A San Giovanni gli ulivi stanno ritti: l'ubertosa scoliosi
è di miracolosa correzione;
tra i fedeli, le gru/ giraffa tirano
su il naso e smidollano il terreno
invertebrato. La mano che mi regge
non è salda, la mano che mi regge ha
occhi altrove ed un palmo già usato,
dal quale cado.
A San Giovanni dicono Messa
come uno starnuto, non fa buio
presto e le stelle sono sempre alte,
il collo in vertigine, la bocca satura
di Ave Maria. Ricordo tutto:
la fragranza del pane, gli scanni/ delfino
puntati a dosso con la pinna - manifesto
devozione. La mia gonna bianca, il freddo venuto
a sputare novembre addosso, sul modore giù
pronto per inforcare casa.
E' di San Giovanni l'ultimo pensiero
con il quale sposarmi:
una promessa sussurrata fra
cripta ed ex voto, ammennicoli
fattura incenso, le rotule abbacinate
direzione Mecca/ litanie,
e tutte le lingue insieme a dire
la stessa dose. Ma tu non hai ascoltato,
e svoltavi verso nord.
Tu non pregavi.
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