Guido Brunetti
La mente e le sue emozioni
In questi ultimi anni, le splendide scoperte delle nuove neuroscienze stanno determinando una rivoluzione scientifica destinata a sconvolgere non solo i metodi di diagnosi e cura in medicina e psichiatria, ma anche le nostre concezioni millenarie, a partire dai sistemi filosofici.
Per i neuroscienziati, la mente, le emozioni, il cervello e la coscienza rappresentano la più avvincente e straordinaria avventura mai intrapresa dalla specie umana.
Il tema delle emozioni poi sta emergendo come uno degli argomenti più interessanti nell'analisi neuroscientifica. Il libro "Intelligenza emotiva ed educazione emotiva" scritto da Assunta Di Basilico e in corso di pubblicazione (Costa Edizioni) sembra confermare questa nostra ipotesi. L'opera esprime uno stile attraente, una lettura gradevole, un'analisi appassionata nel campo affascinante ma ancora misterioso delle emozioni.
Nelle pagine emergono la dimensione spirituale dell'essere umano, la sua sacralità, la forza del trascendente e il senso della vita con l'obiettivo di recuperare quei principi e quei valori che da sempre hanno contribuito a realizzare la nostra civiltà. La nascita dell' Homo sapiens infatti non è altro che l'esito sia dell'evoluzione neuroscientifica che dell'evoluzione culturale.
Viviamo in un'epoca dominata dal riduzionismo scientifico. L'anima e la mente sono ridotte ad attività del cervello. Scompare l'idea di Dio, dell'anima e delle verità superiori. E' una condizione che proietta l'immagine di un mondo secolorizzato, desacralizzato, scristianizzato, sdivinizzato. Un mondo disertato, distopico.
E' la dissoluzione della sacralità dell'essere umano e dell' ordo christianus.
Per noi, l'arte, la letteratura, l'anima, l'idea di Dio, la felicità non sono conoscibili con il metodo scientifico. La persona si espande nel mondo, trascende se stessa. In questo senso è veramente l'essere spirituale capace di intraprendere percorsi di ricerca e di crescita interiore, di dare una direzione e un senso alla sua esistenza.
Di qui, l'importanza fondamentale che rivestono le emozioni mentali che sono state costruite dall'evoluzione e che includono cambiamenti cognitivi, affettivi, espressivi e fisiologici.
In realtà, il concetto di emozione ( dal latino "emovere", significa "muovere da", "andare verso") è qualcosa di estremamente difficile da definire. Finora, non esiste una definizione unanime sull’idea di emozione. Le definizioni che esistono in letteratura sono numerose e corrispondono a diverse teorie.
Le neuroscienze mostrano che le emozioni attraversano ogni aspetto dell'esistenza umana e sono legate all'empatia, ai neuroni specchio, all'intenzionalità, al "mirroring", alla capacità di rispecchiare pensieri ed emozioni.. Esse sono uno stato della mente, hanno origini neurobiologiche e influenzano il nostro modo di pensare, percepire, apprendere e assumere decisioni.
Il termine emozione indica aspetti della nostra esperienza di vita, ossia un ampio spettro di condizioni affettivo-emotive. E’ uno stato affettivo intenso che coinvolge ogni evento della nostra vita.
Il tema dell’emozione continua ad essere presente in tutto il pensiero occidentale. Nela filosofia greca, le emozioni sono ritenute essenziali. Platone sostiene che esse sono “un tipo di follia”, “forme incontrollabili” e in continuo contrasto con la ragione. Per Aristotele, le emozioni sono affezioni dell’anima fondate sul piacere e rappresentano ciò che accomuna l’uomo agli animali.
In Sofocle, le emozioni sono chiamate “forze aliene”, mentre Cartesio definisce le emozioni come sensazioni. A sua volta, Spinoza afferma che gli stati emotivi rappresentano modificazioni corporee. Nella sua opera “L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali”, Darwin sostiene che l’espressione dell’emozione è “universale” e che essa serve alla “sopravvivenza” dell’individuo e della specie.
Nel corso degli ultimi anni, sono state le neuroscienze ad approfondire l’analisi dei meccanismi del cervello alla base del comportamento umano. Si deve al neuroscienziato Panksepp lo sviluppo delle neuroscienze affettive.
La rivoluzione della ricerca neuroscientifica ha inizio alla fine del Novecento con lo sviluppo di nuove fantastiche metodiche di “brain imaging”, che permettono ai neuroscienziati di osservare in “vivo” cosa accade nel cervello mentre una persona compie varie attività.
Questo approccio è fondato sullo studio di modelli animali, sullo studio clinico dei pazienti e su quello sperimentale con soggetti volontari. Sta di fatto che la conoscenza delle neuroscienze è in gran parte dovuta alla ricerca animale.
I neuroscienziati hanno attribuito al termine emozione una varietà di significati: “Turbamento della mente”; “sensazione o stato mentale”; “sensazione istintiva”; “aspetto affettivo della coscienza”.
Nella teoria psicoanalitica, l’emozione è uno stato di tensione associato a una pulsione istintiva. E’ una esperienza soggettiva, personale, privata, coincide con il nostro mondo interiore. Altre teorie fanno riferimento all’emozione come generata da un insieme di reazioni corporee (W. James), come sistema cognitivo (Schachter) o come risultato di un sistema cerebrale.
Sulle emozioni appaiono fondamentali i contributi di Panksepp- le emozioni originano dalle aree più antiche e profonde del cervello comuni a tutti i mammiferi; di LeDoux, il quale evidenzia il ruolo chiave dell’amigdala; di Ekman che sottolinea il concetto darwiniano dell’universalità delle emozioni e di Damasio, il quale fornisce un modello integrato delle emozioni, che comprende non solo gli aspetti istintuali e arcaici, ma anche la dimensione cosciente dell’esperienza emotiva.
Le emozioni giungono da un passato ancestrale, nelle profondità dei recessi del cervello dei mammiferi, alle fonti originarie della nostra mente emotiva. Noi condividiamo tali emozioni ancestrali con gli animali.
La capacità di riconoscere le emozioni altrui è dovuta all’empatia, termine coniato da Titchener nel 1909 per indicare che chi osserva un gesto in un’altra persona si “identifica” a tal punto da provare ciò che l’altra sta provando.
Oggi, le nuove neuroscienze mostrano che tutti gli altri animali sono pieni di emozioni e di affetto, hanno quindi una mente emotiva. Lo studio. delle emozioni è di importanza decisiva per la comprensione del cervello e della mente. Le emozioni- afferma Di Basilico- sono "un ponte di comunicazione per creare una umanità più empatica e luminosa".
Si tratta di un processo che deve essere avviato fin dalla prima infanzia, allo scopo di comprendere le qualità e i bisogni più profondi del bambino e dell'adolescente, promuovendo la loro crescita e il loro benessere e prevenendo conflitti emotivi, stati d'ansia, disagio, frustrazioni e malessere esistenziale.
Emerge un percorso che evoca il concetto di paideia, che nasce con il significato di educazione, che afferma poi il valore di formazione umana per giungere infine a designare la cultura nel senso più elevato, ossia l'ideale di perfezione morale di cui l'essere mano deve tendere.
Il raggiungimento della paideia è l'esito di un processo continuo e mai compiuto che impegna la persona per realizzarsi come soggetto in armonia con se stesso e con il mondo.
Ragione ed emozione infine non sono categorie opposte. Ogni stato emotivo comprende stati cognitivi e ogni funzione cognitiva, componenti emotive.
Le neuroscienze hanno scoperto poi che i maschi e le femmine hanno sensibilità diverse in tutti i sistemi emotivi. La ricerca animale ha dimostrato che le femmine sono biologicamente meno portate alla rabbia e all’aggressività.
Non sempre le emozioni hanno una valenza positiva: possono infatti generare reazioni immediate, istintive e incontrollate. Emozioni come la rabbia e la paura possono offuscare la nostra mente.
Le emozioni non sono un fenomeno esclusivamente cerebrale: determinano infatti un ampio spettro di effetti viscerali, cardiovascolari, respiratori ed endocrini che producono molteplici sensazioni, le quali agiscono sul cervello. Felicità, paura, collera, gioia, tristezza, disgusto, disprezzo e sorpresa sono le otto emozioni fondamentali identificate dai neuroscienziati.
Il centro del sistema emotivo infine è rappresentato dalla dopamina, una sostanza che controlla tutto quello che gli individui fanno. E' un neurotrasmettitore legato ai meccanismi di gratificazione e piacere. E' in grado di controllare l'umore e le capacità cognitive e di regolare il sonno. L'attività fisica e l'ascolto della musica stimolano la produzione di dopamina.
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore guido brunetti, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.