O versi miei,
grigi lemuri nati
nel buio grembo del cervello,
non rimanete sempre ad ascoltare
i verdi umori della bile,
a contemplarvi l’ombelico.
Uscite, andate per le strade
dove pulsa il grande cuore del mondo.
Tra movenze gentili
delle giovani donne,
nell’umile sguardo
dei cagnetti al guinzaglio,
nel doloroso silenzio dei diseredati
troverete di che nutrirvi:
la divina poesia, il latte,
la dolce linfa della vita.
Uscite dunque,
la giornata è piovosa
ma il sole non vi sia nemico.
Seguite i passi degli ombrelli,
salite sopra gli autobus.
Sia pei borghi e sui viali
il vostro vagabondare,
ascoltate sui prati di periferia
le nenie delle mamme
chine sui passeggini,
il bisbiglio degli innamorati.
Ma ritornate a sera
quando rischiose si fanno
deserte e buie le strade,
tornate in questa stanza a perorare
le ragioni del cuore.
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