Ascolti i Belle and Sebastian,
la finestra di casa tua si affaccia sulla strada:
da laggiù, il mormorio triste di una bicicletta.
Leggi haiku e il vecchio de Saint-Exupéry,
quello che a me non è mai piaciuto
perché ero già grande quando capii
che il Piccolo Principe non potevo essere io.
Di notte, appena prima che il sonno mi prenda,
guardo il soffitto, bianco come i nostri volti
in quella sera di luglio inoltrato:
eravamo pallidi, circondati dal buio dei boschi.
Mi ricordo delle altezze a cui arrivava la mia felicità
quando Guccini suonava e tu, sola, danzavi per noi.
Corri adesso, piccola ragazza inafferrabile,
adesso corri lontano, via da qui, dai sogni che mi hai lasciato,
come un triste souvenir con cui mi rovino i pomeriggi di pioggia
e di sole, in quest'autunno uguale agli altri, solo più caldo.
E sei splendente e sbiadita
nella luce-miraggio delle mie fantasie.
Sei come un riflesso improvviso,
che scambio per il faro delle navi in mare aperto.
Ma è solo la tua finestra,
da cui proviene una melodia triste,
una frase dolce, in tenero inglese,
e dice tutto di te, che m'hai chiuso fuori tempo fa.
I don't like this place - We better go
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