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L’arredamento di una volta

Argomento: Esperienze di vita

di Gerardo Miele
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Pubblicato il 29/03/2016 01:39:59

Dalla serie:”Come Eravamo”

L’arredamento di una volta
Prima della 2^ guerra mondiale,ma anche dopo,la vita matrimoniale di una nuova coppia iniziava ,veramente,sempre in salita!
Quasi tutti,spesso,anzi,quasi sempre,avevano come “dote” quasi sicura,l’essenziale! E cioè,il letto matrimoniale,il comò,u granier(il granaio), u mbastapan(dispensa).
IL letto matrimoniale,naturalmente senza reti,era rappresentato da due cavalletti di ferro sormontati da tavole longitudinali, su cui era adagiato il materasso. All’interno del materasso non vi era quasi mai la lana,ma era riempito dalle foglie che avvolgevano le pannocchie di granoturco(mais) che si chiamavano "cuoffl”,fatte essiccare per l’occasione e che venivano rinnovate ogni anno.Ogni mattina poi,bisognava rifare il letto e ,soprattutto il materasso,attraverso quattro buchi(squarcedd)che si trovavano nel materasso,tramite un’asta di legno con una estremità biforcuta(la furcedd).
Ricordo che da piccolo anch’io dormivo su questi materassi.Ricordo pure che spesso quando mi giravo nel sonno,i”cuoffl” producevano un fruscìo che spesso mi svegliava.Per fortuna che da bambini il sonno è abbastanza pesante! Se quelle condizioni ,perdurassero ancora adesso,per le persone di una “certa eta’” come la mia,con un sonno leggerissimo,e’ facile immaginare che per dormire si farebbe molto piu’ fatica.
Altro arredo,quasi immancabile,era il como’.Dentro il quale,si racchiudeva tutto il possibile immaginario in termini di vestiario.Peccato poi…che la dotazione vestiaria di cui disponevano i nostri antenati era veramente ridotta all’essenziale.Quasi sempre,al massimo, si deteneva un cambio! Per cui,essi,non si ponevano il problema dell’armadio,di come riempirlo e dove collocarlo.Il como’,conteneva tutto e bastava anche per famiglie numerose(quasi tutte),poiche’ i “vestiti” si tramandavano da generazioni,da padre in figlio,da fratello o sorella maggiore al fratello o alla sorella minore,senza nessun tipo di problema.Adesso, noi siamo abituati alle nostre case piene di mobili,armadi zeppi di vestiti di tutti i tipi,e che spesso,anche se appena comprati neanche indossiamo,o perche’ non ci piacciono,oppure, perchè leggermente diversi da come l’avevamo visto in vetrina,e quindi li destiniamo nella spazzatura.Questo ci dovrebbe far riflettere! Bisognerebbe pensare al comportamento delle persone anziane che ci hanno preceduto,al valore che esse davano alle cose che avevano comprato con tanti sacrifici, o ricevuti in eredita’dai loro antenati.Sicuramente non si sarebbero comportate come facciamo noi adesso(io per primo!).Viviamo in un’altra realtà,questo è vero,ma i valori che ci hanno trasmesso i nostri avi ,riusciamo solo in parte a trasmettere ai nostri figli,ed è un peccato!
Altro mobile che faceva da coreografia all’ambiente domestico ,quasi sempre unico,di tutte le abitazioni di allora era il “granier”(il granaio),che si riempiva ogni anno ad ogni trebbiatura di grano.La sua struttura era fatta in legno massiccio, con due mini sportelli alla base che servivano ,non solo, per aerare il granaio,ma anche per far uscire da queste aperture il grano occorrente da portare al mulino,senza dover ricorrere all’apertura principale che si trovava sulla sommità dello stesso e, molto più difficoltosa da raggiungere.
Per ultimo, c’era il mobile dove si custodiva il pane,ovvero “u mbastapan”(dispensa),anche lui di legno duro,dentro il quale si lavorava pure la pasta per fare il pane stesso.Serviva anche come custodia del pane dopo la cottura.Spesso all’interno di esso,si custodiva anche il formaggio,piatti,posate,ovviamente,non in quantità industriale come adesso. Era sempre chiuso.
Adesso che siamo abituati ad avere le nostre case zeppe di mobili di ogni tipo,pensare che tanti anni fa,vivevano lo stesso,con l’essenziale,ci dovrebbe far meditare sul fatto che: in ogni epoca ,l’uomo si adatta alla vita e alle abitudini del tempo che vive. Fra non molti anni però,anche le cose che possediamo adesso,saranno giudicate antiquate dalle generazioni del futuro. Anche loro ci giudicheranno per le condizioni di vita che abbiamo adesso,anche loro stenteranno a credere che vivevamo proprio così.
Arrendiamoci al fatto che:il progresso è inarrestabile e, prepariamoci ad un nuovo mondo in continua evoluzione,dove tutto ci sembrerà poi sempre superato,e dove un giorno il robot ci cambierA…”il pannolino”!
Gerardo Miele

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