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La riconoscerai dall’amore che ti porta

di Amina Narimi
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Pubblicato il 03/07/2017 13:22:19

                                                                        Semi dormienti, germogli assopiti

                                                                                     prima degli occhi, e  la carne

                                                                                     di un chiarore inesprimibile.

                                                                                     Così bassi i nostri corridoi

                                                                                     che gli invisibili 

                                                                                     dovettero contorcersi

                                                                                     in forme mostruose

                                                                                     per passare al di qua

 

Credi davvero che un uomo da solo

abbia inventato la ruota e gli attrezzi

o le ceste intrecciate?  Le pietre

rotolavano lungo i pendii,

e gli uccelli tessevano nidi,

pescavano.  Il mondo

è fatto di verbi, io credo

 

non veda  il ramo  l’oriolo,

ma dove posarsi, il gatto, nel vuoto

del sottoscala, un nascondiglio

per non essere visto. Così dappertutto

sbocciano in canto le informazioni

dei  padri e le madri universali.

In mezzo agli odori di un luogo speciale

 

l’angelo entra, come antenato,

dentro una vita, da un albero o un orso,

posando l’immagine al centro del cuore-

la forte, la duratura-  

quando si volta e piano scompare.

dietro l’amato  mistero  di Hundra

 

tra il legno un frutto e il suo  fiore

puoi toccare un sentimento,

chiaro, fulmineo, tutto completo

il suo  come.  Lasciarsi vedere

è benedire, io credo,

ricevendo lo sguardo,

tu sei : come stai-

 

come un’aria nel pane che lievita,

e il fuoco che illumina solo

un punto preciso e non altro,

tra la mano e la pietra,

quand’è scolpita. A suo tempo

 

il sigillo dell’angelo,  impresso

tra il labbro di sopra e la conca del naso,

col lento inchino di un vento sottile,

tennero acceso il lume votivo

fin dove i bambini, nostri gemelli,

scesero in cima alle ultime voci

con una lacrima, sola, e perfetta.

 

Tra il volo dei pesci distesi nel cielo

e le uccelle bagnate dal cuore del mare

ci convoca nuova  la trasparenza,

restituita ai nostri occhi irrigiditi,

                     

si leva da chi tace, un solo verso,

" la riconoscerai dall’amore che ti porta"

come sta un verbo in mezzo alle parole.

 

 

Roberto Ferri


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