Pubblicata per la prima volta in occasione del cinquantesimo anniversario della morte del premio Nobel (1957) questa graffiante piéce teatrale venne pubblicata in Francia sotto lo pseudonimo di Antoine Bailly, in questo modo l’autore voleva lanciare il suo messaggio senza inasprire i contrasti, che andavano facendosi più accesi, con gli altri esistenzialisti. E sono infatti certi modi propri degli esistenzialisti, ed in generale del mondo filosofico, ad essere irrisi lungo le poche battute di questa deliziosa pochade. Basti dire, per illustrare brevemente il testo, che un misterioso personaggio che dice di provenire nientemeno che da Parigi, si introduce nella casa del farmacista e sindaco, signor Vigna, per renderlo edotto di una nuova filosofia, capace di cambiare il mondo. Questa mirabolante filosofia è contenuta in un in-folio, che il personaggio, signor Nulla, vuole vendere al farmacista. Il signor Vigna, colpito molto profondamente, cercherà di mettere subito in pratica la nuova filosofia, basata tra le altre cose sul “Essere nel farsi e farsi che ciò sia, è essere per chiunque senza essere ciò che sia sia”, senza rendersi conto che essa sovverte tutte le norme del buon senso. L’epilogo giungerà ben presto a salvare il povero Vigna e i suoi malcapitati familiari. Comunque già dalla lettura dei personaggi, all’inizio del testo, si capisce come si metteranno le cose, e quale sarà la logica soluzione del tutto, ciò non toglie che la lettura di certi passi, oltre a far sorridere, ci aiuta a capire come sia facile far abboccare le persone all’amo, anche a quello del più sprovveduto, promettendo fama e successo, che è quanto assicura il signor Nulla al Vigna nel caso in cui avesse comprato, e messo in pratica, il prezioso in-folio. Certo, immagino che nel 1947 questa operetta avrà destato parecchi mugugni nel mondo accademico, essa è infatti una perfetta presa in giro, nel suo svolgersi rapido ma denso di simboli e di ammiccamenti. Appare chiaro a tutti quel che sta per succedere e come, ma durante la lettura ci si lascia incantare, così come succede al signor Vigna, si lascia raggiare dalle parole e dalle promesse, e si suppone che fosse anche l’accusa ai filosofi che Camus voleva lanciare. Forse ai giorni nostri la diatriba fra esistenzialisti ha perso un po’ di smalto e di attualità, però, sorprendentemente, la commediola è ancora tremendamente moderna. Basti pensare a certi imbonitori televisivi che presentano qualche novità cui aderire, un prodotto da comprare, e tutti, come il Vigna, abboccano; se poi si aggiunge il miraggio della celebrità ecco tutti i telespettatori gridare al miracolo e gettarsi subito anima e corpo su quanto proposto. Non sottovalutiamo il fatto che il signor Nulla si presenta come “piazzista di una nuova dottrina”. Se al posto di un piazzista di prodotti mettiamo un politico, magari che ha fondato un nuovo partito e promette un nuovo mondo, già pronto, bisogna solo avere gli occhi per vederlo, e se al posto del signor Nulla mettiamo il suddetto politico che promette al Vigna/elettore “Precisamente, è qui che sta l’utilità della nuova filosofia. Perché prima per essere eroici, bisognava aver fatto qualcosa; oggi invece, grazie a questi magnifici pensieri, si è pienamente eroi senza fare nulla.”
Questa sarcastica Commedia dei filosofi, servì a Camus per uno scopo ben preciso, ma la sua grandezza sta proprio in questa sua eterna attualità che la rende leggibile e godibile in qualunque epoca ci sia un imbroglione che vuole vendere un’idea mirabolante, e forse Camus non lo sapeva ma di questa sua Commedia c’è maggior bisogno oggi che quando venne scritta.
Il volumetto è curato da Antonio Castronuovo, il quale, oltre alla ottima traduzione, firma il breve saggio in appendice “Alle origini della battaglia” nel quale il lettore troverà un ottimo approfondimento sulla Commedia, capace di illuminare anche i punti più complessi, e in generale sui rapporti tra Camus e suoi contemporanei. Chiude il volumetto una agile e puntuale biografia di Albert Camus