Pubblicato il 28/01/2008
Una breve raccolta di racconti, definita dall'autore, alla sua prima opera, "Liberi racconti di poesia da leggere e ascoltare piano". E in effetti la prima impressione che si ha legggendo questo volumetto è l'estrema libertà: di mischiare generi, di usare linguaggi e di lasciar sconfinare la realtà nella fantasia. I racconti sono ben pensati, hanno delle trame semplici che si svolgono linearmente, senza grandi strappi, scritti con un linguaggio che forse si può definire "giovane"; un testo che usa sistemi narrativi classici e poetici e li mischia con stili più tipicamente del parlato comune o dei testi delle canzoni, non manca, come è tuttavia perfettamente comprensibile, la volontà di stupire con qualche frase ad effetto, ma sono solo peccatucci di gioventù. Rimane comunque un libro che si legge volentieri, si avverte la volontà dell'autore di voler fermare attimi prima che si trovino di fronte al bivio tra il diventare realtà o essere il coronamento di un sogno, e, con la narrazione, farli diventare la continuazione di un sogno.
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