Pubblicato il 11/02/2017 20:26:30
Non ci saranno più occasioni: le case sono lapidi, le tende mummie, ossei nastri riavvolti, larve di un orrido, sconosciuto insetto; ed il tuo viso stinge come il colore sul quale passa distratto un dorso di mano. Non ci saranno più occasioni. E non mi importano le stelle, e quanti figli potremo comunque avere, con i corpicini ancora caldi sormontati da teste che non ci appartengono. Quando li scuoteranno, stappandoli al viscido torpore, io non sarò esausta e stesa a cercare il calco del tuo naso. E tu non mi ringrazierai.
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