Nell’ombra troppo piena di vento
Dopo una breve passeggiata
Sotto il sole troppo cocente e luminoso d’Aprile
Ci sediamo al più illustre e costoso ristorante.
Io ordino una pasta ai sapori di scoglio
Lei l’antipasto: “curiosità dello chef” e triglie in umido.
Io mangio con una certa avidità. Colpevolmente
Faccio del piatto biancheggiare il fondo
Lei assaggia le diverse “curiosità” che poi mi passa
Perché non le piacciono, causa l'intolleranza.
Pure la triglia non fa per lei:
Troppo condita, troppi sapori.
Guardo attraverso la vetrata
La superficie pallida del mare: ” Moto ondulatorio”
Parole esatte, mi dico,
per descrivere la nostra inesistenza.
Mi domanda perché sono pensieroso. Rispondo
che mi dispiace che non le sia piaciuto niente.
Fruga nella borsetta.
Vi cava un paio di orecchini di latta che credeva smarriti
Li indossa felice e con la punta del mignolo
Gratta il fondo del rossetto esaurito
E lo strofina sulle labbra.
Mi ricorda quando le scrissi un piccolo verso:
“alla regina degli zingari”
Le chiome scapigliate delle onde
Sfarfallano ai piedi degli scogli
Si distendono sensuali e pigre sulla sabbia.
Ecco l’immagine giusta per descrivere
Il nostro breve apparire nell’esistenza!
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