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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

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Ogni passione spenta

Narrativa

Vita Sackville-West
Il Saggiatore

Recensione di Giuliano Brenna
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Pubblicato il 11/12/2008 19:30:00

Lady Slane, subito dopo il funerale dell’influente marito, dovrebbe, secondo i figli, rinunciare alla propria casa ed andare a vivere, a turno, con ciascuno di essi. La signora ormai anziana però, dopo una vita all’ombra del marito e rinchiusa nel suo perfetto ruolo mondano, vuole terminare la sua vita a modo suo, andando a vivere in una casetta ad Hampstead, in compagnia della sua fedele cameriera. Con una decisione che riempirà di imbarazzo i figli la signora trasloca nel villino dove stringe amicizia con poche, umilissime, persone con le quali entra in contatto nella sua nuova vita. Quasi completamente banditi i figli, e totalmente proibite le visite dei giovani nipoti, l’anziana signora si appresta a vivere “quel che resta” della sua vita in pace e serenità. Ma, dalla profondità degli anni, ricompare una vecchia conoscenza che si rivelerà ben più di un semplice compagno di una cena e di un viaggio, ma allo stesso tempo molto meno di una passione. I due anziani, proprio perché ormai prossimi alla morte e ormai liberi da tutti i vincoli della società, rievocano i momenti, semplici ma indelebili trascorsi insieme, è attraverso questi che il lettore riesce a capire altri rapporti e altri legami delle vite attuali nell’entourage familiare della anziana signora. Un evento paventato, ma comunque inaspettato, darà modo alla signora di stupire ancora i familiari e le permetterà di chiudere i suoi giorni sicura del fatto che è riuscita a diventare indipendente sebbene ad una età ormai avanzata, e, forse, a vendicarsi – in ritardo – della proibizione da parte della famiglia di dedicarsi alla sua grande passione per l’arte.
La narrazione è intrisa di riflessioni sul destino delle donne di quel periodo di inizio Novecento e sul loro scarso potere di controllare le loro vite; se nei romanzi del periodo precedente in genere l’idea che una ragazza abbandonasse le proprie aspirazioni per dedicarsi ad essere una perfetta – e poco pensante – moglie era fonte di gioia e veniva considerata la normalità, qua si comincia ad intravedere una critica a questo sistema, e tra le righe si nota spesso il voler affermare l’indipendenza delle donne, la necessità di permettere loro di attestare il proprio libero arbitrio. Il breve romanzo, tipicamente britannico, si snoda con eleganza e dolcezza, lievemente, senza risultare appesantito dai vari flashback che servono all’autrice per creare la cornice necessaria a dare profondità temporale e spessore ai personaggi. Nello stile della narrazione si notano i fermenti di modernità e la grandezza culturale dell’autrice, Vita Sackville-West, e del milieu culturale nel quale visse e creò le sue opere, ovvero il Circolo di Bloomsbury, del quale il sapore ormai classico, ma di forte rottura col passato, permea tutto il racconto. L’autrice per la stesura di questo romanzo si ispirò parzialmente a “Una stanza tutta per sé” di Virginia Woolf, anch’essa – come nessuno ignora – membro dei Bloomsbury.

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