A cercare davvero lo spacco nella pelle in fiore
si fa presto a lasciare gli occhi in un altro posto
che sia più accogliente e tiepido di vertigini
destate dal sonno dalla sconveniente fuga delle dita sul corpo nudo
ma la passione per il non ritorno spesso ci costringe a turni faticosi
durante i quali i nostri fianchi aridi riscoprono il fresco gusto per la pioggia
come una mosca che si posi sul bracere ardente di una piccola sigaretta
e per questo si bruci le zampe e cada
incauta diventa la voglia quando il suo oggetto s'avvicina
nulla la ferma non la distanza più la tiena a bada
che il piacere allora si sciolga in canto
deriso dallo scorrere non privo di tormenti del tempo che passa
una danza continua il respiro che arranca su vette progressivamente più alte
a raggiungere l'estasi in concomitanza con un passaggio di stato
le stelle maestre indichino pure la via per l'altrove
ma la carne resta sul banco degli imputati
passata al vaglio da antiquari giudicanti
non meno sedotti dalle forme che assume
con rancore si guarda al mal-tolto chè la natura brama nel continuare a soffrire
e ci si domanda come poter ancora godere dei fasti dell'antico barlume
andata la notte nelle spirali del tempo che fu la veglia non cambia
si mantiene desta la soglia per tutto ciò che conturba
e i battiti indivisi ancora per poco seducono gli ultimi attimi prima del coito
come viene se ne va sarebbe il caso di dire a voler essere fiscali
e torna la calma dei fluidi
il rancore con cui ci si guarda spesso dopo
nascondendolo in fondo agli occhi ancora un poco liquidi
è un refuso di costumi indossati con troppa fretta
chi si accende una sigaretta forse farebbe meglio a cimentarsi
in qualche tenera carezza attento a non cadere in stereotipi di massa
ma in fondo è una questione d'educazione e di gusti
e ognuno si comporta come meglio crede
c'è per esempio chi ringrazia per essersi scambiati la pelle
e gratifica la sua fede nell'altro con garbo un po' consunto.
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