Pubblicato il 29/03/2016 02:01:08
Dalla serie:”Come Eravamo” I “servizi igienici” di una volta. Prima consolazione: Meno male che riesco a descrivere solo la fine di quel periodo! Da tempi remoti , a più o meno,inizio anni 50,i servizi igienici delle popolazioni italiane,se non mondiali,erano,diciamo così “poco funzionali”,o per nulla esistenti.Tranne le grosse città o i grossi centri, nel resto del paese e nelle zone rurali, come la nostra,la situazione era abbastanza travagliata. Nella nostra Rapone,non se la passavano,o per meglio dire,non ce la passavamo di certo meglio.Le linee fognarie erano quasi inesistenti,per gli scarichi,si utilizzavano i cosiddetti “pozzi neri”,ma questi erano ad appannaggio esclusivo delle famiglie benestanti,il resto della popolazione,invece, doveva “organizzarsi”,nel senso che:per i "bisogni"notturni,si utilizzava un recipiente di metallo leggero che si chiamava “pisciatur”(orinatoio),nascosto quasi sempre sotto il letto, e il cui contenuto si andava poi a “depositare” di mattina presto in alcune zone periferiche di Rapone”deputate” a tale servizio.Ogni quartiere di Rapone ne aveva una. Personalmente ne ricordo solo una:a Santa Maria,cioè,alla fine di via Regina Margherita,poichè da piccolo ho abitato per qualche anno in quella zona;ma famose erano quelle di Miezz Col e della “Funtana Vecchia”.Le altre venivano subito dopo! Già per poter svolgere,diciamo così,queste suddette “funzioni” ,si avvertiva il disagio,poichè le abitazioni di allora erano quasi tutte piccole,a volte solo monolocali,e la carta igienica era…quasi assente(…per non affondare il dito nella piaga),non c’era intimita’ insomma! Nelle ore diurne,invece,si andava tranquillamente(maschi e femmine), direttamente in queste …zone all’aperto.Se non c’era nessuno,bene,se era già occupata si ritornava dopo;a meno che la cosa era…irrimandabile. Beato chi stava in campagna,gli spazi più grandi,e la presenza dei tanti “Murriscn”(mucchi di pietra ricoperti di sterpaglie),ne agevolavano le “evacuazioni”. Poi agli inizi degli anni 50,il comune di Rapone si dotò di una rete fognaria e piano piano tutte le famiglie cominciarono a collegarsi.I primi “bagni”(chiamamoli così) erano veramente nulla rispetto a quelli di adesso,in qualche casa,ricordo personalmente,che c’era solo un buco in mattoni,dietro la porta, e con un mattone a copertura. Nella casa in cui ho abitato io fino all’età di sei anni,via Regina Margherita,proprio sotto la Chiesa Madre, non vi era nè acqua potabile e nè bagno. Per l’acqua potabile usavamo “u Uarril”(barile),che mia madre andava a riempire alla fontana,e come bagno usavamo quello di mio nonno,Michele Miele,classe 1897,che fu uno dei primi ad assersene dotato. Ricordo perfettamente,però,che qualche volta, per non disturbare sempre mio nonno,andavo anch’io “all’aperto “ e alla zona di Santa Maria. Ad inizio anni 60,i miei genitori comprarono la casa dei miei bisnonni (Vallario), in via Fratelli Cairoli (custaredd),dotata di” bagno”,e così la mia “Odissea” finì. L’opera fu completata pochissimi anni dopo,allorchè poi ,comprarono nella stessa via un altro locale,dove costruirono un altro bagno(stavolta vero),e con tanto di doccia. Le situazioni su descritte hanno interessato la quasi totalità della mia generazione,non mi sento però di dire:”Mal comune mezzo gaudio!”ma sono ricordi,neanche tanto amari,che vivranno in me. Facendo una mia riflessione personale ,e cioè:”Non si può apprezzare il presente se non si conosce il passato”, cerco di trasmettere ai miei figli questa sensazione. A loro che usano il bagno per ore,fanno la doccia tutti i giorni,delle mie sensazioni, o raccomandazioni, sembra che ne facciano a meno . Ho la sensazione che il passato per loro non esista,tutto è normale,tutto è dovuto! Sarà il segno dei tempi che cambiano,ma sempre più spesso mi accorgo che forse sono io a non stare al passo coi tempi ! I vecchi ricordi pesano come macigni,a mè che quasi tutto è mancato,a mè che quasi tutto…ho sprecato! Gerardo Miele
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