Acqua e farina e avrai di che sfamarti.
Ho visto uomini dissodar la terra
e fazzoletti a quadri zuppi di sudore.
Altri, con gesta ampie, spargere sementi.
Ho scorto la terra aprirsi all'accoglienza.
Acqua e farina e avrai di che sfamarti
E sventolar dell'universo le bandiere
e, un oceano giallo verso il sole librarsi.
Bagliori di fuoco e scintille purpuree
Acqua e farina e avrai di che sfamarti
Ho visto in mezzo all'oro chiazze rosse,
come il sangue dei soldati in guerra.
E scarpe giganti calpestar le messi.
E scarne mani tese, tornar vuote.
Acqua e farina e avrai di che sfamarti
E, mentre l'alba fa corse di luce.
ho distinto in aurea nebbia corpi, immersi
E udito di gioia gridar la trebbiatrice
Acqua e farina e avrai di che sfamarti.
E, mulini senza prender fiato, cantare.
Ho percepito della farina il vagito.
mentre l'acqua proponeva un'alleanza
per insieme sconfiggere la fame.
Acqua e farina e avrai di che sfamarti.
Ho visto abili mani mescolare
ed impastar, acqua amore e polvere.
Gesti materni, a crescer un pane, atti.
Acqua e farina e avrai di che sfamarti
Cibo essenziale, che la fame toglie.
Universale alimento, dalla terra nato.
Creato d'acqua e grano, fuoco ed aria.
Che ogni mensa possa esserti culla.
Ogni corpo in te trovar giusto ristoro
ed equilibrio fra l'abbondanza e il nulla.
Tu sia “PANE NOSTRO” di tutti diritto.
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