Il Gabbiano del lago
Le ali me le ha date il tuo sorriso.
I sogni, la mia infanzia,
La felicità il Grande Lago.
Così non vorrei mai scendere
Da quest’albero paziente,
Un vecchissimo pino marittimo, credo,
Dove mi sono nascosto per fuggire al tempo;
E’ sempre stato qui a specchiarsi in questo cielo ribaltato
Credo.
Lo incontravo da piccolo quando mia madre
Mi regalava una passeggiata
Su questa riva che mi pareva incantata.
Un pino marittimo, qui, al nord,
Terra d’abeti e di faggi.
Terra di neve ed abbracci
Per chi è andato via.
Ma io l’ho amato tanto
Questo Grande Lago
E l’ho ritrovato adesso
In un sabato di Aprile
Mentre il gabbiano percorreva
Un braccio d’orizzonte e nuvole
Come un timoniere che guida tra le onde
La sua nave con sicurezza.
Musica per le mie orecchie
Quel garrire giovanile del gabbiano.
Adesso che ancora il Paese dormicchia
Come nell’acqua una pietra lucente.
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