Il cortometraggio Picnic with Weissman mette in luce il binomio tra uomo e oggetto, illustrando come quest'ultimo influenzi l'altro : Swankmajer svolge un uso preciso di oggetti animati per denunciare una metamorfosi che permette all'oggetto di diventare uomo e l'uomo di diventare oggetto.
Interessante la scelta di concedere effetti sonori rigorosi per determinate scene al fine di sottolineare il significato (come ad esempio la scena dello scavo) dell'immobilità etica e morale imposta dall'unione sovietica negli anni '60. Swankmajer inscena un cinema del silenzio quanto mai parlante, dove perfino un surrealismo che rende oggetti autonomi di movimento non allontana la protesta silenziosa del regista.