Pubblicato il 10/04/2016 21:11:59
«Vedi, non è che non mi interessino gli odori della strada: è che c'è altro che mi distrae e guida su, su per i palazzi, le piazze, le fontane come memorie di bellezza, moniti di ciò che può essere quando è,» dice la donna col buffo cappello al suo cane rosso, un bastardino con gli occhi vivaci che se potesse piscerebbe sul David, nel loggiato, persino sulla torre di Giotto o su ciascuno degli otto angoli del Battistero. Ovunque, insomma: ovunque si nasconda il mistero della perfezione. «Tu sai cose che io non so, ma anch'io, sai, anch'io ho i miei segreti,» aggiunge lei strattonando la povera bestia che la guarda con occhi rotondi, non desiderando altro che un bell'albero, un fazzoletto di verde, anche minuscolo, anche terroso, purché sia. Ma quella, pensa lui, non capisce proprio niente. Ha anche lei gli occhi rotondi, e sospira «che meraviglia!» ad ogni pie' sospinto. Intanto, cala la sera. È tempo di tornare a casa, per la donna e per il cane. «Le piscerò in salotto,» si dice lui, che non parla, ma impara presto.
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