:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Sei nella sezione Recensioni
gli ultimi 15 titoli pubblicati in questa sezione
Pagina aperta 1494 volte, esclusa la tua visita
Ultima visita il Mon Dec 9 03:05:00 UTC+0100 2024
Moderatore »
se ti autentichi puoi inserire un segnalibro in questa pagina

Il padrone di casa

Narrativa

Alberto Samonà
Robin

Recensione di Federico d’Imera
[ biografia | pagina personale | scrivi all'autore ]


[ Raccogli tutte le recensioni scritte dall'autore in una sola pagina ]

« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 1 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »




Pubblicato il 20/11/2008 10:33:00

Racchiudere il senso del lavoro su di sé in una manciata di lettere indirizzate a un’amica lontana. È questo il filo conduttore del romanzo epistolare del giornalista Alberto Samonà, dal titolo "Il padrone di casa".
L’autore affida la narrazione a una scansione temporale di dodici mesi, contrassegnati, ciascuno, da una diversa lettera, che restano senza risposta. La destinataria in questione, infatti, resta inflessibilmente in silenzio. È come se tutto il libro si svolgesse nell’ "ascolto" di ciò che scrive l’estensore delle lettere, ma è come se l’unica lettrice di queste fosse l’amica lontana e silenziosa. E paradossalmente, proprio un senso di silenzio sembra essere il filo rosso che lega le 156 pagine del testo, pubblicato per la Robin di Roma.
Nel libro, l’autore delle lettere è “dipinto” come un intellettuale, da tutti ritenuto un uomo di cultura specializzato in studi e ricerche esoteriche, il quale, però, ad un certo punto, si rende conto di non avere fatto altro, nell’arco di tutta una vita, che pavoneggiarsi nel proprio ambiente e nei salotti letterari che frequenta con successo grazie alla competenza culturale che egli possiede. A porre il protagonista di fronte alla propria condizione di “deserto spirituale” è una brusca esperienza, in grado di scatenare nel suo essere una reazione, di certo meccanica, ma talmente forte da scuoterlo. E il libro incomincia proprio nel momento in cui il protagonista si rende conto che le pur vaste conoscenze acquisite nel dominio esoterico non sono sufficienti a trasformare se stesso e che, partecipare a dotti convegni o pubblicare libri interessanti, non lo libererà dal sonno nel quale è immersa la propria vita.
Le dodici lettere che il protagonista scrive all’amica, apparentemente semplici resoconti di vita ordinaria, in realtà è come se fossero le tappe di un simbolico viaggio iniziatico, o comunque, attività preparatorie al compimento del viaggio stesso.

« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 1 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »