Pubblicato il 11/03/2012 22:59:00
IN OCCASIONE DELL'OTTO MARZO...
Indice
1) Donna... con se stessa: AUTORITRATTO L. VILLANI PAPAVERI E NEVE L.VILLANI ELOGIO DELL'IPOCRISIA L. VILLANI LE SCARPE ROSSE L.VILLANI SEMI DI BASILICO L.VILLANI
2) Donna... con amore: COTRADDIZIONI D'AMORE G. BARONI MONOLOGO DI GIACOMO CASANOVA A. MANZOLI INSTANT KARMA A. MANZOLI LA VITA ONNIPOTENTE A. MANZOLI AUSTRALIS TERRA INCOGNITA A. MANZOLI STREGA APPRENDISTA F. M. PICO
3) Donna madre: EGIZIACA F. M. PICO GUARDO TUA MADRE... F. M. PICO PUNTATA 614 A. SENETINER
4) Alla fine... donna!: AGONIA C. PAVESE
1) Donna... con se stessa
AUTORITRATTO Se guardi bene Mi trovi lì in terza fila, sono quella con gli occhi chiusi e i capelli sul viso, seminascosta dietro una bella bionda sorridente.
La foto è un po' vecchiotta e anche un po' sfocata ma quella sono proprio io: sì, ora sono proprio cambiata.
Se guardi bene, sono ancora lì dove mi hai lasciato, sospesa tra un futuro remoto e un mitico passato.
PAPAVERI E NEVE Se m’incontrassi, un giorno, per la via mi prenderei per mano e mi accompagnerei per un tratto.
Mi fermerei alla prima fontana e mi aiuterei a bere con le mani a coppa sotto la bocca.
Mi starei al fianco senza parlare così i miei pensieri nascerebbero e volerebbero via, lontano.
Mi ascolterei e mi consolerei.
Se m’incontrassi, un giorno, per la via mi saluterei con un inchino e guardando la mia schiena allontanarsi, proverei simpatia, per quella ragazza un po’ strana con la neve tra i capelli e papaveri tra le mani e farfalle nel cuore che crede d’esser sola e senza amici, ma un’amica ce l’ha…
e sono io.
ELOGIO DELL'IPOCRISIA Francamente, oggi, non mi va di parlare.
Vorrei stare qui appollaiata sul mio” io” e crogiolarmi nei miei pensieri.
Vorrei tenerli stretti al mio seno…è peccato?
E vorrei che il rancore, a lungo soffocato, potesse dissolversi in uno sbadiglio.
Francamente, oggi, non mi va di ascoltare.
La tua voce è un rumore molesto, un gracchiare indistinto che ferisce le orecchie come un’unghiata sulla lavagna.
Le tue parole Sono una lingua sconosciuta, sono suoni stonati, rumori di fondo, gracidii vaganti nell’etere.
Francamente, oggi, vorrei assentarmi, invece…sorrido.
LE SCARPE ROSSE
Voglio un paio di scarpe rosse. Le voglio oggi che il grigio scende piano dai capelli e sale veloce dal cuore.
Le voglio alte e lucide e scomode. Le voglio rosse come il sangue, rosse come la vergogna, rosse come la Ferrari, rosse come Cuba.
Voglio un paio di scarpe rosse come l'anima di Fidel.
Voglio proprio quel paio di scarpe, quello lì, che rosseggia dalla vetrina.
E le voglio proprio oggi prima che sia troppo tardi.
Quel peccaminoso e unico paio di scarpe rosse.
SEMI DI BASILICO
Morirò. Prima o poi.
Avrò cura di non lamentarmi. Sarò docile con gli eventi, preparerò con cura il mio trapasso e accetterò l’inevitabile.
Ma tu, sii gentile, trova per me un posto accogliente.
Scegli un angolo con vista, uno spicchio di giardino al sole dove a marzo fioriscano le viole e le rose a maggio profumino: fai di me concime per fiori.
Prepara la mia casa, fa' che la terra sia gentile, che mi scaldi d’inverno e m’ombreggi d’estate, fa' che di notte io senta le cicale d’agosto e a marzo i gatti in amore.
E poi, in inverno, la neve come una trina preziosa ricopra e nasconda i miei peccati, e d’un bianco spolverar di zucchero nutra in silenzio, tra lucertole e vermi in letargo, il ricordo e un piccolissimo rimpianto… ma piccolo…
come un seme di basilico.
2) Donna... con amore
CONTRADDIZIONI D'AMORE
*
Siete voi che amiamo care signore che stamattina attraversando questa strada l’avete profumata di pane. Sporgeva dalle vostre borsette come una luna in miniatura.
Sappiamo che tenete nei portafogli come resto le chiacchiere del droghiere, e che per ogni confidenza scambiata – per ricordarvi di scordarla al più presto – stringete un nodo sottile al fazzoletto.
*
Quante storie che gridano negli occhi della gente.
Invece lei non parla prepara un tè al latte: due tazze inglesi, il miele, i biscotti che sfilano lungo il vassoio.
Intanto apre la tovaglia che ama, fiori e ricami. Non vedi quante? Di cosa? risponde, mentre si guarda in giro chiedendo il tuo parere sulla sua casa nuova.
Respiri a fondo la corta sigaretta ancora sorride: Ascolta! Qui soltanto gridi di rondini soltanto gridi.
*
Le ragazze portano dei mondi sulla testa e nelle tasche dei sogni che distribuiscono ai passanti. Qualcuno li cestina qualcun altro li annusa riscoprendone i profumi.
Dentro quegli occhi corrono i desideri come dei petardi, però della scia c’impressiona più la luce che il fumo. Sulle loro gambe passeggia la vita quando non vuole annoiarsi.
*
E’ bella questa ragazza che si piace. Distende a passi veloci le parole poi, appagata, scompagina i pensieri tra i capelli. Spesso sorride. Distratta infine lascia
a nostra eredità uno sguardo. A noi, proprio, che non sappiamo guardare.
MONOLOGO DI GIACOMO CASANOVA
I ragazzi che si baciano in strada gettano ombre lunghe attorno attorno, come se fossero di luce e d’aria e il mondo, e tutto ciò che non è loro, una matassa oscura e rassegnata. Bisognerebbe potere morire, quando si è così, esausti e felici, e a conti fatti, e fatto l’appello, non mancherebbe niente alla tua vita, se non le arti in cui eccellono i vecchi: vuoto rimpianto, maldicenza e invidia spacciate per saggezza a buon mercato. Me ne frego della saggezza, la mia e quella di chiunque altro, taccia, lasci parlare i cuori balbettanti che scrivono scemenze sopra i muri, e in quel confuso delirio ritrovi la verità che non fu mai trovata, quella che rinneghiamo appena svegli.
Io delle donne ho amato solo il corpo, e il sogno che ti accendono nel cuore; il resto è inconoscibile palude, ad altri la scienza di navigarla. Ho amato il mio sogno, semplice e buono, e a quel fachiro trafitto di chiodi, ai goffi cieli di stucco e agli sgorbi appesi nelle chiese ho preferito lo sconfinato oriente della carne, il nodo stretto in cui muori e rinasci come il serpente quando cambia pelle. Mille mani di donna hanno cucito per me la più splendida delle vesti, e io come un sovrano l’ho portata, con cuore incredulo e riconoscente. Ma se la giovinezza è solo questo, perenne amare i sensi e non pentirsi, i ragazzi che si baciano in strada mi tengano come uno di loro, anche se mi vergogno, e mi allontano per non dare fastidio, silenzioso, col bastone che batte il mio passo, e il pentolino del latte che suona.
INSTANT KARMA
Non so se per milioni di millenni fosti nel vento cosmico o se in coda a docili comete pellegrine navigavi semplice e quieta. Non so se fu potere o volontà remota, fortuna ignara, o semplice attrazione di magneti che ti cercò e ti rese ai verdi approdi del pianeta Terra, ove prendesti consistenza e forma, e attraversando oceani e continenti, ora e per sempre creatura del tempo, giungesti a me, ed io non t’aspettavo, giungesti a me, a me che non capivo, giungesti a me, e ancor non m’abbandoni.
LA VITA ONNIPOTENTE
Esiste la parola e poi l’abisso. E la sera già piega oltre i crinali dove fermano il volo i colombacci, mentre come radici le mie mani affondo nella terra viva e ascolto il vento che preannuncia la tempesta. Poi, nella notte odorosa di pioggia, il timido pallore del tuo corpo è un bicchiere di lucciole accese alle mie dita tenui, al mio stupore.
AUSTRALIS TERRA INCOGNITA Non farci caso se ti chiamo amore, se amore è tutto quello a cui somigli. Tempo verrà, stremato nel silenzio di piedi scalzi per le stanze spoglie per ricondurci a riva, per guardarci dritti negli occhi finalmente chiari, il tempo per conoscerci davvero. Non sarai tu il mio sesto continente, la nuova terra fuori da ogni rotta: sei l’isola deserta, la costiera scoscesa nella notte, e senza approdo.
STREGA APPRENDISTA
Serrati i vetri che non entri il vento stipata nel fondo della stanza Dio che disordine! sogghigno osservo: a me fedele qui non cambia niente borsa a zainetto biro portafogli tichets cellulare boccette walkman agendina carpette scarpe sciarpa sacca per indumenti - bisogna che stiri - Le chiavi dove le ho messe? Libri sparsi per terra nei sacchetti - le chiavi eccole - libri Sfogliati scorsi in fretta Moduli per concorsi klinex fazzoletti fogli di appunti… e fogli tuoi
Forse hai ragione tu ma sì metto un annuncio “Non vi sbagliate voi! Sono colei che male s’adatta poco sopporta Leggo i Sepolcri. Sbronza una volta all’anno o due anche su un niente ho pianto oggi come ieri come domani sono così. Sono banale” Tu non c’entri ma, come tutti, non m’aspettare.
L'ho studiata dispettosa dici l'estrema provocazione d'un abito attillato color indaco nel profondo ho goduto il tuo sguardo il silenzio d'un desiderio m'avvolge il petto ... Fra le gambe sale sapiente m'accarezza sei qui... ora paziente attesa ...... La tua la mia? Quanto più lunga quanto più dolente! ( e che ragione c'è ...... dovuta a che?)
Strega apprendista, tutto non potendoti avere su un bamboccio di pezza infilzo spilloni stanca di rovinose lune e d' eroi con l'orario in mano m'invento un altro amore di giorno da indossare A te d'esser felice l'augurio è improprio sereno almeno il subbuglio nell'anima sappilo governare almeno provaci oggi come ieri m'aspetto anche domani sei tu che chiami non io .................
3) Donna madre
GUARDO TUA MADRE...
Guardo tua madre la guardo solamente e guardo te avida al suo seno pieno alla tua bocca vorace che chiama vita da vita
Ingorda tu t'ingolfi sì che da sé ti strappa e su di sé ti posa ritta perchè ci sia respiro e non venga dolore nella cadenza di ore ove dura è la lotta e la posta è decisiva
Il tuo pianto è il segnale che i gesti di cura detta il tuo sonno una tregua misura.
Così anche Maria? Piangeva stracca come impotente negli occhi lo sgomento se Gesù piangeva? La Chiesa non lo dice, nessuna chiesa rideva Maria se china su Gesù giocava? La Chiesa non lo dice, nessuna chiesa
Guardo tua madre piangere se il tuo si fa grido insistito richiamo disperante ma vedo il riso negli occhi di tua madre quando gioca con te e tu sembra che rida.
EGIZIACA (la madre) Luna grande ad Oriente In silenzio verticale sulle case
D'Oriente dice il nome Che sillabando lento Nel cavo dell'anima riascolto
Piccolo turbato amante Ancora mi riconosco Inconfessato ladro Di tue segrete ombre Di molli luminescenze Riflesse in uno specchio Impudichi rossetti T'infiammano le labbra Unica concessione A venustà esibita Anche a me in dono Quando ti chini A pettinarmi il ciuffo Il quieto petto Lasci che lo tocchi E che io dica “è il mio” (un bacio acconsente)
Se oscura mi resta la gioia Del tuo piacere Sacra maternità Nel reticolo delle mie vene Ancora ti trattengo Urgi in brama inappagata M'illudi in altro flessuoso corpo Ma non ti vedo non ti sento Fra piante e cielo.
PUNTATA 614
Mamma, l’avresti detto che un giorno, tu, saresti stata tanto assorta davanti a questa scatola marrone? Tu che cantavi sempre “Capinera” e rimanevi ferma solo quel poco per dormire e non piangevi mai, solo, talora, avevi un attimo così, forse un presagio di giorni senza più canzoni. E adesso qui, tu non mi sembri più quella donna – che sempre – era sul punto di partire provvisoria, precaria. Mamma con la valigia. Ora tu guardi questa assurda storia, che non somiglia a noi (mediterranei accesi). Questa signora bionda in limousine non sembri tu con la tua bicicletta. Mi sorridi distratta (l’occhio al televisore!) e piangi per la tua ultima telenovela lacrime dense come il vinavil.
4) Alla fine... donna!
AGONIA Girerò per le strade finché non sarò stanca morta saprò vivere sola e fissare negli occhi ogni volto che passa e restare la stessa. Questo fresco che sale a cercarmi le vene è un risveglio che mai nel mattino ho provato così vero: soltanto, mi sento più forte che il mio corpo, e un tremore più freddo accompagna il mattino.
Son lontani i mattini che avevo vent'anni. E domani, ventuno: domani uscirò per le strade, ne ricordo ogni sasso e le strisce di cielo. Da domani la gente riprende a vedermi e sarò ritta in piedi e potrò soffermarmi e specchiarmi in vetrine. I mattini di un tempo, ero giovane e non lo sapevo, e nemmeno sapevo di esser io che passavo - una donna, padrona di se stessa. La magra bambina che fui si è svegliata da un pianto durato per anni ora è come quel pianto non fosse mai stato.
E desidero solo colori. I colori non piangono, sono come un risveglio: domani i colori torneranno. Ciascuna uscirà per la strada, ogni corpo un colore - perfino i bambini. Questo corpo vestito di rosso leggero dopo tanto pallore riavrà la sua vita. Sentirò intorno a me scivolare gli sguardi e saprò d'esser io: gettando un'occhiata, mi vedrò tra la gente. Ogni nuovo mattino, uscirò per le strade cercando i colori.
AUTORI – TESTI - EDIZIONI
AUTORITRATTO L. VILLANI – da DIETRO LE PORTE CHIUSE edizioni OTMA PAPAVERI E NEVE L.VILLANI - da DIETRO LE PORTE CHIUSE edizioni OTMA ELOGIO DELL'IPOCRISIA L. VILLANI - inedito LE SCARPE ROSSE L.VILLANI – da DIETRO LE PORTE CHIUSE edizioni OTMA SEMI DI BASILICO L. VILLANI - inedito
COTRADDIZIONI D'AMORE G. BARONI – da CONTRADDIZIONI D'AMORE edizioni MOBYDICK
MONOLOGO DI GIACOMO CASANOVA A. MANZOLI – da LA CRUNA DELL'AGO edizioni TAPIRULAN INSTANT KARMA A. MANZOLI – da LA CRUNA DELL'AGO edizioni TAPIRULAN LA VITA ONNIPOTENTE A. MANZOLI – da LA CRUNA DELL'AGO edizioni TAPIRULAN AUSTRALIS TERRA INCOGNITA A. MANZOLI – pubblicata in VULGATA ORFICA, il sito dell'autore
EGIZIACA F. M. PICO - da IL RESPIRO RITRATTO edizioni BOOK EDITORE GUARDO TUA MADRE... F. M. PICO – da SU IMMOTA TERRA edizioni BOOK EDITORE STREGA APPRENDISTA – da BIGLIE DI MERCURIO edizioni BOOK EDITORE PUNTATA 614 A. SENETINER – da DIOMAMMA edizioni in proprio
Alla fine... donna!: AGONIA C. PAVESE – da POESIE EDITE E INEDITE editrice EINAUDI
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