Nell' abisso cerca il tuo dio
nell' abisso, cerca se vuoi trovarlo
chè nelle stelle del cielo se ne sono persi gli atomi
e li stiamo ancora cercando.
Il forse, quel magico forse che ti fa ancora sperare
rinsaldi i cardini della tua schiena bifronte
le ali spiegate della ciurma al comando
un solo padrone con vene da schianto e ventre perfetto
per partorire la figlia di dio, un nuovo pensiero, più sognato che altro.
Commuoviti amore mio o devo tirarti i capelli come quando
ancora giocavamo?
Quel teatro delle ipotesi da recitare a mente.
Cerca dove ci vuole troppo coraggio per cercare, per un cuore spezzato.
Oppure ridi di me con le tue amiche fidate, di nascosto da tuo padre.
Anche solo un secondo che passo in più ad immaginare,
è più forte di me, mi cava una parola dalla bocca dopo l' altra
mi lascia tra le labbra un sorriso senza denti.
Per essere povero di spirito.
Di nuovo conserverò l' istinto di restare immobile.
Diventerò solo io, solo io, io solo
e mai più, una volta per tutte
a te distratta, dal vento che ti muove lontano da me
per un' altra vita ancora.
Aspettare senza tregua che il mondo capovolga.
Restare in piedi è sempre stato il tuo marchio di fabbrica
mia colomba degli allori, Musa clandestina,
bottino dei miei occhi soltanto.
Esplodere nel cuore, ghigliottina da coriandoli
pezzi sempre più piccoli che passeranno nella cruna dell' ago
uno per volta. A prima vista morirò.
Ma scavando più a fondo trovammo l' acqua in riva al mare
trent' anni fa.
Chi mi supera, chi conserverà memoria di me?
E non ritornano più certe sensazioni perdute
"come lacrime nelle pioggia alle porte di Tannhauser"
e tu non parli mai, me lo dici in confidenza che non m' ami più.
Dimentichi il mio nome, mi confondi con quello che vuoi.
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