La vergona di ieri è una capitale decaduta
quell'antica signora che non da la mano, financo gliela chieda
che parola strana, per quanto muta
la colonna è fuori sede e non prega la rettitudine
di rinfrescarle la memoria
dunque "morte" rimane sulla punta della lingua
o prima, alla corte dei pensieri
col tempio da una parte e il trono vacante per aria (degli dei)
le scale, con le statue che le salgono, armate.
E poi una continua primavera fino alle sei
ai prossimi europei caviglie di cristallo
e una verticale della corda che porta fino al cielo
da cui non si vede bene la partita
ed ogni pausa è buona per fare un figlio.
La badante a capotavola gestisce il telecomando
il canKazan è fuori, a scopare nell'orto
dio è morto e non me ne sono accorto
la musica mi ha distratto, soprattutto le parole del Circo Zen.
Ma sono letterale quando sogno? O è tutto vero?
Sarà che sto diventando vecchio e ancora non me ne dolgo.
Ma fino a ieri avrei spaccato il Mondo se fossi nato ieri.
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