Pubblicato il 22/03/2013 21:57:29
Prima che il tempo scada Stava nuotando e risaliva la corrente cristallina e fredda della vita intorno ai trentanove. Poi fu il momento d’annegare. A piombo colando a picco, siluro senza spinta. Fu allora che si decise a camminare sul letto del fiume. Era mio padre. Me lo ricordo come fosse ieri. Dopo i cinquanta quello cominciò a restituirne pezzi, un dito, un orecchio, un brandello di pelle, frasi sconnesse, ciocche algose che si precipitavano a valle verso l’estuario dell’Impossibile. Tento alle volte di recuperarne una reliquia, pescando a mosca dalla riva, più spesso mi limito a seguire con occhi sognanti la deriva di quei giorni. Accade questo alle figlie di un fiume, più spesso di quanto si possa immaginare.
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