Mio Novecento
Mi ricordo che ho vissuto
Vicino alla ferrovia nel novecento.
Mi ricordo da bambino
Mio padre che mi portava ad ascoltare
Il treno, lui che da Napoli, lo ha preso
Per il Nord.
Il treno del
Riscatto, la bellezza del viaggio
Negli occhi di un giovane
Ad appena dieci anni dalla fine,
Dalla fine del mondo, da tutto quel negativo,
Da tutto quel dolore, infame,
In cerca di speranza
E di dolcezza, come in una musica
Nostalgica.
Così quando incontrò mia mamma
Nel parco delle rimembranze
E le chiese il foulard rosso
Perché si era fatto male ad un dito
Nell’altro secolo,
Gli si strinse il cuore, per aver
Capito
Che il tempo della valigia di cartone
Era finito.
Era il momento di costruire la speranza,
Per un domani migliore,
Aveva trovato il Paradiso, sul lago,
E mia madre la pace,
Dopo la guerra partigiana, con sua mamma
Che guardava crescere
Figli in parte distanti e le piccole davanti
Alla porta di casa
Mentre ascoltava Radio Londra.
Ora sono pietre silenziose,
E tu hai il simbolo della speranza, tu
Il loro anello di promessa, tu
Che sei giunta, inaspettata,
Dalla terra d’Argentina.
Dalla fine del mondo.
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