Azzurrità d'improvviso mi coglie:
è pioggia d'acqua priva, che mi ammalia.
Alla mia, una mano si congiunge,
in un silenzio gonfio che raccoglie.
Nello spazio dell'essere, ondeggiando
raggiungo paesaggi sconosciuti.
Voli apparentemente senza meta
dentro scenari pieni, senza copia.
E' tempo strano questo, troppo cheto
che appaga il mio appetito di sapere.
E' bello questo viaggio inaspettato,
Rileggere la storia:
senza la fretta della primavera.
Qualche pagina squarcia la mia pelle
altre, di petalo di fiore vellutato
alleviano ferite ripetute.
Oscilla l'altalena senza tregua
nel lento divenire degli eventi.
Vento autunnale, le pagine sfoglia
con lentezza sincera, senza veli,
di un libro antico, eppure ancora nuovo
riscoperto al cadere delle foglie,
da occhi traboccanti di stupore.
L'inverno attende intanto sulla soglia.
Che l'autunno rechi frutti e li consumi.
Per intonare poi con voce lieve,
di miele, ninna nanna del riposo.
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