuole sentire con te il mistero dei versi
e aprirlo come un immenso dono di poesia

La tua mano troverà i miei fianchi e il mio seno
come meandri di luna addormentati
che il tuo tocco risveglierà, uno a uno, come stupori di mezzanotte

*

Con lo sguardo di una prossima estate

Mare d'inverno, non spiaggiare il mio amore
o la mia voglia melodiosa d'amare
Portami piuttosto nel chiostro umbratile e difficile
del mio piccolo sentire: provincia delle vittorie umane

Spargerò volantini fra la gente sulle prossime estati
Dirò di cercare -dentro- un chiarore per poterlo poi riconoscere
allo spuntar dell'atteso amore.

E a questa storia d'amore e terrore che è la vita
io mi voglio abbandonare dolcetriste
per amare nuda e sciolta dall'ipocrisia...

...Per fermare una magia appresa con te
e lambirla ancora colle ciglia brillanti di ricordo
della lacrima più bella di ieri
dove nuoto ancora per approdare in un altro sguardo

*

Ciao Josephine

Quella dolcezza ribadita in ogni giorno della tua vita
ti sorprendeva come la sorpresa del mondo per un pulcino...

Questo pulcino non posso più proteggere con la mia allegria.

Sentire esistere però la tua dolcezza anche più forte di un abbandono.

I tuoi occhi infantili, vivaci
sono -ora- compito lieve del ricordo.

Ma noi stavamo bene quando parlavamo
è strano, ma la violenza del mondo
non entrava nel profumo dei gerani lì in balcone
Non entrava nelle nostre parole.

Non mi vestirò di nero perché mi abbaglia di colori il tuo ricordo
Non piangerò perché mi sorridi nel ricordo

Ultimamente ci davamo soltanto amore in forma di sorriso.

I giardini che via via ora nascono alla bella stagione
non avranno più il tuo sguardo ad amarli

Non sapranno più per chi essere spettacolo




*

Il raggio felice

Mi chiedo sempre quanto durano i raggi di sole
se tutti gli sforzi di essere felici
siano solo solletico di lunghi capelli sul collo aureo di Dio.

Il cielo è intenso quando amiamo
è il sole nelle ali dell'aquila librata
è la pura poesia che di buon'ora si è levata.

Il raggio di sole è caldo come sangue
come le mani che stringiamo per trattenere la vita

Se siamo stati felici è perché non ci siamo chiesti
quanto sarebbe durato.

Il tempo smette di essere crudele per un poco.

Dobbiamo solo amare il piccolo raggio di sole
non chiedergli nulla, aggrapparci a lui
con l'euforia zitta di chi chiude gli occhi per baciare

*

A mio nonno

Tempo addietro c'era un sapore di terra ridesto

nei mattini indefinitamente belli

Ora usi il comportamento delle giostre spente

Volgi lo sguardo alla vita ed è luminosa

Mi guardi e c'è la paura del niente

Tremi e hai già lo sguardo dipinto di buio

Chissà se le giostre si risveglieranno...

la loro gioia mi tocca l'anima da vicino.


Grande per comprendere e piccolo per emozionarti:

La montagna e la frana.

Il mio canto alto sopra la ferita umana.



Quando un mattino respirerò una nuova era del mio cuore

Saprai convincermi ai luccichii dell'esistenza

Saprai farmi allegra pensando che niente è vinto

né io, né te, né la nostra bellezza di essere.

Ma restano lucidi gli occhi

per vedere più bella e lucida la vita



Siamo quel che amiamo

*

Il castello che ho visto nel buio

C'è un castello che sale al cielo per te

Un castello che vive semplicemente di luci
come te quando sogni il futuro
come i tuoi desideri appassionati messi in fila all'orizzonte
ad aspettare lo sfolgorio più grande
quasi un amore che ti travolgesse di risa.

C'è un'alcova in questo castello,
c'è una sala dorata di specchi forte delle nostre intensità
dove il buio ti fa il regalo di vedere:
hai un respiro diverso da tutti gli altri respiri
dove la vita è più che la vita che vivi.

Ci sono i giardini del primo amore
quelli che si sognano tremando da piccoli
e da grande ti fanno bambino e altro è tremare.

Ci sono anche le stanze buie che non ti dedico
le cui tenebre ho ingoiato
per non dare a nessuno gli orrori
conficcati nella spensieratezza di pochi anni.

Voglio darti soltanto delle rime ricche d'aurora
che infartuano il canto degli alberi e li fanno statua
nella memoria. E mi conducano gradino dopo gradino,
come primizie di poesia, primavere promesse,

dove mi attende un principe ragazzino, da anni,
che mi innamora e mi porta a pensare
che noi forse saremo un giorno un'infanzia sonora

*

Alla mia vecchietta

E' nelle cose che suonano che io sono con te,
amica mia, viso bambino di un corpo esausto
quando mi dici: "ti chiamavo", ma
il silenzio non è mai una risposta e non dà pietà.

Suonerà ancora la mia voce per te un "sono qui"
e ci saluteremo ogni volta con un "a presto"
schiacciato il cuore dalla pesantezza di un addio
come una pausa tra le note, un trauma
a spaccare le speranze troppo in fiore
in cui abbiamo sognato.

Vieterò alle lacrime il loro sentiero istintivo e triste
fino al sorriso insegnante la magia di una stanza carica
di ombre e piccola luce angelica,
dove noi avvertiamo che l'amore esiste.

La musica di poi sarà una pazza, enorme nostalgia,
sarà sapere di cos'è fatta ogni lacrima per te.

E' nelle cose che suonano che ti sono vicino
musicisti tenui sono le cose lasciate indietro
la piccola eco che ti tiene su una margherita
quasi senza più petali, a sognare, rapita
ciò che puoi solo sognare.

Ora c'è un piccolo dono,
dalle mie mani calde per le tue mani fredde:
il gesto di darti un cioccolatino dopo una lunga strada
Quella che seduce come la città che si spegne
e la voglia infinita di non vedere l'ultima finestra spegnersi
aggrappandosi all'ultima luce dell'ultima finestra
che vedi prima di dormire

*

Ogni goccia di pioggia che cade...



Ogni goccia di pioggia che cade
è una lacrima che ti tolgo dal viso, e il ricordo
delle nostre parole mi assale, raddolcito.


Ticchettano le gocce sulle foglie come un orologio,
quello del cuore - che non ha scrupoli di tempo
o reticenze- e fa del pensiero di te
qualcosa che c'è intensamente, sei vero come la pioggia
sono vera come le foglie
che hanno sete d'attenzione, di una parola.

In un giardino resuscitato a primavera...
la terra accoglie l'acqua come l'acquasantiera
dei tuoi occhi tristi.


Allora la pioggia non è più
il monologo del nostro dio in lacrime
ma il nostro dialogo del romanzo- vita,
del telefono- aedo
con cui soltanto di abbellire questa malinconia di oggi
con la forza della pioggia ancora ti chiedo


Con la fragilità delle nostre piccole emozioni
Faremo noi le stagioni

*

Dal buio le parole

Portami nel bosco dei tuoi silenzi più doloranti

ne faremo parola, susciteremo mondi interiori

dai confini di luce infranti.



Sarà un gioco ben poco modesto

-forse da matti-

schiudere a sorriso la ferita dell'anima

far parlare poesia ai suoi margini scarlatti



Come labbra che aspettavano un bacio dal destino.



Ogni parola è istigata dal vuoto

e dal male che a volte c'è nel silenzio

ma se tu la ami, questa rima sofferta,

e le sei amico,

ti si schiude l'universo lirico

in ogni sua commozione di stelle:

imperterrite a brillare e a dire

la loro dolce opinione di luce e poesia.



E il vuoto non è più vero perché la strada dei versi

porta a sorgenti, porta ad un sogno di rinascita

con amore di suoni realizzato

che non sa le doglie della luna:

il giorno che non voleva nascere

dalla notte triste del suo passato.



E le parole aiutano la luna a sgravare il piccolo giorno

che è fatto di parole, delle tue cose più care.

Nasce -piangendo raggi- l'amore

*

L’amore fermato alla fermata

Oggi ho visto due innamorati abbracciati
alla fermata degli autobus
e ho pensato che il nostro pianeta
non fosse più geografico:
ma in loro il mondo era degno di nota.

La tela della città oscura e felice
loro salvavano con amore.

La sera cercava di affliggere
il giorno del loro sguardo
dove resisteva un'allegria fiorente
che è amare ed essere amati.

Ma loro avevano orologi incantati
come -del resto- tutti gli innamorati
mentre i loro baci erano più veloci
degli autobus che non prendevano

*

Leggendo la finestra

Certe sere mi par di leggere l'angolo di poesia
dalla mia finestra, e tutto -la gioia,
le foglie verdi e i rami: inscheletriti pensieri-
tutto è servizievole alla mia poesia.
Tutto si offre a me dolce come una passione, tutto è donna.

L'albero che si ama da solo nella danza del vento,
e mi parla della sua bella solitudine...

Sono colma della mia finestra -non so se è sciocco-
e vorrei saperla tradurre.

Racconto l'eterno crampo e l'eterno grido
che ha impietrito il fluire del giorno in un'estasi di mia fortuna

Gli spettri non sono più senza parole come nel giorno,
il vento non è più altro, si confonde col respiro.
Lo stupore ha i suoi figli, lampioni della strada.
Non è raro.

Capisci, non ci sei più tu, non ci sono più io, c'è la sera
che ci avvolge, e la poesia in prodigio di sentire stravolge.
La storia di un anarchico sentire, che rende conto solo all'amore

Ho imparato i versi fra i rami dolorosi
Ho amato la mia finestra, metà data
alla mia veglia felice e alle mie parole quindi felici,
metà al sonno delle piccole case e
al silenzio delle stelle che io dico.

L'ho aperta sull'ignoto sorriso della mia poesia
che si conosce quando conosce la sera

*

Noi dentro il colore di noi

Tiro calci all'esitazione che mi vuole ancora
Ma poi accetto il brusio sincero dei tuoi baci
sulla spiaggia bianca del collo.
Scoppiettano armonie azzurre.

Si snebbiano di divieti le mani
Mi squaglio nel tramonto di un abbraccio
Buona notte anche alla paura.
E si sveglia una fiaba felice a lungo taciuta in me.

In un corpo che è stato ferito
ma è lo stesso luogo della nascita degli astri

*

Lei chiedeva solo amore

Ascolta questa bambina che muore dalla sete
Questa bambina che i suoi mostri veglia
sulla parete dove la notte ripete amarezza.

Ascolta questa bambina che vorrebbe essere una pianta dorata
per vivere eternamente in un giardino di una bella giornata.

Non sei stata culla dove sognano i bambini
né pelle che riscalda
né patria con tutti amici
né casa con una tavola e tutti seduti.

E lei vuole sempre amore senza mai riposare
più della primavera, più della rabbia del temporale.

E tra le pagine le più belle lacrime
di poetessa schizoaffettiva bipolare.

Loro dicono: a tavola non si può cantare.
A tavola una bambina non può cantare?
Una bambina deve cantare, se è una bambina.

Ascoltala, lei non parla ma prega
non pensa con discorsi ma in versi
e immagini di mondi lontani, dove tutti i bambini
sono nei viali, anche quelli che il giorno
non guarda e non ama,
- i viali senza carezze di passi-

ed è un trionfo raro se qualche bambino vi saltella
e affida il suo grande dolore solo a una stella.

E' bello dire che questa ombra noi definiamo vita
perché alle sue spalle c'è sempre una valle, ingenua,
che non si stanca di sperare.

Sono contenta perché lì ci sono bambini felici
C'è sempre qualcuno a farli sentire qualcuno.

E lei ogni notte si addormenta piangendo
nel buio tra le braccia della poesia

*

Strappata

Mi riconosco nella profonda sera scura
e in lei sono un piccolo argine
di bellezza solare e vergine
che l'esercito dei dolori trascura

La mattina qui è una pallida croce fra l'erba,
un dolce albero storto, deviato dalla gioia,
che ha ancora la sua tenera voglia di controluce

Che pesante mi ama e che mi ha scelto
come un neonato dal seno a furia divelto

Posso portare questo martirio mano manina
solo se c'è un fuoco, intenso, a parlarmi d'amore
ad abbracciarmi di estrema poesia, ed estrema è la notte.

Sia chiaro: non è stato il sole a bruciarmi l'innocenza
e neanche il vuoto del cuore che riempivo con le dita

Forse la mancanza del sole
e la presenza del vuoto.

Non voglio più vivere lontano dal miracolo

*

Al mio bambino che mi riposa nel cuore


Saresti nato con troppo pianto
o saresti stato persino tu il pianto stesso
Non ti avrei potuto insegnare nemmeno
la gioia contenuta nel verde delle piante
Quando solo il sole decide sulla loro vita
perché siano così belle
perché senza sole non è vita
niente può essere sogno

Come le mie parole che possono essere illuminate
solo da un dolore uguale a loro.

Tu non potrai mai vedere niente
di un mondo bellissimo di colori e notte
questo mondo posso comunicartelo carezzandomi il ventre,
e anche se per poco sarai con me,
-sei il mio attimo preferito-
sarai sempre innocente come il primo bacio:
la tenera trafittura di un raggio di luna per chi si ama.

Forse mi darai col tuo sorriso trasparente
la forza di vivere che in questa vita non trovo.
Forse tu -assente in questo mondo-
Sarai più forte del vuoto della vita
Perché non lo conoscerai mai.

E tu non dubitare: le piante e il sole li vedrai
ma con gli occhi chiusi
perché tutte le più belle cose si vedono così.

E la meraviglia è sempre al di qua degli occhi

*

Il dono


C'è una rosa nel mio ventre che cresce in silenzio
è il dono di uno veramente grande per noi piccoli
sognatori di quaggiù.
I palazzi rossastri dove gente sogna e vive
sono stati quadro pastello dove entrare e camminare
accesi dall'amore che respira con me -nella densità di un cielo-
Le carezze rapite dagli anni ora non smettono di carezzarmi
Il pianto del piccolo -al primo balenio di questo mondo-
sarà ciò che mi farà ridere d'amore
Ci sarà sempre questa rosa -nei giorni e negli angoli dove passeremo-
e poi noi con felicità passeremo in lei

*

Cose perdute che ritrovo


Adesso vivo dentro al sublime,
vivo di cose perdute che ritrovo
la stretta di mano di lui, come quella di mia madre, il ruolo
della delusione, piccola compagna dei miei occhi
pieni di luce infranta,
la sua mano mi faceva sentire tutta la distanza
delle nostre mani unite,
mentre il suo sorriso imitava il sole e non ci riusciva.

Adesso ritrovo la gioia dei giochi quando ancora
il mondo si deve costruire
Nei libri ora la stessa gioia di esplorare,
pagine e pagine ed è ancora amore.

Poi ritrovo la notte in cui avevo paura, ma ora ci sei tu
a colmare col mare i miei fiordi di malinconia
A baciare i miei ricordi sperduti come bambini.

"Papà, come stai senza di noi?"
gli domandavo e questa tristezza ritrovo
come la solitudine di una piccola luna
nella profondità del silenzio degli amori
come la garanzia di avere un cuore.

Poi ritrovo letti d'ospedale soltanto
per non essere riuscita a sentire l'amore.

Ritrovo una carezza e un pugno nel suo doppio sguardo.
E ritrovo dolci anche le braccia ora smagrite dalla malattia
Le braccia della madre che mai hanno saputo
cos'è un abbraccio

*

Noi come inizio

Siamo sempre qualcosa che comincia:
Siamo sempre madre e alba.
Siamo tutti gli amori.
La bocca che baci dove una lacrima passò.
Siamo tutti i più profondi dolori.

Vivere nella pienezza, avvertire la commozione
che mi prende quando tu e il sole siete
il mio inizio, il tutto ancora da vivere però già sognato.

E la sera seduti in una piazza dolce di poche luci
pensavo: "il mondo brilla e nessuno lo capisce"

Siamo un amore senza delusione, né rughe
il prato non ancora adulto
Lo scorrazzare dei cani festanti
Forse siamo solo dei bellissimi, misteriosi istanti.

Mi sento parte di una bottiglia di colore
piena, e coloro ridendo con te tutto quello che vivo
con un sentimento vivo
di essere sull'uscio della gioia del giorno.

Di essere il Natale di ogni cosa che viviamo

*

Le parole di lui

"Ricorderò i tuoi seni come fiori che ho visitato,
quando il mio corpo sarà solcato
dai rigori dell'inverno.

Tu mi hai preso per mano,
mi hai preso per magia, quel giorno

Ti sei scaraventata su un amore,
senza pensarci troppo. Eri facile e felice.

Mi hai detto: <<domani ci vediamo?>>
Ed il tempo è passato come volare
E noi innamorati, come usciti dal tempo
Ci siamo fermati a guardare la felicità
nelle cose da niente.

Come giocare sono stati gli amplessi
nell'annata dell'amar delicato"

E ancora mi dicevi: "ricorderò i tuoi seni
come fiori che ho visitato,
quando il mio corpo sarà solcato
dai rigori dell'inverno"

*

Quando il ricordo è carezza


Dopo quell'amore, fatto come un vento,
Io feci del silenzio la mia dimora
per non perdere in parole la luce di quell'ora.

Io mi riconobbi fremito dinanzi alle cose di ogni giorno
Così ogni cosa era la bellissima canzone dell'Aldiquà
E le mie risate e quelle di lui scappavano per la stanza

e la vita finalmente viveva.

Senza vergogna, ma con fierezza di bianca statua
l'aurora cominciava a luccicare: triste e fatua.

E non potevo non aprire le finestre con dolcezza.

Pregavo il giorno di non darmi l'oblio
di momenti saputi come eternità

Tra la gente -poi- un sorriso di dopopioggia

*

Gianni


Mio nonno è commosso, dice che vivere
è una bellissima esperienza.
Io so che un giorno i ricordi saranno blu
mentre ora per lui tutto è lotta e sangue.
Sofferenza.

Poi mi racconta del militare, con le parole semplici
di chi non ha studiato, con la saggezza di chi ama,
mi dice del gattino che gli sta sempre accanto
e di quando si è sposato
in mezzo a un trionfo personale.

Io so che è un bambino di fronte alla sera
e questa sua bellezza sa ancora di mattino.

Quando consegnerà i suoi occhi alla notte
io sentirò spegnersi il giardino della mia infanzia.

"Non temere, quando ascolterò il cuore
sentirò la tua voce"

*

Resoconto


Con lui fecondai l'assurdo e nacque l'allegria
e chinò il capo sconfitta la malinconia
e vinse il corpo e spaurì l'anima
e rivisse l'infanzia e sognò il futuro

e il cuore?
...chi sa qualcosa del mio cuore?

*

A Gino, nonno poeta


Condividevamo il rosso degli occhi
mentre a volte ti invidiavo l'azzurro
quando le cose mi impedivano di essere cielo.

Ora la notte sei un sogno nel sogno.
E' un momento in cui grida la poesia
Tu mi chiedi: "quanti anni hai, ora?"
ed è una gioia che ha il sapore delle lacrime
perché consapevole del tempo:
Sei vivissimo nei miei occhi chiusi
e morto quando li apro.

Ti vorrei dire, caro nonno:
ci sono fermate assolate
di autobus, piene di sonno,
dove ci sono persone
con poche parole e molti figli

E io mi chiedo che me ne faccia
di tutte le mie parole, a volte.
Se non so a chi dirle,
se non so con chi trasformarle
nella verità di baci e carezze.

E continuo a pensarti, e continuo a pensare
E mi chiedo il movente di tutto questo piangere
La spontaneità di quello sguardo azzurro
che gli anni hanno conservato
come la contraddizione della mia stagione,
senza te.

Tu mi parli quando io scrivo.

*

Mia piccola e tramontabile creatura


La mia vecchia piange il suo essere nuda
cercatori d'anima nella penombra, siamo,
in una piccola stanza sempre di sera.

Abbiamo sguardi d'amore di sola andata
e attese di vita fuori luogo

Siamo una necessità di odissee
che forse nessuno ascolterà.

Io spero che amleno il mio urgente amore
possa essere il vestito che lei, vanitosa, ha sognato
che copra i debiti del passato con un abbraccio

E le faccia da coperta, da cielo o da sogno
Una roccaforte di nostra tenerezza
contro la morte ingrata come di grata alla finestra

*

Un prato sbagliato


C'è ancora -tra gli alberi-
un'intensa conversazione di foglie
che si sanno tiepide nel sentimento.

Ma quest'uomo non percepisce più
né stipendi né venti

E anche quell'ultimo sorriso di lei
dentro al passato e dentro alle vene
è uno spiraglio o un'accusa
dalla finestra di ieri.

Una rosa sospesa negli occhi
che non sa che farsene
della propria bellezza.

L'amore di ieri è solo uno spiraglio
Quando lui vorrebbe la vita
fosse ancora un abbaglio.

Quando ancora sentiva il vento
che stormiva tra i capelli
della donna che dormiva, gioiosa,
la sposa dell'esserci la notte con lui.

Su un prato dove c'era una donna che rideva
e soltanto quando i fili d'erba la carezzavano
allora era primavera

Ora cammina da solo,
e dove cammina è solo un prato sbagliato

*

Sensazione che splende in me

E' un mondo bellissimo
dove molto ho sofferto.
Che ne sanno i ruscelli incantati
delle mie lacrime?

In un mondo di sole io sono una luna

*

Nelle lotte fra i cani...

Nelle lotte fra i cani
dove l'amore rifugge
Nel presagire la sera
dove l'innocenza si strugge

Ho nell'anima un piccolo angelo
che non gioca mai.

(La scena si finge nel regno del dolore)

Così le sue mani crearono
un vento di prodigio
che fece dimenticare il dolore

E ora ti vorrebbe cingere la vita
per respirare -insieme- la magia della vita.

E poi un "ti amo" tra gli alberi secolari.

Nel tardo pomeriggio l'amore
è diventato incanto

Un piccolo angelo
-senza essere visto-
si asciuga in fretta il pianto

*

Caso mai un mandorlo in fiore

Caso mai un mandorlo in fiore nei miei pensieri
dolce e sepolto dalla mia vita di ora...
è dietro ai miei occhi chiusi
e non più parte delle nostre braccia

Come quando sussurravamo pensieri
pieni di giochi e di bianchezza.
Per dimenticare di esser stati orfani d'amore.

Caso mai guardandolo ricorderò i miei giorni
ricorderò te, tu che sei stato i miei giorni
e li hai fatti un mistero di allegria.

Vive poco il bianco amante
-è un benvenuto di silenzio-
nella mattina declina una muta poesia di tremori
una voglia di sole -quasi carnale-
Fa l'amore col vento freddo.
E' un nuvolo bacio di fine febbraio.

Per darci vago il profumo della primavera
a tratti furba con noi, a tratti sincera.

Si sveglierà e io lo saprò dalle sue mani bianche
dal ricordo di una strada incantata
dalla melodia delle madri senza ironia
che così spesso ti ho cantata.

Caso mai qualche petalo sul seno...
petali di cui il cielo fa a meno
li vorrò io...
sono sicura non sarà per caso.

Il nostro mandorlo
Domani si sveglierà e avrà un volto nuovo
e io amerò di nuovo

Ricordando che fioriva per noi due...

Tu eri l'amore della mia vita
ora la stessa vita è l'amore della mia vita

*

Momenti di sale

Quasi non mi piace più l'idea
di essere circondata da un'aureola di bambini

Quasi non sogno più, ho risvegli d'argilla
Non rinverdisco più i sogni
chiudendo gli occhi, chiuso è il giorno
e il mazziere triste -sopra le nuvole-
ha decretato le tristi sere.

Non chiedo più niente al giorno:
Ho male nel vedere il suo maledetto oro.

Nascono ad ogni istante insidie
erbacce nell'amore.
L'orizzonte dolce continua a posare per me
mentre ho solo voglia di essere pioggia.

Non si percepisce nell'aria altro
che sapori d'un'estate vinta
consumata a tutto andare, così: da sorriso
a sorriso... e poi com'è straziante tornare

In un giorno che non oserò più
rinverdire dentro me

*

Amaro e stupendo


Lo sai come ti ho amato?
Con l'ingenuità di un popolo illuso.
Ti ho creduto sempre
ho amato la tua bocca
anche se parlava bugie.

E ho baciato quindi le bugie
nella tua bocca
Con le tue scuse mi addolcivi
E pur di non soffrire
ho ingoiato la falsità in cui vivi.

E allora chi ho amato? Cosa ho vissuto?
Lo scoppio delle risa, con te,
è stato l'oppio di chi mi ha derisa?

Ma non si cancellano le storie
per non cancellare se stessi
dall'albo delle albe migliori.

Ho amato il nostro tempo
amaro e stupendo:
il gioco dello sfinimento.

E' una strada violenta
quella dove non ci sei
e i miei incubi potrebbero diventare veri.

Tu: il mio guaio
L'amore: un usuraio

Voglio una persona
che mi ami anche senza un paesaggio
Che voglia solo stare con me

Per arrivare al cuore della vita
dove un bambino
-che forse significa il domani-
sorride al sorridere della vita

*

Dolce interregno

Ricordando i sogni della notte
Lui ti diceva:
"Vorrei ancora fiorire sul tuo corpo"

Tu rispondevi: "Abbracciami
Ma abbracciami forte"

Ed è quel momento
tra il sentimento della notte
e il sentimento del mattino

Quell'interregno di dolore
che non è sogno
e non è ancora vita.

Vedi nascere il sole
e raccontarlo a qualcuno
non rende la magia.

Entri -con un mezzo sorriso-
in un giorno di sole.

E se guardando dalla finestra
un viavai di bambini in festa
Ti sorprende
E' colpa della vita che non si arrende.

"Regalami ancora
La fortuna di un'illusione"

*

Papà

Papà, tutta la mia poesia piange per te

Forse fu quella tua carezza sul mio viso
-la tua mano fragile, quasi un fiore intristito-
che ci impedì di litigare per giorni e giorni

Per te, tutta la mia poesia, papà...
Che la vita si innamori di nuovo di te

Tu condannato innocente
con tutte le luci della vita spente

Senza vedere più
nè le stelle nè il sole
Ti accontenti di sapere che fuori c'è il mondo
con il suo odio e il suo amore:

una vita in differita.

Tu mi chiami "vita mia"
e intanto te ne vai via

Solo tu possiedi i sorrisi e i pianti, le fiabe
di quando ero piccola, e la dolcezza.
Non morirà la dolcezza, vero?

Vorrei regalarti più di una poesia,
la poesia della vita

Le cose di tutti che a te sono negate.
Vorrei regalarti un tempo pieno
un arcobaleno di me bambina.
Il tuo sorriso di prima.

Ma tutta la mia poesia piange per te...


*

Tu nelle parole

Io ti parlerò con la parola
che si colora, si sfiora, si addolora
e poi s'innamora

Perché tu per me
sei cielo e sfacelo

Il mio astro e il mio disastro
Qualcosa che splende
e poi si arrende

Qualcosa di più dolce della luce
del giorno:
Nel tuo bacio
c'è un amore che vive
e che ride

I momenti con te:
La stessa cosa di un sorriso
Ma a volte il mio sorriso è chiuso
non vuole sbocciare.
A volte è un bimbo che non si vuole fidare.

Quando ti racconto la mia storia
-assurdo fiordo di malinconia-
è lì che noi diventiamo il mare

*

Un giorno una tela


Riportai sulla tela
il privilegio del sole:
la facilità dell’ispirazione.
Raccontai di un amore
che prima di un sapiente addio
ho amato nell’immanenza delle ciglia dischiuse
così reali, eppure dipinte
erano lontane, azzurre nella trascendenza.
Non oso chiedere ai colori
nella dolcezza di uno spettacolo finito
il sovrappiù della magia
che mi avevi regalato tu.
Ma ogni quadro terrà stretto a sé
Il segreto
Che la realtà nasconde
Ma al sogno risponde
E che ognuno sfrutterà
Nel proprio privilegio del sole.
E i sorrisi buoni
E tutte le cose che non si ripetono
Domani, nel ricordo, torneranno
Quando il sorriso e il pianto di un amore
Diventeranno un capolavoro.

*

Io senza vento


Ora che non ci sei ho saputo
che piove.
Forse neanche più il tuo sguardo a vestirmi
di antica dolcezza.

Mi vestirei di sorrisi passati,
ma sono senza bocca
Anche il vento oggi è senza mani.
Noi prestavamo i sorrisi all'amore
e le mani al vento.

Volevo dirti che ti odiavo, ma ero
solo una foglia al vento e non potevo odiare
chi mi faceva volare.

Ti direi col mio silenzio il rimprovero
che nessuna madre seppe mai...

Ora è il mio esilio da tutto e tutti
tranne che da me stessa: quella amara
che guarda quella dolce e impara
ad essere ancora più disincantata.

Poi è spuntato il sole.
Il famoso coraggio del sole,
immobile illusione
nel tacere di una storia,
nel tacere del vento
Almeno il vento sapeva la strada.
E da te sono sempre tornata.

"Sì, signora, oggi una bellissima giornata"
E ho pianto
perché tu non mi hai chiamata

*

Dopo la luce

Dopo aver visto la luce di quel sorriso
appena nato all'amore, nell'allegria del girasole
e poi lasciato alla sua strada
Lei capì che il mondo avrebbe avuto
la ferita di una spada.

Ricordava l'adorazione di un attimo
fatto solo di loro stessi
e della loro così provvisoria sicurezza.
"Che sogno leggero sta volando con le mie ali..."

Loro soli, a guardare il paesaggio
fra le tende bianche
di una stanza, punto di fuga della loro speranza.

Il mondo era bello perché
lo sapevano insieme e silenziosi.

Li aveva giocati il sole
Ma ora eccoli a contare le ombre,
i girasoli di colpo spenti negli occhi
e tutti i bambini che avrebbero pianto e riso
in braccio a loro...

Avevano amato entrambi tutto ciò
tutto ciò che si dà alla vita:
una finestra o un sorriso
qualcosa d' improvviso
a gettare lampi nella notte del non sapere
e del non sapersi.

E adesso le giornate che vive lei
sono giornate di passato
e il presente non è più un regalo,
ma un ripetersi amaro di quel faro
che era il suo sguardo
che ancora getta luce, ma fa soffrire
perchè è all'imbrunire del sogno
che lascia tracce sul suo corpo
ormai purtroppo
senza più infinito

*

La nostra alba



L'alba si rincuora con una parola nuova
l'ho sentita stamattina con te
quando ho amato il giorno che è nato
senza soffrire, anzi con freschezza
di foglie, alla finestra.

E la parola è come le foglie
è piena della vita più piena.

E noi siamo gli incendiari dei nostri sogni
che l'alba non spegne
ma si fa lontana fiamma di parola:

"Ricordo di fiamma che non inganna"

Non cerchiamo la "Luce del Mondo"
preraffaellita
ma la luce del mondo di questa vita

Religione si fa il tuo sguardo
che guarda il mio sguardo:
solo noi, i fedeli dell'alba profana
che si rincuora con una parola nuova.

Questa parola si sveglia in noi
come un'intima alba del di dentro.





*

Un silenzio che racconta


Il giorno che finisce amaro
-e le tenerezze che oscura-
è una persona che amavo.

Carezze messe all'asta
C'è una gran folla di persone sole
nella piazza

L'infinito di quei momenti
ha chiuso i battenti

Che ritorni il giorno
che prima era adorato
che ora è addolorato

Che mi dica amore
il tuo sorriso, anche se si è intristito.

Ricordi? non puoi dimenticare
l'eternità
di quei giorni contati

Il sole negli intenti
Il sogno o la luna
negli occhi che non sanno più incrociarsi,
dolorosa eclissi.

Questo silenzio è la mia apocalisse

*

Cianciando con la luna con leggerezza


"Ieri si è fulminata la lampadina della mia stanza
ho creduto fosse un presagio... "
"Il solito mese di maggio!"
"Chi ha parlato? Cos'è questa vocina?
"E chi può essere, se parli d'amore?"
"La luna? Ho dimenticato le mia medicina!"
Ma, Luna... io per lui avevo il mio amore di distinzione
pronto nell'anima dispiegata a bandiera
che vuole soffrire ma solo nella sera.
E la luna, sincera: "smettila
e apparecchia, piuttosto, il tuo amore di distinzione
per lui. Il tutto con garbo e -soprattutto- silenzio.
Noi siamo più stupidi
-la maggior parte- quando parliamo
Altri più stupidi ancora non sanno che dire
I più intelligenti parlano poco
-e... modestamente sono la mia prole...-
Alcuni geni non parlano ma creano parole.

"Luna, tu di che categoria fai parte?"

"Beh... diciamo... conciosiacosachè..."

"Non esitare, oh diletta,
lo so che ti piace farti ascoltare.
Della tua risposta, poco modesta, ho sentore"

"Sì è vero, parlo un po' tanto agli amanti.
però sussurro... quindi parlo di meno...
sì, va bene... quando mi lascio andare
non metto mai il freno...
Ma cosa ci posso fare?
Si sa che quando c'è l'amore
io sono irrazionale..."

"Allora era un presagio la mia lampadina fulminata?"

"Non proprio..." la mia Luna sembrava imbarazzata.

"Perché tutto si è fatto buio e io mi son trovata
con la Regina dell'Amore qui a parlare?"

E lei, ridendo argentina: "Chi è innamorato lo sa:
Per farmi ascoltare fino a domattina...Ah ah ah!!"

*

Accendevo poesie

Madre: un assoluto invernale sulla mia pelle.
Farfalle rare solo nella mia mente.
Un assoluto da amare...
Se la mia pelle era fatta per il sole?
Se la mia voce sapeva solo cantare?
Se ridevo con mio fratello?
Se il mondo nascondeva -dentro- un duello?

Tutti si chiedevano perché le mie ballerine
non sorridessero...
Avevano già l'inverno di mia madre
nel duro obbligo dei sorrisi di plastica
e danzavano, senza gioia,
animate dai non colori
nell'assurda stagione del non sorriso

Io non ho un sorriso di plastica
perché intenerito dal pianto
che ritorna spesso nel sonno franto

Non riesco a ricordare un sorriso di mia madre
Forse non ha mai sorriso...

Mi perdo nell'assenza di una casa:
la strada da percorrere fino a lì mi fa cadere
quando vorrei solo appoggiarmi a lei
senza il passo immobile che è il senso di colpa.

Bambina, recitavo sempre le mie poesie al buio
Accendevo versi coraggiosi nell'oscurità
- senza madre ci vuole coraggio a vivere-

e me ne riscaldavo le mani, mentre
l'inverno carezzava le mie poesie
ma non le conquistava


*

Storie di vento


Io e te vivevamo gelosi e in simbiosi
parte dello stesso tronco
come un abbraccio di un'unica felicità

Ora viviamo la tragica diversione dei rami:
due felicità separate.

E attraversiamo pomeriggi di pioggia

Approfittando dell'appuntamento
che ci concede il vento.
Ci sfioriamo nel cielo per caso.

E dalla carezza dei rami a volte traggo luce
Pensando che ti amo invece.
L'amore ci gioca
quando la luce è poca.

Non sappiamo che sfiorarci
e non sappiamo che raccontare
storie di vento... che sono le nostre storie.

Quel vento che ci fa viaggiare,
nel cielo, di passione e attesa

Che ci unirà ancora una volta
come una speranza d'amore
consumata tutta di un fiato

*

Speranze


Nella grigia aria della città solitaria  
-nel vuoto di un brindisi solo pensato-  
Io sono toccata, in questo giorno d'assenza,
dal fuoco delle mie parole
che parlano lontananze
di gesti infiniti
-abbassare la testa e pensare a te-
come la danza dei pianeti
-semplice e dolce- come sentirti respirare. 

  Profeta annoiato nel pomeriggio
so comunque che mi ami.  
Tutto intorno lo dice:
l'estate vicina vaticina
certezze di carezze
l'inverno è morto
ma c'è ancora la sua anima 
tra gli alberi
come uno sguardo sospeso
tra ieri, oggi e domani:
una sopravvivenza di silenzio 
che vuole essere dolce.  

Danzo nell'incanto di sapere
che mi aspetti o forse danzo nel saperti, soltanto.

  Il dramma dai miei occhi hai raccolto
come si miete un sogno cattivo
dalla notte di un bambino.
La città è solitaria
-non importa quante persone passano,
ma quante persone sono sole-  
Tutti sembriamo aspettare
danzare nell'incanto di domani
comprare vestiti e cosmetici
per nascondere il giorno d'attesa d'amore
che ci fa assomigliare l'uno all'altro.  
E che ci vede per la strada soli
lo sguardo metà rivolto fuori
metà dentro.  

Chissà se sarà moneta di valore...

*

Solo il ricordo

Nei suoi gesti ora lenti ora spenti
una giostra in disuso
– nel buio un corpo deluso –

Improvvisamente:
Il ricordo e la freschezza
che avevano i giorni con lei:
Lo schiaffo della primavera.

Adesso guarda la vita di sbieco:
il suo volto un vicolo cieco.

Dice:
“Lasciatemi solo la magia del ricordare.
Venero l’idolo del passato
perché sono io ed è lei
e tutto il resto l’ho sputato
lontano, dove nessuno
mi prenderà più per mano”

*

Piccolo brillare


Mi sembrò che mi avesse
regalato il mondo:
pomeriggi di pioggia,
condividendo la pioggia
con un accenno di malinconia.
Poi la musica della sua mano nella mia:

"Finché ci sarà musica
io sarò viva"

L'inverno s'illuminò
di un'idea d'amore.
Il nostro tempo felice:

"Non lo dimenticheremo, vero?"

Eppure tu hai dimenticato
Hai avuto -nel lasciarmi-
La bellezza di Charlie Chaplin bambino
che per la prima volta
vede il mare.

E così sono rimasta sola
in un castello troppo grande
senza voci di bambini
che giocano a combattere

E il mondo mi sembra muto.

Forse mi hai regalato
un ricordo da raccontare
un fragile bimbo
che non sa camminare
una piccola stella
che ha paura di brillare.

Ti ho amato
-gli ultimi tempi-
con l'amarezza di un angelo
caduto qui per caso.

E i nostri occhi sono -ora-
L'indomani di una festa

*

Abbracciata alle parole

Ti amo nella precipitazione di mille parole
e mentre parlo si rischiara amara l'infanzia
Allora comincia a piovere e si addolcisce il terreno
come un amore che aspettavo più o meno.

Parlare, eppure andare oltre le parole
non c'è abbraccio senza cuore
Non voglio scegliere fra le parole e l'amore
la meta è non essere divisi a metà.

Scrivere:
un altro modo di essere vivi
un altro modo di avere figli

La lingua di chi soffre.
La precipitazione inattesa
sulla fine delle storie
o -ancor prima-
sull'aridità di chi mi ha voluto bene
per sentito dire.

Ho lavorato duramente
per guadagnarmi un sorriso...

Potrei morire se non avessi le parole
e se non avessi te non avrei le parole
e se non avessi le parole non avrei me stessa

Morte e poi vita di una poetessa

*

La giostra spenta

Quel che prima sentivamo
era
mormorio di luci
passando vicino
ad una giostra in festa.
La giostra, la giostra
l'allestimento scenico
della nostra vita.

Ora è un occhio chiuso
un sogno spento come la notte
una canzone senza voce come
il nostro stare l'uno accanto all'altra
e il rumore dei nostri passi
non è più musica,
non siamo più parole, risate,
ma solo dei passi sulla strada.

Prese di coscienza, accettare
che non siamo più così vicini.
E' triste la parola "esperienza"

Credo che noi siamo stati l'essenza di una giostra.

"Convincimi -ora- della vittoria del silenzio"

Gli occhi colorati delle navicelle
-senza bambini- mi dicono:

"Ma non c'è niente di più triste
del cieco
che prima vedeva"

*

La Terra che rinasce


I nostri corpi:
gentilezze d'aurora
nella notte che
non ci addormentava ancora.

Mattino presto:
mi svegliò la pioggia
e la mia anima era fatta di pioggia.

Poi ho sentito la Terra che si svegliava
in un bacio chiarissimo:
questo miracolo intenso
di accorgersi in un momento
di esistere.

Tu dormivi, ma io sentivo il mattino.
Ero di casa nello splendore.

Avevo l'intuizione dei santi
e l'ardore degli istanti

*

Ansia di mondo


Io non protesto -accanto a te-
sono muta e non respiro
perché questo giorno con te
è più vivo
delle piante del sole delle stelle
smaglianti e vanitose
di tutte le rose
di tutte le scuole
di tutti i bambini
di tutti i camini accesi

Amo la vita e ne conosco il ventre.

Immischiata nel tango
più stupido e più bello
di tutte le mie stagioni

Catapultata nella pazzia di un amore...
questa cosa bella che siamo insieme
siamo le più belle ore.

Poco importa se siamo
nel tempio -teneramente umano-
del finito e della bellezza

Ora mangio gli orizzonti
respiro la tua attenzione
Il mattino è il diritto di avere
quest'ansia bruciante di mondo,
di caldo...
di te

*

Maratoneta


Non corro per scappare
ma per andare verso
Il che è diverso
La mia poesia
di un solo verso
di un solo verso

*

Dioniso


Perché Dioniso ha condizionato
il mio amare
Lo ha avvinazzato di presente
Fino a farmi diventare messaggera
di stupendi fuochi fatui
che diventano nostalgia
La sera

Perché tu sei la risposta alla mia sete
L'acqua che il greto
-in segreto-
ha bramato

Lontano dalle frustrazioni
al passo delle canzoni

Lontano dal deserto
Vicino alla sorgente di noi

C'è nel mio cuore l'incanto semibuio
di una stanza
Dove si celebra
la più dolce assenza

Il domani non lo capiscono gli amanti:

"Il fuoco ha la verità di pochi istanti"

*

Un ladro di mimosa


Confesso che il mio cuore è stato
Un ladro di mimosa
E ti ha rubato la tua età più meravigliosa.

Ti ricordo
sperduta nell'oro di essere giovane

I tuoi discorsi
-fatti con gli occhi belli-
sembravano raggi di sole
nella mia casa povera e vuota
piena solo di noi.

Così un giorno raccontavo di baci
mentre ora tu racconti di croci.

Persino la luna ha un mancamento
nel cielo più alto
dove non si dovrebbe desiderare più.

E invece io non sono la luna
e non posso non pensare
che una volta mi hai detto:

"Ti ho amato quasi per un'autocoscienza
di vestito rosso"

E avevi lacrime sul seno
nudo, e il sentimento nudo,
e gli occhi che ora chiudo

Assaporando -dentro di me-
le sere del dispiacere
e del tempo che adesso non è
più quel marzo...

E so che anche il ricordo di un bacio
può far male, ma è sacrosanto.

Eri dolcezza eri amore eri preghiera d'eternità
eri un vestitino corto
eri la mimosa -quando esplode di gioia-
che più non scordo.

Ma se non avessi rubato la tua giovinezza
tu non sapresti dire cos'è la giovinezza.

E la mimosa sarebbe solo una cosa

*

La notte che si fa vita

Aiutami a raccontarti cose fiorite
cose fiorite nate questa notte

Aiutami a distillare l'amore
dal suo gemello dolore

Non fare che il buio sia nero
quando siamo insieme.

Mi serve la notte per non essere ferita
dall'evidenza dell'alba.

Mi serve la notte
che non ricorda se stessa
e non vuole essere parola.

Nella notte siamo i colori
nei sogni dei bambini
senza colpa.

Ascoltiamo una malinconia di angeli
in questo albergo a ore
vicino al mare:

Angeli dagli occhi impauriti dall'alba.

La notte si fa vita in un respiro comune
Soffio di vento: piccolo vagito
che dentro me ho sentito.

Aiutami a essere -noi due- una cosa fiorita
Una cosa fiorita nata questa notte

*

La mia vecchia gentile


La mia vecchia gentile
mi aspettava
nel tempo immobile del cortile
di una casa di riposo.

L'avevano dimenticata
come Ungaretti voleva farsi dimenticare
nella poesia di Natale.

Poi, mi svelò un segreto:
"vivere è stato come carezzare
un grappolo d'uva a occhi chiusi"

E il sapore ancora sentiva
E gli occhi un'altra volta chiudeva

Sulla donna che era stata
Sui figli che avevano dimenticato
Sulle vie dove era stata libera, gioiosa
Sulle lacrime tra le pagine rosa,
Sui discorsi col marito
Sui rimorsi
Sull'anello al dito
Sulle faccende di casa, sulla roba stesa
sulla musica delle stoviglie, era la famiglia,
sui primi passi dei piccoli e altre meraviglie,
sulla sua bambina
che gioca
Sulla luce fioca di due manine nel tramonto.

Tutto questo era stato per lei la vita:
Un grappolo d'uva
sotto una mano ardita

Poi sempre con gli occhi chiusi
dolce fu l'addio
di chi esige ancora il mondo
e il mondo gli viene strappato:

"Vorrei uscire con te,
vorrei essere libera
per le vie dove sono stata libera
Per le stanze dove sono stata madre
per la stanza dove sono stata moglie...

Vorrei vorrei..."

E il poema della sua vita
continua nella mia vita.

*

La favola triste della piccola stella

Io, piccola stella di siparietti ballati,
Nei miei occhi truccati
Pochi indovinavano
Richieste d'amore.

I sogni mi dominavano.
Tutti mi dicevano:
"tu non sei razionale"

Ed io: "mi lasci qui, sola,
senza musica?"

Ripensavo alla favola strana
della notte
dove l'abbraccio non era pensiero
ma sogno.

Dicevano che ero psicotica
e bella
Sotto i riflettori
La più sperduta, la più triste stella.

Alla finestra, sola,
aggrappata ad una luna
che voleva andar via,
mi dicevo:

"Cos'è questa rarità?
Questo essere nella vita
senza essere vita?

Questo mio sorriso
senza progenie di fiori colorati?"

Infine nessun bambino
ha respirato con me
e io ho solo dato
brividi a buon mercato
alla gente

Questo è tutto

*

La luna per sempre


Dietro la tua bocca
c'è un biglietto d'invito
-ogni uomo sa che la tua bocca
è un biglietto d'invito
per mille bocche:
sei l'amo che non amo quasi più-

Dietro i tuoi occhi
c'è un biglietto da visita
al tuo dolore
-anche questo conoscono
mille uomini come me:
ho quasi il dolore di non provare
più dolore per te-

Dietro il tuo respiro c'è stata la mia vita
-forse l'unica verità-

"e questa è la luna per sempre"

*

La ninna nanna solo immaginata


Il cuore come deserto
tempesta di sabbia
mi rende cieca
e trema la terra
e ogni arcobaleno
non è che un sogno estremo.

Tra la sabbia che confonde l'orizzonte
c'è una sola parola:
"perchè?"

La bambina non comprende.

"Com'è triste, mamma, l'inverno:
i sogni bruciano sconfitti
e la cenere sono io
che a raccontare
rimango sconfitta"

Timide foglie
provano a essere sorrisi.

Come un silenzio ostinato
o come la ninna nanna
che non le hanno mai cantato.

Sente la vita dentro
come lungo lamento.

Poi resta sola nella sua stanza
col suo cielo
dove i suoi dolori dormono
-di un sonno leggero-
e pensa:
"perchè, mamma,
mi hai dato la vita a metà?"

E fuori nevica la cenere.
E' tutto ciò che rimane
di una ninna nanna solo immaginata

*

Foglie ingiallite


Foglie ingiallite
Vivono solo nel ricordo.
Il ricordo di qualcosa
di banale
e immortale
come un sorriso di madre.

Ero io la protagonista
di una tragedia consumata
in una casa
dalle finestre cieche.

"I tuoi occhi erano due fiammiferi.
Perchè li hai spenti?"

Mia madre non sentì.

Quando a sette anni
lei mi chiese:

"Perchè sei triste?"
E' morto qualcuno?"

Sfidandola
e giocando con le tendine
-per nascondere il pianto-
sentii la mia voce dire
come una pioggia dolce e insperata:

"E' morta la mia allegria"

*

Per strada


Capita che io pianga per strada...
ma raramente, pensando a lui,
quando il giorno è
un viavai di marionette artefatte
alle quali non posso raccontare
il mio pianto,
dove il cielo si è infranto.

Allora penso di raccontarlo agli amici
-quelli che hanno gli occhi come dico io-
e sarò compresa
dirò che mi sono arresa.

Ma io torno a pensare
che era un bacio il mattino
una speranza un bambino
un'amica la città
un cane che non ha più fame
il passato.

I nostri baci veritieri
si sono fatti sentieri
che portano
alla strada dove a volte
capita che io pianga...

Ora mi domando:

"Si può essere capitani di una nave
che naviga d'altrove?"

*

Io che l’ho amata



Io che l'ho amata
ricordo la dolcezza vivente
del suo sguardo
orizzonte triste di ricordi
(lupi in agguato)

e poi la dolce cantilena
di una vita in emozione.

Era la principessa
dei concorsi di bellezza.
Di fronte ai suoi occhi
nessuno parlava più.

Lei mi diceva
che ero luce del giorno
piovuta dolce
sul teatro del suo passato.

Era la principessa
del letto disfatto
e delle lacrime sempre pronte.

Mi diceva:
"non mangio perchè non ne ho voglia"

Poi l'agonia del nostro mondo
condiviso
la morte con violenza
Le strappò il sorriso.

Ora lei è solo ricordo
non canterà più con me
e forse io non canterò più.

La guardo, è lì
chiusa nella televisione
non le arriva il sole

Di fronte ai suoi occhi
Non parlo più.

Ma se sono luce del giorno
-come lei diceva-

Voglio scaldarla.
Ha bisogno di sole.

Ha bisogno di me

*

Dolcezza della vita


Io e mio padre
spesso parliamo del sole che spunta.
Lui è su una sedia a rotelle
ma sa correre e volare con gli occhi
che vedo capaci
di carezze e baci.

Mi dice:
"La vita, la vita nonostante tutto"

C'è gente che vuole scalare monti
solo per non avere rimpianti
Ma per lui la vittoria è l'emozione
che fa storia la vita.

Mi dice, ancora:
"Il caffè è più buono se me lo porti tu"

Io non so immaginare
quando non glielo porterò più.

Tanti anni fa
Mia madre lo insultava, lo colpiva, lo feriva
lo uccideva
e uccideva me
Che dalla mia parte
Avevo solo le stelle.

Facile per una bambina
in un compleanno senza sole
esprimere un desiderio
di qualche candelina.

Una bambolina nella tragedia.

Ma lui mi ha regalato il gusto
di sapere che la vita
non è sparita insieme alle grida

Che c'è la musica e i libri
Che c'è una luce al tramonto
da cui le case sono amate.
Aspettate: c'è l'estate!
Può nascere un amore per ogni sole.

"Il sole che spunta... papà...
Allora non me ne accorgevo... è strano:

Il sole ci dichiara amore
ogni mattino"

*

Ricordi di reami felici


Nella fugacità eterna della notte
Io amavo il tuo sorriso fuggiasco
Mi dicevo:
"In questo abbraccio io rinasco"

Con te festeggiavo la vita
e tutte le cose che la poesia ferma.

E quindi il nostro abbraccio
così alessandrino
Mi lasciò al mattino
Un reame vuoto.

Le campane mi facevano quasi piangere
e dicevano che il mondo non moriva

Se mi lasci avrò ancora paura
della morte.

Ci siamo svegliati nell'alba
del tutto è possibile

Il ricordo della notte
Aveva il tuo sorriso

*

Così forte di gioia


Io rido così forte di gioia
davanti a un arcano
che può essere la sera
che guardo dalla mia stanza

O il ricordo di un prato
dove un sole desiderato negli occhi
di un bambino è la madre.

La mano nella mano
è il nodo duraturo
passato presente futuro
ci riempie o ci strazia.

Un arcano
è una mamma e un bimbo
che si tengono per mano.

Una divinità misterica è il sorriso
del bimbo, che a lei dedica.
Non è niente una stella.

Se c'è certezza nella mano
della madre, su quel prato
Qualcuno si è salvato

*

La poesia del deportato


Aveva gli occhi neri
di straziante bellezza
la ragazza del deportato.
Lui diceva:
"una sola ora mi resta
per racchiudere l'infinito
di due occhi.
Morire fucilato
quando dentro hai un sogno
d'amore
che non vuole morire.
Morire quando il suo sguardo
dice vita.

Ah sì! morire per la partia
sono un uomo di grandi ideali
sono un uomo pieno di paure.

Forse in paradiso ci saranno
occhi neri
di straziante bellezza.
Rivedrò il suo viso magro
e capirò dolcezza.

Perchè non conosco altra luce
se non quella di una terrazza
in piena estate
quando ci stringevamo la mano

E di viaggi pensati
parlavamo.

Ma, possibile?
tutto finirà,
ma io avrò strappato l'eternità
alle giornate estive
afose di troppo amore.

All'abbraccio della morte
sacrifico
due occhi neri
di straziante bellezza

*

A mia nonna


"Nonna, mi piace calpestare
le foglie secche"

Mi mancava già
La guardavo:
sembrava un sottile nastro rosa
che confezionava tutti i miei ricordi.

Ed io pensavo: "le regalerò un libro
la farò felice!"

Adesso è in ospedale
e fa fatica a parlare.
Noi parlavamo sempre
dei libri che leggevamo.

"Nonna, finisci di raccontare il sogno
che mi dicevi"

Mi mancava già.

Ricordavo tutte le volte
che mi aveva abbracciato
Ed io per le lacrime
rimanevo senza fiato

*

Edificio


Non posso condannarti per le carezze
che non mi hai mai dato
Come non si condanna un edificio
e la sua tristezza
che non piange

Ma mi fu insegnato ad amare
di quell'amore
che di carezze implode

*

Nido



Com'è che dormi
e sei la stessa cosa del silenzio?

Abbracciarti
-nella semplice enormità
della notte-
è un piccolo universo.

I sogni vengono da distanze
di miglia e miglia
di lontana meraviglia.

"Nel buio mi hai salvato
dal mio buio"

*

La luna di oggi



In un angolo della stanza
che è stato un angolo di cielo
che rideva...
Io rimango sola:
Amante di qualche gloria.

Non offrire alle mie braccia
lo spettacolo dell'inconsistenza

Perchè sono rossi i giorni
che vanno via con te
Come le guance che avevamo ieri
Come il vino che era lo stare insieme.

Ma il nostro amore rimarrà sempre
un carro di trionfo
che passa fiero nella sera...
...nella sera che non posso toccare.

E il sole di ieri
è la luna di oggi


*

un amore di retrovia



La tua grandiosa dolcezza
è in fin di vita
nei miei giorni.

La poesia del vento è sbiadita.

Mi aggrappo a un amore
di retrovia
Come un soldato che ha paura della guerra
Come se tutta la tua dolcezza -ora-
fosse una guerra
alla mia delusione
che sputa in faccia all'incanto
che non crede più nel vento
perchè tutto il vento è morto con noi.

Pur di non essere abbandonato
ti abbandono io.
E resto come un bimbo nella pancia
della mamma
o come un depresso nel suo letto
o un genio che tiene tutto
il suo splendore per sè
e che fa dispetto al mondo.

Come una voce da tenore
che non canta e rimane nel cuore.

Mi accontento di un amore di retrovia
e rifiuto tutto il vento
che faceva andare così belli e veloci
i giorni con te,
c'era una luce ardente
nel nostro quartiere fatiscente.

Il vento mi può carezzare
ma non è più il nostro vento
E io rifiuto l'incanto

Poi bevo una birra
e il ricordo selvaggio di noi
è sonno, è infanzia, è raggio.

Il sole che nasce è ancora la vita.
E' ancora l'amore. E' molto presto.

"Il sole scommette sempre su se stesso"

*

Dov’eravamo?



Non sentivo immalinconire
i palazzi persi nel bacio del sole
Perché ti avevo fra le braccia.

Ed eravamo nella tua stanza

Ma io non ero proprio nella tua stanza
ero nuvola, ero seta
ero un altro pianeta
ero dissolta

Troppo assorta
quasi come una preghiera del corpo.
L'estate è stata.

Ci ha attraversato l'alba
e abbiamo finito per struggerci in tramonto:
Tutto questo in un momento.

Ora so che nella tua stanza
noi siamo i sogni che
non hanno bisogno di dormire
per essere tali

Non ci addormentiamo
eppure abbiamo le ali.

Con te disorientarsi è trovarsi.
Siamo nella vita. Nient'altro.

*

L’equilibrista innamorato (sindrome bipolare)



Io lavoro al circo delle circostanze
spettacoli di animali, luci, sentimenti.
Io ci lavoro col sorriso
e non sempre è sorriso quello che sorride.

Ma per te, amore mio
ho venduto tutto ma non i brividi.
E se la gente ride
io rido più forte perchè almeno io
ho un amore.
Che ride più vero della gente.
Che ride dolce.

E per l'amore io sono equilibrista
contro il tendone rosso
con stelle solo disegnate.
"Amore, baciami, quante ne ho passate"

Per te io sono equilibrista nei giorni.

I miei abbracci sono diversi
Sono un'ironia della sorte.
A volte regalano, a volte trattengono.

Vorrei darti sicurezza,
ma le mie mani tremano
le mie mani sono un dono di sofferenza.

Vorrei non essere una giornata
che comincia assolata
e finisce tempestosa.

Vorrei avere l'immobilità felice e bellissima
di una rosa.

Come faccio a dirti che non sarà mai così?

La gente si diverte con le mie risate
ma forse hanno la realtà di stelle
solo disegnate.

E se anche tu mi devi lasciare
come mia madre
io rimarrò solo nel mio mondo bipolare
forse non rimarrò nemmeno con me.

Io vorrei solo trovare una sola faccia
della realtà, una faccia buona.
La tua faccia.

Io vorrei essere il poeta equilibrista
che ha la rete sotto
La sicurezza
Il corpo bianco e vero
della sua donna

*

Poi l’autunno



Mi dicevi fra le lacrime:
"quello che conta è la luce"

E il cielo era vuoto
e nessuna stella ci dava ragione.
Fu una lunga notte nella quale
non sapevamo già d'amarci.

Ma poi ci destò l'autunno.

Doriamoci di stupore
Siamo amanti d'autunno
pieni di raro sole

Ascolta l'autunno poeta:

"La fragilità delle foglie
diventa forza
con la forza del vento"

*

I nostri fianchi


I nostri fianchi disegnati nell'ombra:
Stendardi di un mondo che non è più
quando noi incontriamo gli altri
e parliamo con tutti
e diventiamo di tutti.
I nostri fianchi sono stati
Monti da dove noi, devoti all'alba,
parlavamo con l'alba.
Sapevamo anche di terra
nascosti nel cuore della terra
nell'antro di un cuore infranto.
Io sento cantare dal buio di ieri
la tua canzone, amore.
Non voglio diventare bianca e lontana
Voglio ritrovare -ad ogni momento-
la canzone dei nostri fianchi
disegnati nell'ombra.
Così ti metto nel segreto
del mio amare inquieto
da dove nasce la verità
e ogni mio verso.
E se le radici bevono nel buio
-nel dolore di non sentire
la carezza dell'aria-
voglio essere la terra
e vestire alberi spogli
che assomiglino
al ricordo dell'alba
in questa mattina con te
quando pensavamo l'alba non avesse confini
e noi amavamo d'illusione