Pubblicato il 25/01/2023 18:35:59
BLA, BLA, BLA … solo menzogne e ironia dagli scranni del Parlamento.
Acclamato quanto osteggiato, per lo più sprofondato in un silenzio senza fine, l’attuale governo in carica si ritrova decostruito d’una necessaria opposizione parlamentare che lo costringe a farsi opposizione da solo, nella stancante paradossale attesa che qualcuno levi il culo dagli scranni per dire qualcosa in cui crede e che, per qualche futile motivo, controbatta (aggiunga, tolga, si rimangi quanto dice), le decisioni prese da un solo Deus ex Machina al comando, dedito a quanto pare, a fare il ministro di tutti e di tutte le cose. Inutile chiedersi dove sono finiti i Ministri nominati di entrambe le fazioni, nascosti sotto i banchi come credo facessero a loro tempo, quando andavano ancora alle elementari. O in quanto matricole universitarie che ammazzano il tempo a incrementare le fila di quegli “Apocalittici e Integrati” (1964), quanto inattendibili elencati da Umberto Eco, che: “manifestano gusto per l’imprecisione storica, credulità indiscriminata nei confronti di ogni fonte, tendenza a non usare una testimonianza quando si stata dimostrata attendibile, ma a giudicarla attendibile perché la si è usata”. (*) L’attendibilità di quanto sopra enunciato, trova ulteriore riscontro in un altro affascinante libro di Umberto Eco: “La ricerca della lingua perfetta” (1963), tale da rasentare una vera e propria avventura letteraria ai margini della ‘fantascienza’. Se non altro perché questi ‘esecutori d’ordini’ uno dopo l’altro, riempiono i talk-show televisivi facendo a gara nel presentare i propri ‘libri’ sulla visione progressiva della società, ingabbiata entro formule edulcorate (rivestite di coperte patinate) ma dai contenuti esclusivamente commerciali buoni solo per l’intrattenimento. Libri che affrontano le tematiche più disparate, ‘facendo a gara a chi le spara più grosse’ sulle prospettive politico-economiche, senza tener conto che si è già grattato il fondo delle Casse dello Stato. In pratica ‘libri’ che rasentano i ‘fenomeni culturali’ in cui si cercano, senza trovarle, le ragioni progressiste d’una società in cui la ‘fantascienza’ la fa da padrona assoluto, dove si suppongono teorie sulla ‘cultura di massa’, sull’importanza obsoleta di una comunicazione stantia, fatta di slogan e promesse indecidibili. E dire che questi signori dovrebbero accettare d’essere provvisori come qualunque altro, che non ha importanza lo schieramento, e sia che rientrino nelle schiere degli “apocalittici e/o integrati”, (se non per finzione snobistica) alla fin fine ogni loro grido di vittoria si attesta all’attualità della vanagloria che si perde nello spazio di una notte, che il mattino seguente riflette della luce albale della fantascienza, come il fantacalcio, la fantapolitica ecc. ecc. Ciò, per quanto la fantascienza, in altri termini, è narrativa delle ipotesi, della congettura e/o dell'abduzione, e in tal senso è ‘gioco’ per eccellenza, dato che funziona per congetture, ovvero per abduzioni. Lì dove ‘abduzione’, nell’accezione letteraria qui utilizzata, sta per allontanamento da un prefisso o punto di riferimento dalla realtà. C’è una frase attribuita al campione di scacchi Garry Kasparov che mi è piaciuto ribaltare: “Deep Thinking: Dove finisce l’intelligenza artificiale, comincia la creatività umana”, ma che in questo caso funziona solo se “dove finisce l’intelligenza umana, comincia la creatività del Deus Machina artificiale”. Perché, anche se nessuno lo dice (e sono davvero pochi ad ammetterlo), i Ministri integrati dell’attuale Governo non sono ancora usciti da sotto i banchi della loro infermità, e si spera non lo facciano mai; ché, se puta caso salgono in cattedra, davvero li vedremmo fare (oltre che a dire) cose ‘apocalittiche’. Meditate gente, e “fate attenzione a non scivolare sulle bucce dei meloni”, che in quanto a onestà intellettuale e deontologia etica, la dice lunga su ‘diritti e doveri’ dell’essere parlamentari in rappresentanza di un popolo e di una bandiera. Le ideologie del passato sono dure da estirpare dalla mente di ciascuno, ancor più se questo qualcuno dovrebbe pur ravvisare che il successo elettorale conseguito una sola volta a furor di popolo non fa di un rappresentante del parlamento un mito del nostro tempo, bensì uno schiavo al servizio della comunità, sebbene lo si paventi a ‘leader’ di una masnada di incapaci.
(*) U. Eco -Tra menzogna e ironia- Bompiani 1998
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