Mi preparo per il gran ballo
il mio corpo soffocato dalla leggerezza
di un abito di piombo.
Lo specchio rimanda lampi di
vuoto,
il mio essere effimero come nube
al soffio d' Eolo.
La carrozza percorre la via tracciata
incurante del sinistro dei miei pensieri,
ammucchiati sul manto stradale
feriti da vecchi ricordi.
Ai soccorsi non credo.
Il gran castello vomita luci e sinfonie
in un nauseante sciamare di
maschere a festa.
Uomini e donne di cui l' identità non conosco,
tra danze di sorrisi ed illusioni
non ho simulacro che mi protegga.
E' un carosello di tristi apparenze
tutti indossano il falso Essere e sembran star comodi
in quelle stoffe di nebbia.
Sono e non sono
terra e aria.
Attratta da Eros e poi da Saffo,
ancora Saffo e nuovamente Eros.
Un tuono straccia il cielo
l'angoscia affoga il mio cuore.
Cavallo imbizzarrito fuggente, questo ora sono,
da quel luogo sporcato di falsa Essenza.
La mia ora cerco
ma erro in una boccetta di inchiostro
nero.
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