Stette l'assalto prigioniero della soglia
incorrotto ma mai più fertile ai prodigi del giorno
come madre artefatta, una casupola per animali all'aperto
coibentata, con una tana di topi sotto, a tregua di cane corso
il mio Ulisse in ritardo dai pascoli d'altoforno.
La breccia che interruppe il lasso di tempo si produsse in vademecum
per visitatori dell'asfalto, stagionati di pioggia montana
fin dove arriva la bruma, a valle sul lago
strapiombo di un coito ghiacciato se la cascata lo ingorda
se lo stantuffa a sbalzo, conato di tutta una vita che si scioglie.
Quintessenza del suo fiordo, una fiaccola per volta, a decimare
le pigrizie dell' inverno tutte in fila sulla coltre, in culo alle nuvole
latifondi di condensazioni a sublimare qualche passaggio di consegne
che non trovano oltre l'ancoraggio
e si perdono gli occhi che le guardano di sbieco
gli io che passano in rassegna, al setaccio delle greggi che contano
per addormentare le coscienze a una bestemmia di dio che abbia forma
di un dio che si possa pregare restando mortali.
Poi se ne alza uno, uno non proprio qualunque, tra gli astratti
e si concentra in una materia che abbia un' ombra
per accorgersi del Sole e poterlo indicare.
Tu sei! Senza sapere ancora di sè.
Tu sei! Strappa il velo, conta i pezzi, si accorge dell'abisso che li separa
e perde memoria del principio che li unisce.
Ancora più forte, prende il cielo e lo sfascia in favore delle stelle
al suo capezzale perchè possano prenderlo prima che cada l'energia
del suo ultimo respiro e torni in circolo nell'atmosfera che da i brividi.
Prima di capirsi, di impararsi dal sogno in cui si sogna
ha bisogno di altre vite d' attraversare di cui non conserva il ricordo.
Così si perde nel Samsara e i corpi in cui s'incarna a misura
dei suoi vortici irrisolti, lo distolgono dalla ricerca della sua vera natura.
Perchè l'anima resti la sola a cercare la strada di casa
col principio che la illumina oltre il buio delle cose
lo spirito che trascende la materia vivente, la rotta muta del ritorno
è necessario che muoia alle sue voglie più antiche
col rischio di mai soddisfarle, in caso di oracoli, a scanso di equivoci.
Con l'amore come costante perpetua, per giunta a rigor di logica.
Le manie di grandezza dell' atomo da una parte
dall'altra la speranza suprema del nulla, nello stesso nucleo
ai ferri corti.
Il caso limite, limite il caos e i nostri giorni stuprati.
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