Semi dormienti, germogli assopiti
prima degli occhi, e la carne
di un chiarore inesprimibile.
Così bassi i nostri corridoi
che gli invisibili
dovettero contorcersi
in forme mostruose
per passare al di qua
Credi davvero che un uomo da solo
abbia inventato la ruota e gli attrezzi
o le ceste intrecciate? Le pietre
rotolavano lungo i pendii,
e gli uccelli tessevano nidi,
pescavano. Il mondo
è fatto di verbi, io credo
non veda il ramo l’oriolo,
ma dove posarsi, il gatto, nel vuoto
del sottoscala, un nascondiglio
per non essere visto. Così dappertutto
sbocciano in canto le informazioni
dei padri e le madri universali.
In mezzo agli odori di un luogo speciale
l’angelo entra, come antenato,
dentro una vita, da un albero o un orso,
posando l’immagine al centro del cuore-
la forte, la duratura-
quando si volta e piano scompare.
dietro l’amato mistero di Hundra
tra il legno un frutto e il suo fiore
puoi toccare un sentimento,
chiaro, fulmineo, tutto completo
il suo come. Lasciarsi vedere
è benedire, io credo,
ricevendo lo sguardo,
tu sei : come stai-
come un’aria nel pane che lievita,
e il fuoco che illumina solo
un punto preciso e non altro,
tra la mano e la pietra,
quand’è scolpita. A suo tempo
il sigillo dell’angelo, impresso
tra il labbro di sopra e la conca del naso,
col lento inchino di un vento sottile,
tennero acceso il lume votivo
fin dove i bambini, nostri gemelli,
scesero in cima alle ultime voci
con una lacrima, sola, e perfetta.
Tra il volo dei pesci distesi nel cielo
e le uccelle bagnate dal cuore del mare
ci convoca nuova la trasparenza,
restituita ai nostri occhi irrigiditi,
si leva da chi tace, un solo verso,
" la riconoscerai dall’amore che ti porta"
come sta un verbo in mezzo alle parole.

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