Pubblicato il 03/09/2014 20:40:08
Suzana Zisi nasce a Valona nel 1967 (Albania). Laureata in “Lingua e Letteratura albanese” all’Università di Elbasan ha pubblicato molte delle sue opere sulle pagine di giornali letterari. Il suo primo volume di poesie intitolato “Il bianco è poco” (2004), è stato accolto con successo dalla critica letteraria e dai lettori, riconosciuto inoltre uno dei cinque migliori volumi ‘poetici’ dalla Giuria del Concorso Nazionale “La Penna d’Oro” (2005); con il quale la scrittrice presenta un suo ‘personalissimo’ mondo poetico-filosofico carico di quella sensibilità universale che oggi possiamo riconoscere agli scrittori e a quei poeti che fino ad ora non erano stati mai pubblicati in Italia o, comunque, in lingua italiana. Un secondo volume di poesie intitolato “ Gli immagini hanno freddo” (2006) ha visto la presentazione del noto critico e studioso kosovaro Agim Vinca. In esso Suzana Zisi presenta una scala molto più alta della sua ispirazione e il suo dialogo poetico alla modernità con metafore e simboli emozionanti e al tempo stesso lacerarti per l’anima. I colori usati in queste poesie sono opachi e si adeguano ad un orizzonte “horror”, nel posto della “tela” ruvida, si è usato la pelle umana levigata che “urla” la verità, con profonda meditazione, spirito e coraggio che invitano ad andare avanti.
Le poesie qui di seguito riportate sono tratte da “ Le immagini hanno freddo”, in entrambe le lingue, per gentile concessione della prof. Suzana Spaho che ringraziamo vivamente. Dedico queste pagine a tutti gli amici Albanesi presenti in Italia e a tutti i ‘poeti’ italiani auspicando un abbraccio cordiale e collaborazione futura.
NË SHTËPINË E KAFSHËVE
Kafenë, ma sherben ujku. Duke ëndërruar, shijen e mishit tim…! Drekën, ma sherben dhelpra. Duke skicuar , arkivolin tim…! Darkën, ma serviri urithi. Duke gërmuar, varrin tim…! Zogjtë e përgjakur më lëpijnë… Milingonat, tatuazh më ngjiten në shpinë… Ku është dera? Hapeniiiii… Të hyjë këtu, njeriu. Njeriu? Oh! Vdiq i ziu! Bishat e egra, zaptuan shtëpinë… Planetet, në kraharorin tim, ulërijnë! Ulerijne…
NELLA CASA DEGLI ANIMALI
Nella casa degli animali, Il caffè Me l’offre il lupo, sognando di assaporare la mia carne! Il pranzo, mi viene servito dalla volpe schizzando, la mia barra…! La cena Mi viene servita dalla talpa scavando La mia tomba…! Gli uccelli, insanguinati mi leccano..! Le formiche come tatuato sulla mia schiena! Dov’è la porta? Apritelaaaaa… Deve entrare l’uomo. L’UOMO? Oh no, è morto, è morto poveretto! I mostri Lo hanno sbranato E i pianti Nel mio cuore Urlano…!
BUDALLENJTË Atë që s'e kuptojmë e quajmë budalla. Atë që s'na kupton përsëri e quajmë budalla. Sa cudi ! Kjo botë përbëhet prej dy budallenjsh.
GLI STUPITI Chi non lo capiamo, lo etichettiamo STUPITO! Chi non ci capisce Lo stesso è stupito, Strano! Il mondo è strutturato da due STUPITI!
YLBERI Nje shall shumengjyresh mbeshtolli kodren. Fill pas shiut u be drite. Renden fluturat ti rrembenin ngjyrat dhe pas pak drita ju fik.
L’Arcobaleno Una sciarpa multicolore abbraccia la colina. Un attimo dopo la pioggia, si fa luce. Corsero le farfalle a rubare i colori E nel fra tempo la luce si è spenta.
ËNDËRRA Ëndërra ime ra në gjumë, . . . fjeti ! Dhe kur u zgjua, pa se unë kisha fjetur përgjithmonë.
IL SOGNO Il mio sogno cade nel sonno, ….dormì! E quando si svegliò, ha visto che io dormivo… PER SEMPRE!
VDEJKA IME Më thanë se vdekja ishte nisur për tek unë. Pastaj kish kthyer rrugë, sepse kish ngatërruar adresë. Ç'fatëkeqësi! Ndoshta një ditë nuk do të njohim as vdekjen tonë.
LA MIA MORTE Mi hanno avvisato che la morte Era partita per trovarmi, ma poi… aveva cambiato strada e l’indirizzo! Peccato! Un giorno non conosceremo Ne anche la nostra morte!
NDIHOMENI TE QESH Dridhem derisa shkrihem Une dridhem nga heshtja ime, Dridhem e kerkoj te bertas, Te ulerij, vetem te ulerij, Por kurrkush s’do me degjonte, As ata qe kane veshe. Asnjeri s’do te me shikonte, As ata qe kane sy. Ndaj me lene te dridhem Derisa te shkrihem e tera, aty.
AIUTATEMI A RIDERE
Tremo fino allo scioglimento. Io tremo dal mio silenzio, tremo e cerco di urlare, urlare, solo urlare, Ma nessuno mi ascolta, anche chi ha le orecchie. Nessuno mi vede, anche se non sono trasparente. Quindi, mi lasciano tramare, fino alla mia totale scioglimento, là!
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