Pubblicato il 07/01/2009 16:47:00
Pasquale Tuozzo è l’autore di questo libro, in cui anche il giovane protagonista porta lo stesso nome, sebbene il cognome sia leggermente diverso, dimostrando così dalle prime righe la natura fortemente autobiografica dell’opera. Il periodo che l’autore rivive attraverso le pagine di questo suo primo romanzo è quello spensierato, che credo tutti vorremmo rivivere, del triennio delle Scuole medie; la narrazione si apre praticamente con lo squillo della campanella dell’inizio dell’anno scolastico quando Pasquale mette per la prima volta piede nella nuova classe e incontra i nuovi compagni, che ben presto diventeranno anche gli inseparabili amici di tante avventure vissute fuori del contesto scolastico. Pasquale, scegliendo il banco nel quale sedersi, incrocia lo sguardo e un breve saluto con Barbara, la quale, sebbene con naturale ritrosia scevra però dal malanimo, entra piano piano nella vita del protagonista, e vi è motivo di supporre che la stessa breccia fece nel cuore dell’allora imberbe autore. Tutto il romanzo è composto sul fluire delle giornate così come sono scandite dagli impegni scolastici, tant’è che le vacanze e i giorni liberi, scivolano via quasi inosservati, sino ad essere vissuti con trepidazione di Pasquale che non vede l’ora di tornare nell’aula dove può essere gomito a gomito con gli affezionati compagni. Come ci si disvela sin da subito, tra tutti, la compagna che può vantare la C maiuscola è proprio quella Barbara che diede il benvenuto al nostro eroe in erba al suo arrivo in classe, quel fatidico primo giorno, in cui il Destino, con la sua solita abitudine a mescolare le vite delle persone, come fossero un mazzo di carte, aveva creato quella magica alchimia di corpi ed animi nel fulgore della crescita che fu la classe di Pasquale. Ed è proprio la relazione tra i due giovani a fare da asse portante al racconto, l’autore, rivangando nei ricordi, ci fa rivivere il crescere del sentimento di Pasquale verso l’amica, dapprima quasi inconsapevolmente, poi via via più intensamente, sino al giorno in cui Pasquale dichiara il suo amore per la bella compagna. Ma come spesso accade nella realtà, sempre più dolce e candida di come ci viene presentata, Barbara non si nega, ma si dichiara non pronta ad un fidanzamento, che è cosa “da grandi”. Pasquale si trova così legato a lei da un nodo assai blando, vive una dolce e pura amicizia con Barbara, amicizia scossa e scaldata dal cuore del ragazzo, sempre più consapevole del fatto che quel che gli era sbocciato in petto era il candido fiore dell’amore. Barbara accetta e riconosce il sentimento dell’amico, lo coltiva con semplicità, forse lo condivide, entrambi sembrano attendere l’ineluttabile momento in cui potranno vivere a pieno titolo la loro storia, bella già sul nascere e quindi destinata a diventare ancora più bella. Ma il tempo non aspetta nessuno, i giorni scorrono, uno dopo l’altro senza dar tregua, i tre anni delle scuole medie giungono al termine. Con grande amarezza nel cuore Pasquale ed i suoi compagni si accingono ai loro nuovi impegni, che li vedranno sparsi in scuole e città diverse. Ma anche il destino che li aveva uniti si mette contro, non si accontenta di dividere i giovani amici sulle strade della vita, ma chiede un tributo per la Nera Signora che porterà via con sé il fiore più bello. L’amaro finale fa da monito ai giovani che si affacciano alla vita, ed insegna loro come spesso tra le cose belle se ne celino di terribili. L’autore ci ha donato questo delizioso racconto di formazione, con semplicità, aprendo il suo cuore che ancora serba quel fiore spezzato, e, nel rivivere i bei ricordi dell’adolescenza, a tratti ricorda gli odori e l’aspetto della natura del piccolo paese in cui si è svolta, regalando al lettore brevi descrizioni ricche di accenti poetici. La vicenda è narrata con un linguaggio corretto e semplice, che a tratti ricorda quello tipico dell’adolescenza; tra le righe si possono ritrovare frammenti dei sentimenti vissuti da Tuozzo, ed il romanzo, senza voler essere latore di messaggi profondi, colpisce il lettore per la genuina immediatezza da cui traspare la forte volontà dell’autore di rivivere un bel periodo della sua vita rispolverando l’album dei ricordi per condividerlo coi lettori.
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