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Il Buono, il Brutto e il Cattivo

Argomento: Politica

di Lorenzo Roberto Quaglia
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Pubblicato il 26/05/2014 22:40:59

Il Buono ha vinto la sua sfida, al di là di ogni più rosea previsione. Il Brutto ha perso, forse, l'occasione della vita ed ora trovare una via d'uscita per il suo movimento appare difficile. Il Cattivo è stato messo nell'angolo e la soluzione per ritornare al centro dell'attenzione ci sarebbe, ma...

 

Riflessioni italiane.

 

Certamente gli elettori hanno votato più Matteo Renzi che il suo partito, più la sua "pacata" determinazione, che la rivoluzionaria dialettica del Capo Popolo genovese. Il PD di oggi non è il partito del 40% degli italiani. Se fossero state elezioni politiche interne, il risultato sarebbe stato più vicino a quello degli exit poll che infatti quotavano il PD intorno al 30%. Cosa significa? Significa che il 10% degli intervistati all'uscita dal seggio non ha dichiarato che aveva dato il voto al PD. Come mai? Vergogna della “prima volta”?

 

Questo non toglie che ora Renzi abbia una responsabilità enorme: sulle riforme che devono procedere spedite, ma senza imposizioni “totalitarie” e sulla ricerca di soluzioni per l'emergenza principale del Paese, il lavoro che manca, soprattutto per i giovani.

 

Per i cinque stelle, forse ora quattro stelle, la lezione è stata tosta, non se l'aspettavano. Il Guru non ha pronosticato in modo corretto l’evento. Intendiamoci, in valore assoluto non è un risultato da disprezzare: i grillini sono il secondo movimento in Italia, ma in termini relativi sono stati doppiati dal primo partito. Forse è giunto il momento per i penta stellati di provare a liberarsi del Grillo parlante, a tagliare il cordone ombelicale.

 

Ormai sono una forza consolidata, ma questo patrimonio di voti non può rimanere isolato e improduttivo, per il bene del Paese. Se Grillo capirà questo, allora farà fare un passo in avanti al movimento e al Paese, in caso contrario molto probabilmente la sua leadership sarà destinata al declino.

 

Il Cavaliere, azzoppato dalle note vicende, non è stato però disarcionato, ma dovrà prendere atto che una stagione è arrivata al capolinea, la sua. Come reagire? La soluzione potrebbe essere "alla francese", visto il fascino che Marine (Le Pen) ha saputo trasmettere all'elettorato del partito creato dal padre. La "nostra" Marina sarà capace di negarsi al papà ancora una volta?

 

Riflessioni europee.

 

L'Italia insieme alla Germania (e a pochi altri) è stato il Paese dove hanno vinto le forze a favore dell'Unione. In altri Paesi, anche importanti, come Francia, Inghilterra e Spagna, le forze politiche anti euro hanno avuto risultati molto significativi, più che nel nostro Paese.

 

Questo fatto dovrebbe far riflettere i due principali gruppi del Parlamento europeo (i popolari e i socialisti). La legislatura che prenderà il via a breve, o sarà capace di farsi costituente di un nuovo modo di concepire l’Unione o rischierà di essere l'ultima del Parlamento europeo.

 

L’ottimismo però non manca: alla fine gli elettori europei si sono recati alle urne, meno che nella passata votazione del 2009, ma non si è verificato il forte astensionismo temuto. E questa è una punta di speranza che ci lascia fiduciosi per il futuro…


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