Il giorno in cui volevo vedere il Brennero,
quel giorno. Tu eri già lontano.
Risucchiato. Come fece un maledetto startnuto
primordiale con lo pterodattilo ed il tyrannosaurus
rex. E pure tu! Orso da orda, così stemperato come
si stempera nel budello del risotto il midollo;
nel giorno che la neve era nel mio piatto ed il
concistoro delle vette così intero da poterlo toccare
come ti toccavo. La bassa, calva di sole - noiosa
mattina padana, la gestazione violenta -violetta -
violata dei fiumi deflorati dai temporali e le
Chiese. E che storie! Così lontane tutte
nel giorno in cui volevo farmi ingoiare dal
Brennero. Ma poi, Santo cielo e santa
lei che ora ti arrabbatta la cena, io e te
non siamo certo da esempio!
I sogni ci hanno fatto una sassaiola e nel giorno
del volevo sapere il Brennero, ho capito
che i ventri sporchi di sud faticano a
smarrire ed incrostandosi, si accontentano.
Muriccioli e mandorle invece della stella
e dell'alpino e maledetto il sudore -sirena
della stagione migliore per me che nella
culla volevo una roccia bianco- blu con
il tuo passo e la correzione - scudiscio
del freddo sulla schiena.
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