Pubblicato il 12/10/2011 14:43:25
S’annida in un remoto angolo dell’Immensità celeste la semplicità di una lignea suppellettile che offre i suoi servigi agli umani desii. La vitale linfa permea di sé una stanza che accoglie sorrisi senza età. Sempiterni respiri sussurrano le memorie di edenici paesaggi. Il Kagan si unisce all’orizzonte con le sue ali dorate che sfiorano la fresca edera sulle vette delle montagne e si posano lì. Sul ligneo corpo che accoglie le nostre spoglie mortali come una madre accoglie tra le sue braccia il suo tenero bambino. Ed é infinto Amore. Un albero ci fa assaporare emozioni che l’umano linguaggio non riesce a spiegare. Dona alle sottili membra il profumo della vita. Nelle serate d’inverno si denuda per proteggere i nostri volti dalla soffice neve che cade lentamente sui prati, per poi rinvigorire i nostri sensi in estate con la sua verde chioma. E i suoi fiori rincorrono l’allegria degli aquiloni, i suoi frutti colorano l’arcobaleno con il loro dolce sapore. Un tempio che non conosce tramonto. Un’anima che esala vitalità.
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