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Ai Signori della guerra

di Giovanni Bartezzaghi
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Pubblicato il 14/03/2016 21:59:29

 

   AI SIGNORI DELLA GUERRA

 

   Vorrei, Signor, poter ragionar con Voi

   che insanguinate il mondo con le guerre

   ma se ascolterete quel che dico poi

   insiem abbellirete l'alme terre.

 

   Nell'illusion di soggiogar le genti

   forse ammaliati dall'eterna gloria

   dimenticate il corso degli eventi

   coi quali l'uomo scrisse la sua Storia.

 

   La quale insegna che chi ha imperato

   recise con furor le avverse vene

   e nell'orrido teatro qui disegnato

   feriti e morti riempiono le scene.

 

   Intrappolati nell'enorme sacca

   son lì stesi i rival della contesa

   è calato il buio, fra odor di biacca,

   su più vite immolate per pretesa.

 

   E del dramma fan parte tutti quanti

   da non distinguer vincitori e vinti

   ed è tal che nessun può menar vanti

   a men di creder che i morti sian finti.

 

   Stanchi e umiliati dalle privazioni

   gl'ignavi tutti, dell'una e altra parte

   sopportan cheti mille privazioni

   e vedon nel campare la sola arte.

 

   E nell'erebo sciupan i lor giorni,

   col passo incerto trascinano le ossa

   di corpi smunti, senza più ritorni,

   giunti sul ciglio dell'eterna fossa.

 

   Signori, spiegate Voi a chi Vi parla

   quale vantaggio si trae da un conflitto

   se dalla guerra, a ben esaminarla,

   anche il vincitor ne esce alfin sconfitto?

 

   E' inutile seminar terrore

   se è già scritto che il terror non paga,

   mi pare saggio, da recarVi onore,

   cercar a un tondo di sanar la piaga.

 

   Questa dev'esser la vera e sola via

   per mediar insiem eventuali torti

   e ragionar con calma, mai lasciar che sia

   la cieca ira a decidere le sorti.

 

   Perciò Vi prego di scendere dal ring

   non siate schiavi di barbari duelli

   è nei pensieri di Martin Luther King

   che troverete il viver da fratelli.

 

   Sogno allor di veder la Vostre mani

   stringersi cordiali fra li sorrisi

   che annunciano i profumi del domani

   e splendon dolci su i radiosi visi.

 

   Si avvolga poi in un mare di colori

   il mondo per un'altra dimensione

   nascan spontanei canti, balli e amori

   e gloria sia per ogni religione.

 

   Così da ridisegnare il pianeta

   in un'Era superiore e feconda,

   di abbondanti messi muoia la dieta

   degli affamati di questa baraonda.

 

   Ascoltate l'uomo che sempre spera

   in un nobile e romantico avvenir,

   date voce ai miseri della sfera

   e tacete l'armi che li fa morir!

 

   Va canzone e intenerisci 'l core

   di lor Signor dall'animo pugnace,

   porta al mondo le voci di dolore

   che van gridando pace, pace, pace.

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   


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