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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

( Vista con granello di sabbia )

di wislawa szymborska (Biografia)

Proposta di Maura Potì »

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Pubblicato il 10/12/2009 22:02:30

Lo chiamiamo granello di sabbia.
Ma lui non chiama se stesso ne' granello ne' sabbia.
Fa a meno di un nome
generale, individuale,
permanente, temporaneo,
scorretto o corretto.

Del nostro sguardo e tocco non gli importa.
Non si sente guardato e toccato.
E che sia caduto sul davanzale
e' solo un'avventura nostra, non sua.
Per lui e' come cadere su una cosa qualunque,
senza la certezza di essere gia' caduto
o di cadere ancora.

Dalla finestra c'e' una bella vista sul lago,
ma quella vista, lei, non si vede.
Senza colore e senza forma,
senza voce, senza odore e senza dolore
e' il suo stare in questo mondo.

Senza fondo e' lo stare del fondo del lago,
e senza sponde quello delle sponde.
Ne' bagnato ne' asciutto quello della sua acqua.
Ne' al singolare ne' al plurale quello delle onde,
che mormorano sorde al proprio mormorio
intorno a pietre non piccole, non grandi.

E tutto cio' sotto un cielo per natura senza cielo,
ove il sole tramonta senza tramontare affatto
e si nasconde senza nascondersi dietro una nuvola ignara.
Il vento la scompiglia senza altri motivi
se non quello di soffiare.

Passa un secondo.
Un altro secondo.
Un terzo secondo.
Tre secondi, per, solo nostri.

Il tempo passo' come un messo con una notizia urgente.

Ma e' soltanto un paragone nostro.
Inventato il personaggio, fittizia la fretta,
e la notizia inumana.









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