La città ritrovata sul fondo dell’oceano
non è Atlandide, né il cimitero dei pirati
è un luogo dello spirito, il rifugio per artisti
in cerca d’ispirazione, attori dilettanti
cantanti liriche col corpo da sirena
poeti romantici con la tuba e per la balena
di Moby Dick. La folla degli aspiranti
è in una lista scarna, chi concede i visti
è uno squalo con i vestiti firmati e stirati
di fresco e due cambi due nello zaino.
I pesci colorati sono rimasti di sasso
dinanzi ai quadri di Kandinsky, la bellezza
è aperta al sorriso nel mondo sotterraneo.
I delfini hanno vinto la medaglia d’oro
alle olimpiadi nel salto in alto, quello
che ha scelto il passo del gambero è bello
ma è stato squalificato, niente alloro
invece per le meduse trasparenti, il neo
è che nessuno le ha viste in sella
alle loro biciclette, il vincitore è un asso.
Ulisse è stato qui, a incontrare Nausica
Omero si è sbagliato, vi ha scritto la Norma
Bellini, è stata scambiata per una ricetta
siciliana alla moda nelle terre di sopra.
Gli ossi di seppia di Montale sono un ricordo
del suo fugace passaggio in questo fondo
sconosciuto. C’è il bacio etereo e la capra
che bruca la libertà, la luna in offerta
e i fantasmi nel sottomarino giallo, il karma
senza condanna e le sirene che inventano musica.
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