Perimetri disfatti
nel gioco delle parti
gli spazi maledetti
dei sospiri fuori uso
dei polmoni latitanti
quante braccia ti hanno stretto
come chiodi al legno
fingendo che il verso
non fosse da fuori a dentro
mettendo da parte
la voglia rapace di uno spacco
dacci un taglio
salta il patto
prendo tempo
con le mani a coppa
un altro poco
l'acqua è fresca anche quando scorre piano
se la fonte nasce dall'aria che respiriamo
perdo i sensi
ho pianto troppo
perchè gli alberi sotto casa restino verdi
la stagione dei rimpianti
s'affaccia alla finestra come un fantasma
ti chiamerò per nome
anche se verrai con un altro volto
un'altra storia da raccontare
sono morto quel giorno
che non ho saputo farti innamorare
gli infiniti scampati al miracolo
di una vita troppo breve per disfarsi
campeggiano ancora sulle pareti di camera tua
le didascalie insegnano che
si tratta di figure umane
in cerca di un perdono
che tarda a piovere dal cielo
il buio si fa e si disfa
sento freddo
cerco scampo in una tregua
abbandono la strada consueta
unica via di fuga la tua bocca
punto di partenza
brucia la tua sottana
che si perdano le tracce
sulla tua schiena di marzapane
raccoglierò le briciole
sarò il tuo cane
prepara la museruola
tieni il passo delle mie brame
ma cercati ancora
dove i nervi fanno male
senza sapere del sapore che hai
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