Sono arrivato al punto estremo.
Sul nero assito del palcoscenico,
gechi grigi vestiti di stracci,
sfilano i miei giorni
lasciando minuti escrementi,
gli occhi smarriti
in una farsa che non riconosco.
Il punto estremo è la luce,
oltre di esso il buio.
Raccolgo il moccolo fumigante
per sospingerlo più avanti
ma la notte è fonda
trascorrono funamboli fotoni
a schiantarsi nel nulla,
Il buio è tenace.
Inutile domandare un condono
Questo è l’esistere che rimane
Tra il lamento dei merli
E il canto delle rane
In fondo al botro.
Vorrei essere sulla spiaggia
Dove la gente spoglia nella luce
Chiude gli occhi stanca
D’azzurrità marina.
Scheletrini innalzano torri di sabbia
Con secchielli e formelle
Cuoricini malati si spengono
Sul far della sera.
Solo ora ti accorgi
Che le lunghe strade non portano
Dove tu volevi
Mentre il fiume degli anni
Ti rubava l’aurora
E tu sedevi sulla soglia
A intrecciare pensieri
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