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Piccolo Miracolo Di Natale

di Domenico De Ferraro
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Pubblicato il 25/12/2013 17:57:14

PICCOLO MIRACOLO DÌ NATALE

Il freddo inverno bussa forte alle porte di ogni casa che incontra ,facendo udire il suo lugubre lamento ,il trascinare delle sue catene. Attraverso pianure deserte gelando ogni cosa ,scalando montagne altissime piene di neve ove infuriano i venti e danzano gli spiriti delle terre del nord. Spettri che giungono silenziosi fino alle porte delle tristi città portando gioia e dolori , ,sorrisi , tramutando ogni luogo un tempo sfiorato dal tiepido sole primaverile. Giuseppina era una bambina dai lunghi capelli biondi che gli scendevano come una cascata sulle fragili spalle dai grandi occhioni celesti come il mare . Giuseppina detta Giusy non ha mai conosciuto il suo papà, morto tragicamente quando ella era piccola , cresciuta con la mamma che lavorava ai mercati generali come contabile , in una diroccata casa al secondo piano di una fatiscente palazzina a tre piani in un vicolo lungo e storto . Una mattina di fine dicembre Giuseppina pur essendo l’ultimo giorno di scuola non aveva nessuna intenzione d’andare a scuola , inventò a tal proposito mille scuse alla sua mamma per non andarci dicendo : mi fa male la pancia , oggi non mi sento assai bene , non ho neppure finito di fare i compiti , mamma posso rimanere qui a casa, ti prometto che sarò buona e non combinerò pasticci. Va bene Giusy mi raccomando però , non aprire la porta a nessun sconosciuto , fai i compiti ci vediamo stasera , vieni qui dammi un bacio . Oh mamma rispose lei ,affrettandosi a correre incontro baciandola . Ti voglio tanto bene. La mamma di lì a poco andò a lavoro lasciando Giusy da sola a casa. La neve coprì ogni cosa di bianco , un grigio coniglio sbucò fuori dalla boscaglia , sorridendo , sventolando le sue enormi orecchie corse lesto sul manto di neve lasciando fragili tracce lungo il sentiero. Un netturbino mezzo ubriaco svuotava i cassonetti ricolmi d’immondizia, mentre un arzillo vecchietto se ne andava passeggiando con il suo cagnolino per strada con indosso il suo grande cappotto abbottonato fino al collo. Mancavano pochi giorni al santo natale le strade erano addobbate a festa si vedevano tanti negozi pieni d’ogni leccornia . Molti dicono che questi sono giorni particolari la magia della natura prende il sopravvento , trasformando ogni male in bene e viceversa . Basta poco per scoprire questo magico evento , basta chiudere gli occhi dolcemente e lasciarsi condurre dall’ immaginazione nel mondo della fantasia. Giusy aveva un gran freddo quella mattina cosi tornò a letto e infilatosi sotto due o tre coperte al calduccio chiuse gli occhi per continuare a dormire , in questo suo dormiveglia vide apparire un ombra sottile scivolare tra le pieghe del tempo, venire avanti farsi sempre più visibile. La vide scendere dolcemente dalle nuvole, un ombra quasi oscura che prendeva la forma di un strano essere cosa che le fece assai paura , ma nel qual tempo si sentiva terribilmente attratta a scoprire cosa fosse quella strana ombra. Intimorita Giusy ma per nulla spaventata chiuse ancora di più gli occhi e s’infilò ancora più sotto le coperte . L’ombra apparve per poi scomparire sui muri delle case , lesta la vide correre sui tetti camminare in bilico sulle tettoie con un gran sacco nero sulle spalle . Girandosi furtivo , s’infilò lungo i comignoli guardandosi attorno guardinga, ivi scendere furtiva dentro. Giusy voleva gridargli Chi sei ? ma non aveva ne forza, ne voce, per farlo si sentiva inerme ,pronta ad essere chi sa, mangiata anch’ella da quella brutta ombra apparsa improvvisamente tra i suoi sogni. Giusy in quei istanti avrebbe voluto la sua mamma ed il suo papà vicino ,ma ella non aveva un papà come tutti i bambini di questo mondo, si sentì cosi indifesa in preda ad uno strano fenomeno .Avrebbe voluto scappare , uscire fuori dal letto,chiedere aiuto ma si sentiva sola , pietrificata dalla paura. Poi provò a guardare meglio quell’ombra che la terrorizzata è vide che aveva una precisa forma , era una figura d’un uomo grande , robusto con un rosso berretto in testa . Non riusciva però a vedere il viso, così pensò subito ad un mostro orribile che voleva mangiarla in un sol boccone. L’uomo di spalle grande , grosso era vestito tutto di bianco e rosso ed aveva un enorme sacco sulle spalle . Camminava sui tetti, illuminati lievemente dalla luna che faceva capolino dietro le nubi. Si calava lungo i camini , scendeva , scendeva fin giù per poi ritornare su tutto allegro con il suo sacco un po’ più sgonfio. Giusy pensò: forse è un mostro che mangia bambini , non voglio morire , ti prego madonnina abbi pietà di me sono così giovane . Oh se ci fosse qui la mia mamma o il mio papà gli darebbe un sacco di legnate a quell’ orribile mostro. Tutto ad un tratto sentì un rumore nella sua stanza , pensò sarà un colpo di vento o il gatto della vicina che rincorre qualche topo malandrino. Non aveva il coraggio di cacciare fuori la testa da sotto le coperte così intimorita , sudava freddo la poverina. Senti così un altro rumore questa volta un tintinnio di campanelli che emetteva una dolce , soave melodia. Giusy voleva gridare ma non ebbe ne il coraggio ne la forza per farlo . Mezza morta dalla paura ,senti una leggera , calda carezza sfiorarle i lunghi soffici capelli biondi ed un senso di pace l’invase in un istante un bene profondo le sollevò subito il suo morale ed un ricordo felice la conquistò ,impadronendosi di lei . Così tutto ad un tratto non ebbe più paura ed ebbe anche il coraggio di uscire fuori da sotto le coperte , quasi gridando disse :chi sei ? per favore non farmi del male. Poi di nuovo impaurita rimase nascosta ancora sotto le coperte . Nel buio udii una voce amica rispondergli non aver paura , non ti faccio del male . Esci pure fuori da lì sotto , non hai niente da temere. Va bene io esco , ma tu fai il bravo e non mangiarmi in un sol boccone. AhAhAhAh rise il gigante vestito di rosso. Hai paura che ti mangio , io non mangio i bambini . Loro sono miei amici .Sono qui per sapere cosa desideri. Cosa desidero? Rispose Giusy. Si quali doni desideri per questo santo natale? Io non so.. disse Giusy un po’ turbata .Posso uscir da sotto le coperte mi prometti che non mi farai nulla di male? Promesso esci pure . Così nel sbucare da sotto le coperte ,vide davanti a sé un grande omone dal viso roseo con una folta barba bianca un sorriso beato stampato sulle labbra . So che quest’anno sei stata particolarmente buona ,hai aiutato la mamma nei lavori di casa , ti sei comportata assai bene con tutti. Qualche bugia mi dicono i miei folletti l’hai detta ,ma non c’è nulla di male in questo sé dette a fin di bene. Beh io … disse Giusy. Va bene non preoccuparti disse l’omone non devi scusarti ,anch’io da piccolo ho detto qualche bugia per salvarmi dalle birichinate che combinavo. Ma tu chi sei? Disse Giusy fissando negli occhi l’omone Beh questo lo dovresti sapere, senza che io ti dica altro.Lo dovresti sentire nel tuo cuore chi sono . Sentire dentro di me , rispose Giusy meravigliata.Possibile che ti sei dimenticata di me mia piccola Giusy . Come sé in un lampo si fossero sciolti ogni dubbio Giusy gridò : Non può essere ,come posso dimenticarmi di te come avrei potuto, e piangendo scese di fretta dal letto scalza corse a braccia aperte verso il grande omone vestito di rosso . Tu sei il mio papà ..e piangendo continuava a ripetere il mio papà Si che lo sono disse l’omone abbracciandola forte a sé la bacio sulla fronte le accarezzò i suoi lunghi capelli biondi . Poi la tenne stretta a sé sul suo petto come faceva quand’era piccolina. Intanto la neve continuava a fioccare ed il freddo divenne intenso . In quell’intenso particolare momento la mamma di Giusy ritornò da lavoro, apri la porta di casa lentamente ed una luce immensa quasi l’accecò ,quando riuscì a vedere ogni cosa chiaramente vide la sua bimba felice con tanti regali . Cosi ,assai meravigliata le chiese chi gli aveva dato così tanti giocattoli . Giusy rispose Mamma guarda quanti doni me li ha portati papà ,era vestito di rosso ed aveva una lunga barba bianca .Tra i tanti doni c’era anche un sacchetto pieno di pietre preziose per lei , un grosso anello con rubino , una collana di diamanti , un pizzico di speranza un po’ di felicità , tante perle colorate, ed un assegno con tanti zeri . La mamma non ebbe il coraggio di chiedere ulteriori spiegazioni. Continuò ad abbracciare la sua bambina , una lacrima gli corse lungo il viso e tra le ombre della sera le sembrò vedere quello strano omone vestito di rosso cosi simile al suo defunto marito ,sorridergli per un attimo e dirgli sussurrando Buon Natale amore mio.


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