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Quando parlo da solo

di Adielle
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Pubblicato il 09/08/2013 18:35:06

Quando parlo da solo quella è la sua voce

nulla contraddice

il battito delle palpebre in ritardo sullo specchio

questo cortile non è un buon posto 

per diventare vecchi

seguo il ritmo del naufragio dei miei pensieri

appeso all'amo

trasportato tra le dita fragili

di una santissima puttana dei ristori

coniugato alla tempesta

brandisco l'ascia

senza pressione apparente nei palmi

galleggia la lama

fusa con l'aria si combina

in un mulinare a vento

senza avere mai ragione del tronco

che spavento bambina!

è solo una rabbia repressa da troppo tempo

nel retro degli occhi

così quando li rigiro e svengo

divento un pidocchio dei tuoi capelli

mi piacerebbe dire amen

e ricevere la tua benedizione

ma proprio non riesco

ho morso la mia lingua

fino a dividerla in due pezzi

caduto nel buco

quanta strada ho percorso

prima che si bagnasse tutta

da capo a piedi

liscia la cortigiana

liscia come foglia senza nervi

traduce in battiti il verso dei miei polsi

come scricchiolano sono letto di bosco

calpestato trattenendo il fiato

questo cammino s'interrompe sulle tue labbra

sedotte dalla convivenza forzata

con le mie parole senza senso

ma non abbiamo fretta di arrivare

in nessun altro posto che non sia questo letto

fatto a fette e con i lupi alle calcagna

per favore fa balenare la verità dalla tua gola

prima che la stringa

affondare le unghie sul tuo collo sottile

un'innocenza che non ti puoi permettere

c'insegnano la vita con un ritardo tremendo

sulle nostre aspettative

così può capitare che seduto sul divano

aspetti gia la morte prima di vedere 

la fine del film che danno in televisione

ci vuole coraggio a mantenere le molecole

alla giusta distanza perchè non dissipino la forma

di tutto quello che appare

come scorre il sangue è un fiume

lo vedo passare con la ferocia di questi giorni

tutta ancora sulle spalle

l'inferno davanti il paradiso perduto

come canta l'erba quest'estate

sui prati attorno all'orizzonte

le colline come scudo su cui riportare i caduti

sono onde di un profilo

che non ha mai vissuto il vero conflitto con la sorte

ecco perchè ancora medita e spera 

che si rinnovi la stagione

il cuore grande e forte delle montagne

quello si ha storie da raccontare

la possibilità che si finisse tutti col pagare

per i propri lucidi peccati

è scemata col diritto

così nemmeno la vetta fa più distinzione

tra chi l'ha raggiunta

e chi l'ha solo sognata da un altare di pietra

controllo il mio delirio

da debita distanza

chissà cosa ne penserà la scienza?


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