Pubblicato il 09/07/2014 08:59:34
Morte è la nostra estate fra nero gracchiare di corvi e stridii gutturali di gabbiani fuori rotta, inetti al comatoso oceano. Lividi cumuli di immondizia sorgono minacciosi dall'asfalto e distolgono il passo frettoloso della gente che si tura il naso mentre tramuta in fuga il suo andare stralunato. Solitudini si scontrano, respingendo ogni contatto, maledicendo la vampa di un sole suicida ed il silenzio della gente, dalle borse semivuote, bestemmia i feticci unti e ributtanti dei nuovi ricchi. Più che voglia di rivoluzione splende anarchia distillata a novanta gradi.
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