Verso il deserto
E’ impossibile spiegare
ciò che accade
quando dilaga il dolore
del vuoto vivente.
A volte appare al risveglio
quando ti accorgi di esistere,
malgrado tutto,
e non può più essere un sollievo.
E lo senti assurdamente nel cuore
e nelle ossa
ma come se fossero di troppo.
Unico sollievo sarebbe,
infatti, solo, disperdersi...
Oppure no.
Potresti anche decidere
di alzarti e colorare il palcoscenico
- i colori li abbiamo almeno pensati noi -
anziché lasciarlo in chiaro scuro
che pure ha il suo fascino
ma solo se sappiamo che anche quello è colore
“Diventa ciò che sei!” disse l’uomo folle
Ma il mondo non gli credé
e lo misero in croce.
Anche io. Anche Tu. Non credendo in noi.
Ma abbiamo paura dei crocifissi
Oppure li ostentiamo, stupidamente, prendendoli per simbolo nazionale...
Ma quale nazione è pronta a risorgere
dopo anni di berlusconismo
che ci ha messo in croce – metaforicamente parlando
(ecco il simbolo !) -
Non certo l’Italia, ma solo il singolo,
potrebbe provarla...la Resurrezione,
unico senso della Croce.
Ed infatti la croce è dei singoli
Che al mattino si svegliano dal sonno di una notte
di incubi che vorrebbero almeno poter ricordare...
invece c’è più coraggio nell’affrontare il deserto del sogno
( non il sogno del deserto )
ed è là che vorremmo avventurarci
in quello spazio incolore
dove è possibile creare
l’assolutamente nuovo e antico.
Come in questa pagina bianco sabbia
su cui continuo a tracciare segni
troppo misteriosi
per chi non può decifrarli
ma dove ci si può arrischiare senza rischiare
di trovare la porta chiusa
quando il vento si alza...
Il rifugio è infatti qui,
nel “Nolite exire”:
finalmente dopo anni di ricerca
sono arrivata a comprendere
ciò che pure sapevo
senza capire.
Una pagina bianca è la Via,
un’infinita immensa pagina
dal colore-incolore
come il deserto che sto per attraversare....
Il fine , ambizioso, è trovare l’Essenza...
ma è come dire” trovarmi “ o” trovarti”
è lo stesso, anche se più difficile.
Infatti l’Essenza è forse più facile da trovare
di me e di te...
Deve essere riconoscibile, tale è la sua purezza
come un fiore nel deserto
o un cristallo trasparente
come acqua di roccia
E’ nella Bellezza impagabile che mozza il respiro
come un’onda di Luce...
Spero di trovare quella Luce nel deserto che attraverserò....
Dicono i viaggiatori che appare solo a chi è pronto
per sostenerne la visione...
Dovremmo sempre riservare un posto a tavola per Platone
Sicuramente ci darebbe buoni consigli al riguardo....
Ma così non mi sento più sola,
ho il mio piccolo gruppo di accompagnatori:
sono coloro che l’hanno già attraversato,
il deserto,
e non solo carovanieri,
ma poeti e santi...e i miei filosofi naturalmente.
E i poveri cristi , dimenticati
dal clamore di una domenica prenatalizia
per famiglie ,
invasi i centri commerciali
dalle ambiziose e struggenti luminarie
ridotte a parvenze consolatorie.
Anche loro, con me.
Congedarsi dalla normalità
per chi nella norma finge solo di vivere,
può sembrare più facile
ma è una finzione pericolosa
che a lungo andare assuefà
e rende inerti.
Non c’è la forza di alzarsi e partire.
Non si può mollare tutto.
Per il deserto poi...che assurdità
Meglio il grigiore quotidiano rassicurante
La giornata divisa in quattro
E le sere d’inverno al sicuro, no?
Con la crisi che c’è siamo fortunati.
Se c’è gente che muore lì fuori,
da qui dentro non li vediamo, quindi...
Ma intanto il colore seppia
immaginato scritto con la piuma d’oca
o al computer- è lo stesso -
può provare a trovare qui
con almeno i pensieri in libertà,
la Forza e la Via.
L’unico modo per partire,
intanto.
da "Onde interne" ( ilmiolibro, 2013)
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