PICCOLI UOMINI (1997)
L'azzurro più azzurro
si tuffava nel blu
di un limpido mare.
Le barche viaggiavano al largo,
di motoscafi neanche l'ombra
e il bel litorale
era il ritrovo festoso
di spensierati bagnanti.
Con secchielli e palette
frotte di bambini
giocavano felici
mentre il riflusso del mare
la sabbia rubava
ai loro occhi stupefatti;
e quando il sole
moriva nel mare,
lasciava dietro sè
spettacolari fantasie di colori.
Più di cinquant'anni
sono passati.
Io, ero uno di quei bambini.
Il limpido mare
ha ora acque confuse
dal verde delle alghe
e ha perso l'incanto
di quel magico blu.
Ora,
quando dall'acqua usciamo
imbrattati di catrame,
malediciamo il cialtrone
che senza darsi pensieri
ha scaricato in mare
residui di liquami neri.
E in cielo,
invaso dallo smog,
l'azzurro è pitturato
pallido e velato,
mentre i raggi del sole
che sfuggono all'ozono
provocano danni seri
sulla pelle candida
di sbadati vacanzieri.
Ai bambini
è stato rubato lo spazio,
sono stiti i grandi
per far posto
ai loro divertimenti.
Motoscafi e moto d'acqua
windsurf e pedalò,
sono i nuovi padroni del mare.
Pure i tramonti
sembrano mancare
della forza
e dello splendore di un tempo.
"Il nostro benessere
non è trattrabile"
tuonò altezzoso
il presidente degli Stati Uniti.
Kyoto, per lui,
è solo una città del Giappone.
Qualcuno gli dovrebbe spiegare
che l'America
non sta su un altro pianeta.
Ma tra trent'anni
i figli dei bambini di oggi
che mondo abiteranno?
E il cielo
sarà ancora azzurro?
Il grande Pablo Neruda,
sommo poeta cileno,
a Pinochet soleva dire:
"Potete strappare tutti i fiori
ma non fermerete la primavera".
Vuoi vedere
che un pugno di piccoli uomini
ci sta riuscendo?
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